Trump

Donald Trump raggiunge la nomination alla corsa alle presidenziali per il partito dei repubblicani. Ha infatti raggiunto il numero di delegati necessari, 1.237, per conquistare la nomination alla Casa Bianca. Quest il suo primo commento “La gente che sta dietro di me ci ha permesso di superare la soglia”. Ma lui rilancia ‘in caso di vittoria nominerò una donna o un esponente delle minoranze come vice’. Hillary Clinton agita lo spettro di una eventuale elezione del rivale, in questo spalleggiata da Obama per il quale ‘Trump presidente Usa spaventa i leader mondiali’. Questa la replica del magnate con il ciuffo ‘”se i leader mondiali sono scossi da me è una cosa buona”. Poi un riferimento all’Islam “se guardo all’Islam radicale, estremo, non sono per niente contento: dobbiamo trovare una soluzione. Obama non l’ha mai trovata, non vuole nemmeno pronunciare le parole ‘terrorismo islamico estremo’.

FullSizeRenderIn guerra e in amore tutto é lecito. Anche i colpi bassi. Si, certamente. Non parliamo poi della politica, la piu’ nobile e allo stesso tempo la piu’ sporca delle attività umane. Qui i colpi sotto la cintura si sprecano, ad ogni latitudine. E non ci sono grosse eccezioni: prendiamo gli Stati Uniti d’America, che noi siamo soliti definire un esempio di democrazia. Ebbene, non é che siano poi cosi esemplari. Scandali, veleni, confidenze tradite, dichiarazioni al vetriolo, attacchi personali, scheletri negli armadi e sotto il letto, amanti che decidono di parlare un attimo prima del voto e tradimenti che vengono fuori in tempo utile. Non é un bello spettacolo. Gossip, delegittimazioni, rivelazioni piu’ o meno farlocche, retroscena di fantasia, sul web e sulla carta stampata, in tv e persino negli spettacoli di teatro. Tutto fa brodo. Ora é caccia, da parte dei rispettivi staff ma anche da parte della stampa che ha il diritto-dovere di farlo, alle magagne dei due candidati: Donald Trump e Hillary Clinton. Quest’ultima, ex segretario di Stato, avrebbe sottratto dagli archivi digitali federali migliaia di email, trasferendole nel suo server privato. Il Dipartimento di Stato sta chiudendo le indagini – quando si dice la giustizia ad orologeria – e per consegnarle al Congresso che dovrà valutarle. In caso di incriminazione, la dolce metà di Bill Clinton, dovrà rinunciare alla candidatura, ma se Atene piange Sparta non ride: il campione mondiale di gaffe Donald Trump, dal canto suo deve fare i conti con nuove accuse: avrebbe sottratto al fisco oltre 50 milioni di dollari. Il riferimento é ad un affare che avrebbe perfezionato – in modo imperfetto é il caso di dire – con una società islandese, allo scopo di evadere il fisco. Anche lui rischia l’incriminazione e quindi la rinuncia alla corsa per la White House. A tutto ciò si devono aggiungere le accuse di maschilismo ai danni di Trump, le sue presunte violenze ai danni delle compagne, i suoi atteggiamenti discriminatori, senza considerare che dall’altra parte Hillary deve difendersi dall’accusa di avere manipolato il marito Bill durante la sua presidenza e di avere accentrato funzioni e poteri. La guerra é appena iniziata: tutto é permesso pur di infangare l’avversario politico, il nostro nemico privato e, quindi, pubblico.