diritti

“Abbiamo apprezzato le risposte positive alle principali preoccupazioni che le associazioni italiane mi avevano esposto nell’incontro, organizzato in settembre a Londra dall’ambasciatore Terracciano, sulla questione dei diritti dei nostri connazionali residenti nel Regno Unito”. Lo ha detto il sottosegretario alle Politiche e Affari Ue, Sandro Gozi, al termine dell’incontro a Roma con David Davis, Segretario di Stato britannico per l’uscita dall’Unione europea. “Avevo sollevato il tema col Ministro David Davis nella mia visita a Downing Street – ha continuato – e le risposte che abbiamo ricevuto sono state rapide e concrete. Questo è molto importante per la comunità italiana nel Regno Unito”. Per Gozi “quello di oggi è stato in generale un incontro costruttivo che conferma il buon rapporto che lega i nostri due paesi, anche alla luce del recente discorso del Primo Ministro Theresa May a Firenze”.

I risultati dell’azione di governo per fronteggiare la crisi migratoria si vedono, dice il presidente del consiglio Paolo Gentiloni. All’estero questa riduzione e’ stata salutata da un articolo di The Guardian: in otto mesi, il ministero presieduto da Minniti ha visto un enorme decrescita degli arrivi dall’Africa, pari a circa l’87 per cento in meno. “Sulla crisi migratoria, devo dire che l’Italia ha portato avanti negli ultimi mesi alcuni degli obiettivi condivisi con il consiglio europeo a Malta. I risultati si vedono, derivano dalla nostra politica e del sostegno dell’Ue alla nostra politica”. Risultati che per Gentiloni, oggi a Lubiana e Praga, possono essere ancora implementati, “con l’aiuto dell’Unione Europea”. Si tratta, ha sottolineato ancora Gentiloni, di risultati “da europeizzare: se vogliamo consolidare un meccanismo che alle migrazioni illegali sostituisce flussi legali, dobbiamo farlo sostenendo i Paesi africani e promuovendo i diritti nei paesi di transito”, ha aggiunto. E’ ancora ai partner continentali che il premier guarda perche’ non si vada ad allentare quella pressione che tanto ha prodotto fino ad ora, a cominciare dal dibattito sulla modifica del trattato di Dublino. In questo senso, anche lo scontro europeo tra Paesi ‘solidali’ e i Paesi ‘dei muri’, puo’ portare paradossalmente a risvolti positivi, andando a compattare il fronte dei primi e superare definitivamente Dublino, o rivederlo in maniera radicale. D’altra parte c’e’ stato un precedente recentissimo in cui i Paesi europei si sono ritrovati uniti al punto da rilanciare il cammino verso l’integrazione, che sembrava arenato. E’ accaduto dopo il referendum in Gran Bretagna: “Credo che il modo in cui l’Unione Europea ha reagito a un evento negativo come la Brexit sia simbolo di come possono venire risultati positivi anche da fatti negativi”.

“Argentin presentabile?… ma se si presenta da sola solo aprendo bocca… l’unica cosa che ha da offrire è la strumentalizzazione di se stessa e del proprio stato di invalida dietro cui c’è il vuoto assoluto e mi limito solo all’aspetto politico…”. Così un commento nel blog sull’Huffington Post della deputata Pd pubblicato nel pomeriggio di ieri. “Che pochezza culturale affrontare un proprio avversario politico attaccando i suoi limiti fisici – commenta Argentin -. Sì, sono disabile e allora? Vendo solo la mia immagine in carrozzina? Quant’è lontano caro signor I. dalla realtà! Sapesse quant’è difficile apparire sempre come quella in carrozzina e mai come un politico. Sono anni che combatto per diritti, uguaglianza e pari opportunità: ma non lo devo dire io, basta guardare quello che ho fatto di concreto sull’assistenza, sui trasporti, sulle barriere architettoniche, per capire che sono bel lontana dalla strumentalizzazione del mio status fisico e del disagio altrui. Stia attento a parlare di valori sociali che non conosce e si ricordi che la mia vita è meravigliosa: primo, perché i miei limiti mi permettono di accettare uno come lei (sono abituata alle pari opportunità); secondo, perché ogni istante dedicato alla battaglia per i diritti mi fa sentire felice di essere a questo mondo anche se gente come lei continua ad indicarmi a dito come ‘essere inferiore’. I., oggi è una gran bella giornata: spenga il suo astio e si dia da fare per gli ultimi perché solo così potrà imparare cos’è il bene comune e la politica”.

“Italia e Spagna si appellano con forza al Governo venezuelano affinche’ riconsideri la sua decisione di indire un’Assemblea costituente. Anche perche’ la Costituzione del 1999 prevede gia’ i meccanismi utili a individuare una soluzione politica in grado di ricomporre i diversi interessi nel rispetto delle Istituzioni, delle leggi e della sovranita’ popolare”. Lo scrivono il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni e il presidente del governo spagnolo Mario Rajoy in una lettera-appello congiunta al presidente del Venezuela Nicolas Maduro pubblicata dal Corriere della Sera. “Chiediamo che Maduro e il suo governo non reprimano il dissenso, rispettino la separazione dei poteri e la legittimita’ democratica dell’Assemblea nazionale cosi’ come i diritti umani, incluso il diritto a manifestare pacificamente”, scrivono Gentiloni e Rajoy, secondo cui “e’ tempo di definire una piattaforma negoziale che attivi una dinamica di riavvicinamento e di responsabilita’ comune tra le forze contrapposte”. “Nel farlo – evidenziano i due leader europei – non si potra’ prescindere da quattro condizioni fondamentali per raggiungere un risultato efficace: rispetto dello Stato di diritto, e in particolare dell’autonomia del Parlamento, rilascio dei detenuti politici, apertura di un canale umanitario a favore della popolazione venezuelana e adozione di un calendario elettorale chiaro e condiviso”. “L’Italia e la Spagna saranno al fianco del Venezuela in questo difficile percorso. Ma la responsabilita’ ultima sulla strada da intraprendere – scrivono Gentiloni e Rajoy – spetta naturalmente al Governo del Venezuela. Alle sue scelte politiche – che la Storia verra’ chiamata a giudicare – sono appesi il destino, i bisogni, le speranze e le paure di milioni di cittadini”.

“Napoli sta garantendo servizi e diritti, esclusivamente con le nostre forze, nonostante gli tsunami, i tentativi subdoli, gli ostacoli, i commissariamenti, le risposte che non arrivano e le ossessioni regionali. ‘Mo’ basta”. Lo dichiara il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, commentando l’approvazione del bilancio 2017 “tra non poche difficoltà” e richiamando il Governo a intervenire “sul pignoramento legato al commissariamento post terremoto del 1980 e alla richiesta di un temperamento del piano di riequilibrio”. De Magistris ribadisce che “non abbiamo mai chiesto leggi speciali e non ne vogliamo, chiediamo solo che non ci sia un’ingiustizia manifesta e conclamata e inaccettabile nei confronti della città di Napoli. Vedo che tutti si agitano quando c’è Torino, interviene Delrio, interviene la Boschi. Per Milano e Roma hanno subito prorogato il bilancio delle Città metropolitane al 30 giugno, noi lo abbiamo approvato il 31 gennaio. Le battaglie vanno fatte per tutti, altrimenti viene meno la ragione dell’Anci, sede di tutti i sindaci e non delle correnti o delle primarie. Noi staremo in Anci se garantisce parità di trattamento per tutti, altrimenti dovremo fare una riflessione”. Su questo, sostiene de Magistris, si gioca “la prova del 9 dei rapporti con il Governo e all’interno dell’Anci. Non sopporto più le ingiustizie, metteremo in campo una mobilitazione popolare e politica. Ci auguriamo che il Governo risponda su Cr8 e altri temi e che l’Anci si faccia garante che il Comune di Napoli e gli altri Comuni discriminati non vivano una situazione di disagio rispetto alle città che, vuoi per ragioni politiche economiche o geografiche, appaiono essere sempre più all’attenzione rispetto ad altre. Non è un lamento, è una rivendicazione di diritti. Abbiamo superato lo scoglio – conclude de Magistris – adesso vogliamo che siano riconosciuti i diritti della città di Napoli”.

Gli accordi bilaterali tra i Paesi europei e gli Stati africani sui flussi migratori hanno “l’obiettivo della politica cinica dell’esternalizzazione delle frontiere”. Lo ha dichiarato Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia, nel corso della presentazione del libro “Padre Mose'” di Mussie Zerai e Giuseppe Carrisi a Roma. “Con l’alibi della cooperazione otteniamo due risultati: diritti umani dimenticati e aiuteremo i Paesi pagandoli a riprendersi le persone e a violare diritti umani”. Quello che Amnesty chiede all’Unione europea e’ “assumersi un onere solidale: ripartirsi un fenomeno che numericamente e’ irrilevante. Parliamo di arrivi marittimi di 170mila persone l’anno, nulla in proporzione alla popolazione europea”. All’Italia invece “chiediamo di superare il sistema hotspot” perche’ “mettersi di fronte a persone che decidono della tua vita dopo quel viaggio e’ inumano”, ma il quadro sul futuro “non e’ ottimista”.