Facebook

Facebook continua l’impegno contro le fake news. Il social network ha annunciato che il livello di disinformazione e i suoi effetti saranno valutati da una commissione accademica. A renderlo noto è l’azienda statunitense in un comunicato ripreso dall’Ansa. Facebook ha diffuso un video di 12 minuti, dal titolo “Facing Fact”, in cui spiega attraverso i dipendenti come avviene la lotta alle bufale.
Una nuova campagna di alfabetizzazione, inoltre, offrirà agli iscritti a Facebook delle linee guida per riconoscere le false notizie.
La campagna sarà rivolta inizialmente agli utenti americani, per poi essere estesa agli iscritti degli altri Paesi entro il 2018.

I teenager dovranno chiedere il permesso dei genitori per compiere alcune azioni su Facebook, come vedere inserzioni sulla base dei dati dei partner e includere nel loro profilo opinioni politiche e religiose. “Le persone di eta’ compresa tra i 13 e i 15 anni in alcuni paesi Ue hanno bisogno del permesso di un genitore o tutore per compiere azioni specifiche su Facebook”. Lo rende noto la società in un documento ufficiale, in vista dell’entrata in vigore della nuova normativa europea sulla privacy (Gdpr) dal 25 maggio. “Questi adolescenti vedranno una versione meno personalizzata del social con condivisione limitata e annunci meno rilevanti, fino a quando non otterranno il permesso da un genitore o tutore di usare tutti gli aspetti di Facebook”, viene spiegato nel documento.
Facebook comunica che disabiliterà anche “il riconoscimento facciale per chiunque abbia meno di 18 anni” e che farà “più educazione per rispondere alle loro domande più comuni sulla privacy”. Le limitazioni, informa il social network, riguarderanno tutti gli adolescenti, senza distinzioni geografiche.

“Riusciremo a risolvere i problemi di Facebook, ma ci vorranno un po’ di anni”. Lo dice il fondatore Mark Zuckerberg, in una intervista rilasciata a Vox e ripresa dai media dove replica anche alle critiche di Tim Cook di Apple dopo lo scandalo dei dati personali raccolti dal colosso dei social media.
Zuckerberg ha definito non vera l’accusa mossa da Cook, secondo cui i guai di Facebook nascerebbero dalla pratica seguita dal gruppo di Menlo Park di fare soldi sui dati personali degli utenti. Poi ha spiegato il lavoro che si sta svolgendo per proteggere le informazioni personali e per limitare al massimo le attività di raccolta dati da parte di terzi.
“Mi piacerebbe poter risolvere la questione in tre o sei mesi, ma la realtà è che alcuni di questi problemi richiederanno un periodo di tempo più lungo”, ha detto Zuckerberg riferendosi ai problemi legati alle fake news che invadono la piattaforma di Facebook e all’intrusione di chi vuole influenzare i processi elettorali democratici. “Se si tratterà di un processo di tre anni, siamo già nel primo anno – ha spiegato – e, si spera, entro la fine del 2018, avremo iniziato a voltare pagina su alcuni di questi problemi”.

La Procura di Roma apre un fascicolo, al momento senza indagati o ipotesi di reato, sull’esposto presentato dal Codacons in relazione allo scandalo “Datagate” e il possibile coinvolgimento degli utenti italiani che hanno profili su Facebook. L’indagine è affidata al procuratore aggiunto, Angelo Antonio Raganelli, che ha la delega sui reati informatici e relativi alla privacy. Nell’esposto del Codacons si chiede alla magistratura di verificare possibili fattispecie previste dall’Art. 167 del Codice della Privacy (Trattamento illecito di dati) e dall’art. 169 (Misure di sicurezza).

Il Secret service ha aperto un’indagine sulla senatrice democratica del Missouri, Maria Chappelle-Nadal, per un post su Facebook in cui diceva di sperare che Trump sia assassinato. Il post e’ stato poi cancellato ma questo non ha fermato le polemiche. “Non intendevo cio’ che ho scritto – ha detto la senatrice in un’intervista – assolutamente no. L’ho cancellato”. Tuttavia, membri del suo stesso partito hanno chiesto le sue dimissioni. “Dovrebbe vergognarsi – ha detto Gina Walsh, capo del caucus democratico del Senato del Missouri – per aver aggiunto anche la sua voce ad un ambiente gia’ tossico”. “Lo condanno. E’ scandaloso – le fa eco Claire McCaskill, altra senatrice democratica del Missouri – dovrebbe dimettersi”. Anche il governatore repubblicano del Missouri, Eric Greitens, ha chiesto le sue dimissioni e ha aggiunto che si possono avere delle divergenze ma nessuno dovrebbe incoraggiare la violenza politica. Da parte sua Chappelle-Nadal ha fatto sapere che non intende affatto dimettersi e ha invocato il Primo Emendamento, ossia il diritto alla liberta’ di parola.

L’Italia è ancora al penultimo posto della classifica Ue di utilizzo di Internet, nonostante la percentuale della popolazione che usa il web sia cresciuta di 3 punti percentuali nel 2016, arrivando al 60%. Lo sottolinea il presidente dell’Agcom, Angelo Cardani, nella relazione annuale dell’Autorità. La piattaforma è utilizzata meno della media Ue per acquisti, servizi bancari e video on demand), nella media per social network, mentre unico indice sopra la media è il consumo di contenuti digitali (musica, video, giochi online). Finiscono sotto la lente Agcom anche le fake news un fenomeno “di estrema gravità è la diffusione voluminosa, istantanea e incontrollata di notizie deliberatamente falsificate o manipolate”, spiega l’Autorità. Cardani, nella Relazione al Parlamento, si schiera a favore di “un intervento normativo” e contro l’autoregolamentazione dei colossi web, che promettono “di sviluppare algoritmi per rimuovere le informazioni false e virali”, ma sono anche “i principali ‘utilizzatori’ gratuiti. Nella relazione Agcom rileva poi che Google e Facebook insieme “detengono ben oltre il 50% dei ricavi netti da pubblicità online”, che complessivamente per il 2016 si attestano su un valore stimato pari a 1,9 miliardi di euro. La ripartizione degli investimenti in pubblicità online per device a livello mondiale negli ultimi cinque anni – segnala l’Autorità – indica una crescita della spesa riferibile agli apparecchi mobili, rispetto alla pubblicità veicolata attraverso desktop, che è passata dal 25% nel 2014 al 42% nel dato previsionale per il 2016.

“Matteo Renzi e il suo entourage non stanno capendo nulla della attuale fase politica. Se fosse un giocatore di calcio, il mister l’avrebbe fatto accomodare in panchina da un bel po’. Ma purtroppo l’allenatore e’ lui e la prima cosa che ha fatto da allenatore e’ stata liquidare Emma Bonino, risorsa vera della Repubblica”. Lo scrive su facebook Roberto Saviano.

Facebook aumenta la pluralità dell’informazione mostrando più fonti per le notizie pubblicate nella sezione dei “trending topics”, cioè gli argomenti di tendenza, del social network. La sezione, non presente in Italia, propone notizie in 5 categorie (all news, politica, scienza e tecnologia, sport e intrattenimento). La compagnia fa sapere che per ogni argomento farà vedere articoli tratti non più da una, ma da molteplici pubblicazioni, in modo da esporre l’utente a più punti di vista. La novità è per ora dedicata agli utenti statunitensi e solo su iPhone. (Ansa)

Un tribunale austriaco ha stabilito che Facebook deve rimuovere i post d’odio non solo in Austria, ma su tutta la piattaforma, a livello mondiale. Lo riporta l’Ansa, che cita la decisione sul caso della leader dei Verdi Eva Glawischnig, che si era rivolta al tribunale in seguito a commenti sul proprio conto pubblicati sul social network da un profilo falso. “In base alla decisione della corte – scrive l’agenzia – Facebook dovra’ cancellare tutti i post che contengono le frasi bollate come linguaggio d’odio, sia dal profilo che per primo le ha pubblicate, sia dai profili e dalle pagine di chi le condivide, siano essi austriaci o di altri Paesi”. La societa’ non sara’ invece tenuta a individuare e rimuovere post simili, e cioe’ contenenti frasi dai contenuti analoghi ma scritte con parole diverse. La Germania, di recente, è intervenuta contro l’incitamento all’odio e alla violenza online, approvando un disegno di legge che prevede multe fino a 50 milioni di euro se le internet company non cancellano in modo tempestivo post violenti o palesemente falsi. Facebook ha annunciato  intanto  maggiori controlli a contrasto delle notizie false e dell’incitamento all’odio  e alla violenza.

“Siamo molto felici di apprendere che nella classifica dei ‘social’ vince il nostro vino che dimostra ancora una volta un grande appeal anche fra i più giovani, sempre nell’ottica di un consumo consapevole. Un dato che ci conferma gli ottimi risultati registrati in questa 51esima edizione”. E’ quanto dichiarato da Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, che commenta così i risultati del monitoraggio dei big data realizzata da Gambero Rosso – Almawave durante i giorni della manifestazione che vedono il Chianti il vino più citato su Twitter, Facebook e Google+ raccogliendo il 9% di interesse su 42 mila conversazioni sul tema. “Negli ultimi anni il nostro Consorzio si è voluto rivolgere soprattutto ai giovani con una politica di rinnovamento nella comunicazione volta a sensibilizzare ad un consumo consapevole di un prodotto fresco e beverino che racconta una tradizione secolare che non smette di affascinare – aggiunge Busi – Prova ne è l’affluenza sempre maggiore di giovani che partecipano ogni anno alla nostra anteprima Chianti Lovers e l’interesse crescente verso un prodotto che fino a qualche anno fa era destinato ad un pubblico sicuramente più maturo”. “L’evoluzione degli strumenti di comunicazione nella società non possono che essere una grande opportunità che dobbiamo saper cogliere per continuare a crescere e far parlare della nostra storia in tutto il mondo”, conclude Busi.