“Avere o essere” (tit.originale ‘To have or to be’), pubblicato nel 1976 (Mondadori) dallo psicanalista e sociologo tedesco Erich Fromm ((Francoforte sul Meno, 23 marzo 1900 – Locarno, 18 marzo 1980), per i temi affrontati e per la capacità analitica dell’autore, conserva ancora oggi intatta, tutta la sua forza e la sua attualità. Erich Fromm – in questo testo che é ormai un classico del pensiero contemporaneo – declina in modo scientifico tutte le conseguenze che derivano dalla scelta, piu’ o meno consapevole, che l’uomo compie in rapporto al suo modo di vivere, se imperniato sull’ascissa dell’avere o sull’ordinata dell’essere. La ricerca che Fromm compie é orientata all’autenticita’ e alla verità, in una visione altamente critica dell’egoismo e dell’individualismo, trappole entrambe in cui l’uomo cade e in cui si perde. Un nuovo umanesimo, quello propugnato dall’autore, in cui i sentimenti, le pensieri, le azioni e la fantasia possano prevalere sui narcisismi, sulle catene dell’egoismo e dell’avidità. Vivere secondo la modalita’ dell’avere o dell’essere, per Fromm é la ‘scelta’: un atteggiamento da cui dipende il modo con il quale ci rapportiamo nei confronti di noi stessi, degli altri e del mondo. La gioia del dare e della condivisione contro la rapacità del prendere e del negare.
“Gli individui che fanno propria la modalità di vita dell’avere, godono della sicurezza ma sono per forza di cose insicuri. Dipendono da ciò che hanno come denaro, aspetto fisico, potere, beni, in altre parole in qualcosa che è al di fuori di loro. Ma che ne è di loro se perdono ciò che hanno? Se quindi sono ciò che ho e ciò che ho è perduto, chi sono io?
Erich Fromm