Referendum

“Si sta addensando un’enfasi eccessiva sul referendum consultivo di domenica. Forse è il caso di ricordare un po’ a tutti che non siamo di fronte ad un nuovo caso Catalogna, ma ad un efficace momento di comunicazione politica che sta funzionando con la collaborazione attiva dei media e anche delle forze politiche che non hanno sostenuto il referendum. Era scontato l’esito perché il quesito politico conteneva già la risposta: “volete che le risorse provenienti dalle vostre tasse restino a casa vostra o accettate che ne possano disporre anche al sud?”. Il rapporto Regioni/Stato va ridiscusso, certo, così come non va sottovalutato il ‘sentiment’ del popolo veneto e lombardo. Ma senza dimenticare che la regola del gioco è fissata dalla Costituzione che impone principi come la solidarietà e la progressività del sistema tributario. Dunque un po’ di sobrietà da parte di tutti non guasterebbe”. Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

“Ci sara’ un motivo per cui la Costituzione, all’art. 75 che detta i principi sul referendum esclude le leggi tributarie: e’ evidente che, se un cittadino viene chiamato ad esprimersi sulle tasse, dichiarera’ che non le vuole. Era scontato che sarebbe andato cosi’ col referendum consultivo Lombardo-Veneto, un magnifico spottone elettorale che ha visto protagonisti i due testimonial piu’ “istituzionali”, Maroni e Zaia, di cui poteva disporre la Lega. Il quesito politico era equivalente: “volete che le risorse provenienti dalle vostre tasse restino a casa vostra o accettate che ne possano disporre anche al sud?”. Il rapporto Regioni/Stato centrale va ridiscusso, certo, cosi’ come non va sottovalutato il “sentiment” del popolo veneto e lombardo. Ma senza dimenticare che la regola del gioco e’ fissata dalla Costituzione che impone principi come la solidarieta’ e la progressivita’ del sistema tributario. Il che vuol dire che chi piu’ ha piu’ paga per sovvenire anche chi non ha”. Lo afferma il presidente del gruppo Misto alla Camera Pino Pisicchio.

“Grande rispetto per i cittadini veneti e lombardi che ieri si sono recati al voto per il referendum consultivo per maggior autonomia regionale”. Lo afferma Stefano Fassina, deputato di Sinistra Italiana, che aggiunge: “Grande rispetto anche ai loro concittadini veneti e lombardi che hanno scelto attivamente l’astensione per manifestare un altrettanto sonoro messaggio politico”. Continua il parlamentare: “Di fronte ai dati sull’affluenza e alla genericita’ ecumenica del quesito, e’ completamente fuori luogo l’euforia leghista”. Conclude Fassina: “In Veneto, il 57% di votanti arriva a fronte di un potenziale 75% calcolato come somma delle percentuali raggiunte alle ultime elezioni politiche dai partiti pro-referendum. In Lombardia, la partecipazione e’ a ridosso della percentuale di votanti ottenuta dal centro-destra nel 2013. Insomma, per negoziare maggiori poteri e risorse, i risultati di ieri non attribuiscono ai due Governatori nessuna spinta politica aggiuntiva rispetto a quella che avevano fino a sabato scorso”.

“Non sto facendo campagna elettorale, ma informazione. Rispettiamo le idee di tutti. C’e’ una sentenza della corte costituzionale che autorizza il Veneto a fare il referendum e che dice che e’ giusto sentire i cittadini e che nella trattativa bisognera’ tener conto dell’esito del referendum”. A dirlo il governatore del Veneto Luca Zaia a Circo Massimo, su Radio Capital, sul referendum per l’autonomia in programma domenica. Zaia ha spiegato che il referendum veneto non c’entra nulla con quello catalano, “li’ – ha ricordato – si chiedeva l’indipendenza, in Veneto si chiede l’autonomia e ci muoviamo nei confini della costituzione”. Il governatore ha indicato che il girono dopo la consultazione “il Veneto non sara’ piu’ quello di prima. Tutta la politica veneta si e’ schierata a favore: essere leghisti o del Pd o grillini e’ la stessa cosa” e che no ce’ alcun gioco di potere: “questo referendum arriva dopo due anni di battaglie legali”. Riguardo al percorso seguito dall’Emilia Romagna, Zaia ha detto di tifare “perche’ l’Emilia Romagna porti a casa le 23 competenze, ma il 16 anni le uniche due regioni che hanno presentato un progetto per il negoziato sono state il Veneto e la Lombardia: Emilia Romagna non pervenuta”. E la richiesta del ministero dell’Interno di versare due milioni di euro per le spese per l’ordine pubblico? “Dei soldi – ha risposto – parliamo dopo, abbiamo firmato la convenzione che dice che ci sara’ un rimborso spese. Ci siamo ritrovati questa doccia fredda perche’ per la prima volta nella Repubblica Italiana ci vengono chiesti 2 milioni per pagare gli straordinari a 4.000 agenti quando non e’ mai accaduto nulla nella storia: nel 2015 abbiamo fatto le regionali e il pagamento del rimborso spese al ministero e’ stato di 151mila euro. Se non glieli diamo? Ne parliamo lunedi’”. “Non dico cifre e non metto asticelle – ha infine detto Zaia a una domanda sull’affluenza -, il mio ruolo finisce venerdi’ alle 24: saranno i veneti a decidere il proprio destino, il proprio futuro”.

Il presidente della Lombardia, Roberto Maroni, ha chiesto a Silvio Berlusconi “l’impegno per mettere l’autonomia come tema centrale del programma di governo del centrodestra”. Il governatore lo ha detto all’apertura di una conferenza stampa con il leader di Forza Italia sul referendum per l’autonomia previsto domenica prossima. “Voglio ringraziarti in particolare per l’impegno che tu e Forza Italia state mostrando sul referendum con tante tante iniziative – ha detto Maroni a Berlusconi – Ribadisco che non e’ il referendum di Maroni o di una parte politica, ma e’ dei cittadini, e’ un referendum che favorisce il mondo delle imprese e puo’ portare maggiori competenze e risorse, nell’ambito dell’unita’ nazionale”.

“Se c’e’ impegno e voglia di far , si può concludere tutto in 6 mesi, ovviamente dipende dalla trattativa e dall’impegno di tutti. Confido anche nel governo Gentiloni, confido nella totale e piena collaborazione perche’ e’ un fatto istituzionale non una discussione politica e ci sono i tempi per affrontarlo con agilità anche in questa legislatura’. Cosi’ il governatore del Veneto Luca Zaia parlando oggi del referendum per l’autonomia del Veneto in programma per domenica prossima, sull’iter istituzionale che seguira’ dopo una eventuale vittoria del “si'”. Concluso il voto e certificato il risultato da parte della Corte d’Appello l’iter prevede l’approvazione della proposta di negoziato (che indica cosa trattare e come sarà la trattativa con il governo ), da parte della giunta e del consiglio regionale. Poi si aprira’ il tavolo a Roma, composto da due delegazioni tecniche, arrivando alla firma dell’intesa e all’approvazione del Parlamento con maggioranza assoluta nelle due camere. “Sia chiaro – ha poi sottolineato – la proposta che presentiamo non e’ variabile, vale per tutti, per chi governa oggi e chi governerà domani’.

“Sono ottimista e confido nella saggezza dei cittadini. Sto a vedere e rispetterò il volere del popolo sovrano. Io sono l’esecutore. In Lombardia non c’è quorum, quindi, per me l’importante è che vinca il Sì”. Lo ha detto il presidente della regione Lombardia, Roberto Maroni, in occasione dell’incontro ‘Italia, direzione Nord’, al Palazzo delle Stelline di Milano, in vista del referendum per l’autonomia. La consultazione è prevista il 22 ottobre. “Si dice – ha continuato Maroni – che non vale niente perché è un referendum consultivo, ma ricordo che anche quello sulla Brexit era consultivo”.

Il referendum ilelgale del primo ottobre “non è stato un’azione innocente o democratica”, ma era parte “di una strategia politica per imporre l’indipendenza”. Lo ha detto in parlamento il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy, aggiungendo che “nessun risultato di questo referendum può dare legittimità politica” a pretese di secessione. Rahoy ha parlato di piano “antidemocratico” fin dalla sua origine.

“Non facciamo un referendum per fare politica, e mi piace che l’Anci si sia espressa favorevolmente perche’ mostra proprio questo. E’ il referendum di tutti i veneti ed e’ un referendum che oggi possiamo celebrare in virtu’ di una sentenza della Corte Costituzionale che dice che e’ un buon modo per ascoltare i cittadini e un buon modo per dare delle indicazioni a chi poi dovra’ decidere”. Cosi’ il presidente della Regione Veneto Luca Zaia dal palco dell’assemblea annuale dell’Anci rivolgendosi al presidente della Repubblica Sergio Mattarella presente in sala. “E’ un grande atto di coraggio, un grande atto di coerenza – ha continuato – dovremo lavorare sull’autonomia, partendo dall’articolo numero 5 della Costituzione, ovvero partendo dalla geometria variabile con piu’ Stato dove serve e meno Stato dove non serve. L’autonomia e’ una vera assunzione di responsabilita’. Non chiediamo altro che poterci assumersi la responsabilita’ con il conseguente aspetto finanziario restando nell’alveo della Costituzione”.

“C’è un problema, perché queste dichiarazioni sono negative, sbagliate e molto pesanti. E siccome il referendum è una cosa importante sia sul piano politico sia sul piano istituzionale mi riservo di valutare queste dichiarazioni sul piano della lealtà dell’alleanza di governo. Non posso far finta di niente”. Così a margine di un incontro sul referendum per l’autonomia il presidente della Regione Roberto Maroni ha commentato le dichiarazioni della leader di FdI Giorgia Meloni che ha affermato che se fosse in Lombardia o Veneto non andrebbe a votare per le consultazione del 22 ottobre nelle due Regioni, definendole “propagandistiche”. “Fdi ha sostenuto lealmente e sostiene il referendum in Lombardia -ha aggiunto il governatore – devo valutare se c’è qualcosa da fare, come penso, sul piano delle alleanze anche in Regione Lombardia”.