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Occorre “vedere gli altri come persone e non come cose”. Lo ha ribadito il card. Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nell’omelia della messa celebrata nella cattedrale di Bari con i vescovi del Mediterraneo arrivati nel capoluogo pugliese per l’incontro di riflessione e spiritualità. Prendendo spunto dall’episodio evangelico della guarigione del cieco, il card. Bassetti ha ricordato che “si guarisce realmente quando si vede l’altro, quando si vede in ogni altro l’immagine di Dio”. “È difficile raggiungere questo traguardo, ma – ha chiarito – ogni altro sguardo non e’ sufficiente”. Spesso, ha ammesso, “gli altri rimangono un’immagine sfocata e allora Gesù impone le mani perché noi, almeno noi pastori, vediamo chiaramente”. Secondo il card. Bassetti “c’e’ bisogno di vedere con gli occhi di Cristo, di uno sguardo di misericordia e di compassione, quello con cui Gesù guardava le folle e si commuoveva fino alle lacrime”. “Aprici gli occhi – é stata l’invocazione finale – perché possiamo vederti e riconoscerti nostro fratello e prenderci cura di tutti i fratelli che ci poni accanto”.

“E’ importante che ci sia un rafforzamento del nostro sistema bancario. Un sistema che ha fatto molti passi in avanti, spesso considerato la Cenerentola d’Italia”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, ospite di “Circo Massimo” su Radio Capital, in merito all’Opes lanciata ieri da Intesa Sanpaolo su Ubi Banca. “Su Monte dei Paschi di Siena sono molto fiducioso che sara’ un’operazione che si concluderà positivamente”, ha aggiunto Gualtieri. “Con un’operazione di mercato in corso la mia posizione è che non posso commentare ma è importante che ci sia un rafforzamento e un processo di consolidamento del settore bancario che peraltro ha fatto negli anni passi avanti importanti. Le sfide dell’innovazione tecnologica richiedono anche forme di consolidamento che si svolgono nelle logiche di mercato ed è bene che la politica ne stia fuori”.

“Non so come finirà, magari Nicola Santangelo e Carmelo Provenzano verranno assolti, ma per questa vicenda dovranno vergognarsi a vita”. E il duro atto di accusa del Pm Maurizio Bonaccorso nel Corso della requisitoria al processo al cosiddetto ‘cerchio magico’ di Silvana Saguto, l’ex Presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo. Il magistrato, parlando dei due imputati, spiega: “i due, con una lettera, decisero di trasferire a Castellammare del Golfo un ragazzo che lavorava alla Motor oil di Caltanissetta, Andrea Repoli, mandando a 250 chilometri di distanza un giovane che percepiva 800 euro al mese- spiega -Lo scopo era quello di metterlo con le spalle al muro e poi licenziarlo per giusta causa”. Ora si attendono le richieste di condanna per una vicenda che ha suscitato molto clamore e che ha scosso il mondo della magistratura alla luce delle rivelazioni che da mesi stanno venendo fuori in un settore molto delicato dell’azione di contrasto alla mafia come quello della gestione dei beni confiscati.

“Adesso Conte sa che noi lavoriamo per dare una mano a risolvere i problemi. Deve farsi carico di dirimere questa questione della prescrizione, non è un problema di Italia Viva o dei singoli componenti di questo governo, è un problema del governo che è rappresentato dal presidente del Consiglio”. Lo ha detto Teresa Bellanova, ministra delle Politiche agricole, a margine di un convegno. ‘Noi di Italia Viva non stiamo al governo per fare tappezzeria. Io personalmente ho annullato la mia vita e così sta facendo la collega ministra Bonetti. Stiamo dando il massimo del contributo possibile, adesso voglio che qualcuno ci dica quali sono le proposte sulle quali noi abbiamo causato difficoltà al governo. Le nostre proposte sono proposte che parlano di problemi. Molti hanno aperto il mercato dei parlamentari”, contro Italia Viva. E’ chiaro che quando si apre il mercato dei parlamentari a fianco c’è la bancarella dei valori, e non vorrei che questo governo si incamminasse in un percorso dove, per fare un dispetto a Italia Viva e metterla fuori dal governo, pensi di imbarcare quelli che non hanno un progetto per andare avanti nella legislatura e puntare a risolvere i problemi ma sono interessati alla loro questione personale”, ha concluso.

Volare oltre la Manica sara’ ancora possibile senza problemi anche nel 2020, nonostante la Brexit, per le migliaia di studenti italiani che sceglieranno il Regno Unito per una vacanza studio. L’uscita dall’Unione Europea, dunque, non incidera’ sul settore “Education” che rappresenta il terzo business della Gran Bretagna, con un giro d’affari di ben 23 miliardi di sterline il cui 40% e’ garantito proprio dagli italiani. E’ quanto afferma Stefano De Angelis, consigliere nazionale Astoi Confindustria e presidente del tour operator italiano Giocamondo. “Di una cosa si puo’ essere certi – sottolinea De Angelis – i britannici hanno ancora tutto l’interesse ad accogliere gli studenti europei e in particolare quelli italiani. E questo perche’ ci sono solide motivazioni che confermano questa chiave di lettura: basti pensare che, cifre alla mano, solo per i viaggi di studenti verso l’Inghilterra, si registra un giro d’affari di oltre 250 milioni di euro grazie proprio al mercato italiano. “E’ lo stesso Governo britannico – aggiunge il Ceo del Gruppo Giocamondo – a confermare, attraverso il proprio sito istituzionale, una grande apertura sul fronte del turismo studentesco anche per i prossimi anni, annunciando di voler accogliere fino a 600.000 ragazzi l’anno e di voler incrementare il fatturato relativo al mercato delle vacanze studio ad oltre 35 miliardi di sterline entro il 2030. Appare evidente, quindi, che il Regno Unito garantira’ ancora un ingresso agli studenti italiani senza difficolta’. E questo non solo per l’aspetto economico, ma anche per il prezioso contributo che i nostri ragazzi danno alla comunita’ britannica, portando nuove conoscenze, comprensione interculturale, amicizie globali e arricchendo l’esperienza educativa degli studenti locali”. E’ anche per questi motivi che per tutto il 2020 – conclude De Angelis – sara’ possibile andare a studiare in Gran Bretagna con la sola carta d’identita’, come avvenuto finora.

“Stiamo gestendo un patrimonio importante che è quello dei dati. È una merce che ci costa apparentemente poco o nulla ma che invece dobbiamo tutelare nel nostro interesse e in quello del singolo”. Per farlo nel modo corretto è “necessario un cambio culturale, non possiamo più fare finta di niente come stiamo facendo oramai da tanto tempo”. È il monito che arriva da Riccardo Imperiali, avvocato tra i massimi esperti in strategie aziendali e data protection che invoca la necessità di una maggiore consapevolezza in chi gestisce i nostri dati sensibili sia a livello pubblico sia privato. I dati personali “rappresentano un nuovo asset per un’azienda” ma è essenziale “anche il rispetto nei confronti del singolo, del cittadino, perché quei dati sono suoi”. “Tutto questo oggi – lamenta Imperiali – non è avvenuto o è avvenuto molto poco perché abbiamo fatto sempre i distratti rispetto alle normative che via via si proponeva di applicare. Oggi si parla prepotentemente del Gdpr” (il Regolamento generale europeo sulla protezione dei dati): si corre ai ripari con “l’informativa piuttosto che la clausola di consenso mettendo appeso un avviso vicino al muro. Non è quello il Gdpr, non è questa la disciplina, è proprio l’esatto opposto”. “Il problema – spiega l’esperto – è culturale: oggi si pensa di ricorrere a un consulente, a un manuale per poter risolvere l’aspetto formalistico della norma ma prima di arrivare a quell’aspetto formalistico, c’è da gestire un processo interno di formazione delle persone, capire di che cosa stiamo parlando, di perché il dato è importante”.

L’Etiopia si aspetta dagli Stati Uniti “un sostegno finanziario significativo” per il suo programma di riforme: lo ha sottolineato il primo ministro Abiy Ahmed, in una nota diffusa in coincidenza con la visita ad Addis Abeba del segretario di Stato americano Mike Pompeo. Insignito lo scorso anno del Premio Nobel per la pace, Abiy Ahmed ha avviato una liberalizzazione sia economica che politica. In Etiopia, un Paese di oltre cento milioni di abitanti, il 29 agosto sono in programma le elezioni politiche. In vista di questo appuntamento, per sostenerne l’organizzazione, gli Stati Uniti hanno gia’ donato 37 milioni di dollari. Durante la visita ad Addis Abeba, Pompeo e’ tornato anche sulla disputa internazionale legata alla costruzione da parte dell’Etiopia di una diga sul Nilo. Secondo il segretario di Stato, per risolvere il contenzioso che contrappone in particolare Addis Abeba e Il Cairo serviranno “mesi”, nonostante le speranze alimentate nelle settimane scorse da una mediazione di Washington. Oggi Pompeo concludera’ la sua visita ad Addis Abeba, ultima tappa di una missione che lo aveva gia’ portato in Senegal e in Angola, con un discorso nella sede della Commissione economica delle Nazioni Unite per l’Africa.

È il 35enne Daniele Belardinelli l’ultras dell’Inter morto investito da un Suv in via Novara a Milano, dove ieri sera i tifosi neroazzurri hanno attaccato i pulmini dei supporter partenopei. Originario di Varese, ha precedenti da stadio e in passato è stato destinatario di almeno un Daspo di cinque anni. E’ ancora da accertare la dinamica dell’investimento che ha causato la sua morte nella zona di via Novara a Milano prima dell’incontro con il Napoli. Lo ha spiegato il questore Marcello Cardona, il quale ha detto che si sta lavorando sulle immagini delle telecamere di sorveglianza in cui compare un Suv scuro che potrebbe aver investito la vittima. Ad investirlo quindi non sarebbe stato uno dei Van a bordo dei quali si trovavano i tifosi napoletani. Oltre al tifoso interista rimasto ucciso perché investito da un Suv, vi sono 4 tifosi napoletani che hanno riportato ferite da taglio e contusioni negli scontri precedenti l’incontro Inter-Napoli. L’investimento e il ferimento dei 4 napoletani sono trattati in modo distinto. I due interisti già arrestati sono accusati di rissa aggravata mentre si sta lavorando per identificare chi era alla guida del Suv che sarebbe estraneo agli incidenti.

“Nel mondo e nel calcio ci vorrebbero sempre educazione e rispetto. No al razzismo e a qualunque offesa e discriminazione”. Sono le parole affidate ai social da Cristiano Ronaldo in favore del difensore del Napoli Kalidou Koulibaly vittima ieri di cori razzisti a San Siro in occasione di Inter-Napoli. L’attaccante portoghese della Juventus ha postato una foto che lo ritrae in una azione di gioco al fianco del francese. Sulla vicenda é intervenuto anche il leader della Lega “Non sono il presidente della Lega Calcio, nè faccio l’arbitro e quella era una scelta che spettava all’arbitro. Nella prossima vita farò l’arbitro, se avrò voglia. Ho detto che non si può morire per una partita di calcio, ma lascio al mondo del calcio nella sua totale autonomia la valutazione di come agire e reagire”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, commentando, nel corso della conferenza stampa a Pesaro – dove ha presieduto il comitato per la Sicurezza, dopo l’omicidio del fratello di un pentito di ‘ndrangheta – la mancata sospensione di Inter-Napoli, dopo i cori razzisti contro il difensore napoletano Kalidou Koulibaly e la morte del tifoso nerazzurro, investito da un auto ieri nei disordini che si sono verificati al termine della partita.

“Siamo di fronte a un atto di negazione della democrazia costituzionale senza precedenti. Non era mai accaduto che neanche una Camera potesse entrare nel merito di un provvedimento”. Lo ha detto il deputato di Leu Stefano Fassina intervenendo in commissione Bilancio a Montecitorio. “In prima lettura qui a Montecitorio – ricorda – abbiamo avuto un testo di ‘intrattenimento’, utilizzato da Governo e maggioranza per impegnare Deputati, media, interessi organizzati e opinione pubblica mentre era in corso il negoziato con la Commissione europea. Al Senato, è arrivato in zona Cesarini, con un maxi-emendamento, l’esito del confronto con Bruxelles: un testo non soltanto ridimensionato negli importi per i principali capitoli di spesa, ma inzeppato di misure aggiuntive, estremamente rilevanti per impatto economico, insieme a una valanga di misure ordinamentali, ‘marchette’ le avrebbero definite dall’opposizione i campioni del M5S”. “Un’alternativa c’era. Ovviamente, onerosa in termini di reputazione politica, ma c’era: un mese di esercizio provvisorio per consentire almeno a un ramo del Parlamento di svolgere le funzioni previste dalla Costituzione. I principi costituzionali della democrazia parlamentare sono stati, invece, ancora una volta, sacrificati ai principi di finanza pubblica, certo presenti nella Costituzione della Repubblica, ma subordinati ai primi”, conclude.