Chiesto il giudizio immediato per il “Comitato d’Affari” di Alcamo, in grado di influenzare la politica e la finanza comunale. La richiesta, firmata dai sostituti della Procura di Trapani Marco Verzera e Rossana Penna, e’ stata depositata nella cancelleria del Gip, dopo aver interrogato il principale indagato dell’operazione “Dirty Affairs”: Pasquale Perricone, di 61 anni, imprenditore edile e vicesindaco nella passata amministrazione di Alcamo. L’uomo e’ considerato un “dominus assoluto” della vita politica ed economica di Alcamo ed in totale l’inchiesta riguarda sette persone, tra cui la compagna Marianna Cottone reclusa nel carcere Petrusa di Agrigento, che e’ stata ascoltata stamane dai pm. Al centro delle contestazioni l’organizzazione di corsi di formazione fantasma e la realizzazione del porto di Castellammare del Golfo. L’accusa e’ di associazione a delinquere finalizzata alla truffa, reati contro la pubblica amministrazione, corruzione e bancarotta fraudolenta. Perricone durante l’interrogatorio (svolto al carcere San Giuliano di Trapani) ha ammesso di aver organizzato dei falsi corsi di formazione “alterando le firme dei registri” ed ha “escluso” una sua gestione occulta di due cooperative impegnate nei lavori del porto di Castellammare del Golfo. Nell’indagine erano emersi i nomi di altre 32 persone la cui posizione e’ stata stralciata e secretata.