Alitalia

“Si vocifera di un prestito ponte da 300/400 milioni per garantire l’operativita’ della compagnia durante l’amministrazione controllata, ma il problema e’: per fare cosa? Perche’ se l’intenzione e’ un prestito ponte dello Stato,in linea con le regole UE, che traghetti l’azienda a vendere la parte sana di Alitalia per poi creare l’ennesima bad company allora non ha senso; se, invece, serve a ripensare alla strategia del trasporto aereo italiano, al ruolo della compagnia di bandiera, alla convivenza con le compagnie low cost, allora tutto cambia ma, a quel punto se lo Stato mette sul piatto le garanzie allora dovra’ avere anche voce in capitolo sulle decisioni che saranno prese. Ieri a Fiumicino incontrando diversi lavoratori Alitalia nel corso di un dibattito congressuale in sostegno di Michele Emiliano alle primarie aperte del 30 aprile il clima era, nonostante tutto, ancora costruttivo; i lavoratori chiedono risposte sulle grandi scelte di fondo. La politica, e il PD in particolare, non puo’ esimersi dal darle. Nulla e’ ancora perduto, siamo ancora in tempo per rivedere e chiudere un accordo ma serve l’impegno di tutti, azienda, lavoratori, sindacati, azionisti e governo che ha gia’ fatto molti sforzi ma non puo’ mollare proprio adesso. Come mozione Emiliano ci batteremo per salvare un’idea di trasporto aereo con l’Italia baricentro e se l’idea e’ questa non si puo’ prescindere da Alitalia; un’Alitalia certamente diversa da oggi, ma una compagnia vera e viva”. Cosi’ sul suo blog Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera e sostenitore di Michele Emiliano al congresso.

“Non possiamo far finta di niente. Ma questo non vuol dire sprecare altri soldi pubblici. Ma la questione va sicuramente affrontata”. Lo dice Matteo Renzi, a Rtl 102.5, a proposito di Alitalia. “Un soggetto che assicuri certi collegamenti ha di fronte un mercato importante. Il progetto industriale deve stare in piedi, non si puo’ dire ‘taglio 5mila dipendenti’ e il progetto industriale non sta in piedi. Questa occasione va presa per fare una scommessa complessiva. Noi come Pd formuleremo una proposta al governo che tenga in piedi tre aspetti. Faremo le nostre proposte e le faremo in modo pubblico e trasparente”, dice Renzi che aggiunge: “Ci sono delle aziende che sembrano morte e decrepite e che poi vanno. Se si guarda in Borsa, Fiat fa piu’ del 4 per cento. Tanto di cappello a quello che ha fatto Sergio Marchionne” mentre in Alitalia i manager “hanno fallito”.

“Non ho commenti da fare su Alitalia, ma non siamo interessati ad acquisirla”. Così il chief financial officer di Lufthansa, Ulrik Svensson, nella conference call con gli analisti dopo la diffusione del bilancio trimestrale della compagnia aerea tedesca in merito ai rumors su un possibile interesse verso Alitalia. La compagnia tedesca sgombra cosi il campo dalle insistenti voci che le attribuivano un interesse strategico nell’acquisizione di Alitalia nei confronti della quale si va, con ogni probabilità, verso lo smantellamento.

Il presidente del Codacons Carlo Rienzi interviene all’indomani della bocciatura del piano di salvataggio Alitalia da parte dei lavoratoti in un referendum. “In questo momento di grande incertezza devono essere garantiti i collegamenti per le tratte gia’ acquistate dai consumatori”, dice Rienzi che aggiunge: “Il governo deve assicurare che tutti i biglietti finora emessi da Alitalia siano utilizzabili dai viaggiatori, per evitare possibili danni all’utenza e vertenze risarcitorie in caso di sospensione o riduzione dei voli”. Per il Codacons bisogna garantire anche “la fruizione dei punti MilleMiglia accumulati dai passeggeri e degli altri programmi di fidelizzazione perche’, in caso contrario, sarebbe inevitabile una azione risarcitoria da parte dei viaggiatori Alitalia in relazione all’evidente lesione dei loro diritti”.

Per il momento nessuna interruzione ai voli Alitalia ma si procede in direzione del commissariamento, come previsto dalle procedure. Il Cda di Alitalia “data l’impossibilità di procedere alla ricapitalizzazione” ha “deciso di avviare le procedure previste dalla legge e ha convocato un’assemblea dei soci per il 27 aprile al fine di deliberare sulle stesse”. Dopo che i lavoratori, chiamati ad esprimersi con il referendum, hanno detto NO al preaccordo per il salvataggio, aprendo così la strada al commissariamento della compagnia, il consiglio di amministrazione ci tiene comunque a precisare che “il programma e l’operatività dei voli Alitalia non subiranno al momento modifiche”. Il “no” al preaccordo per il salvataggio di Alitalia ha vinto nettamente, affermandosi con 6.816 voti, contro 3.206 sì, vale a dire con il 67%. Ieri a Palazzo Chigi, intanto, il premier, Paolo Gentiloni aveva incontrato i ministri per le Infrastrutture, Graziano Delrio, e dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che nella notte hanno espresso il loro “rammarico e sconcerto per l’esito del referendum”. Un risultato, hanno commentato in una nota congiunta firmata anche dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti “che mette a rischio il piano di ricapitalizzazione della compagnia”. “A questo punto l’obiettivo del Governo, in attesa di capire cosa decideranno gli attuali soci di Alitalia, sarà quello di ridurre al minimo i costi per i cittadini italiani e per i viaggiatori”.

I lavoratori di Alitalia, chiamati ad esprimersi con il referendum, hanno detto no al preaccordo per il salvataggio. I voti contrari sono 6.816, i sì 3.206. La strada che si apre al momento è quella del commissariamento e la successiva liquidazione della compagnia. Il risultato finale della consultazione è stato comunicato dai sindacati.”Rammarico e sconcerto per l’esito del referendum Alitalia che mette a rischio il piano di ricapitalizzazione della compagnia – hanno dichiarato in un comunicato congiunto i ministri dello Sviluppo economico Carlo Calenda, dei Trasporti Graziano Delrio e del Lavoro Giuliano Poletti – A questo punto l’obiettivo del Governo, in attesa di capire cosa decideranno gli attuali soci di Alitalia, sarà quello di ridurre al minimo i costi per i cittadini italiani e per i viaggiatori”.

Accontentato per il momento i sindacati con l’accordo in extremis sullo slittamento del rinnovo del contratto, i vertici di Alitalia stanno stringendo sul piano industriale per la compagnia. Il piano, come ribadito dall’ad Cramer Ball a meta’ febbraio, e’ atteso entro la fine del mese: i primi giorni della settimana saranno quindi dedicati alla condivisione tra i soci di tutti i punti prima dell’ufficializzazione, mentre non e’ ancora stata convocata una riunione del cda. Timing non ancora definito ma una manciata di ore quelle che restano comunque per delineare i dettagli del nuovo, ennesimo, salvataggio di Alitalia. Secondo quanto si apprende, un maggiore taglio dei costi che potrebbe far salire di parecchio la cifra di 200 milioni l’anno previsti a regime, costituirebbe una delle parole chiave della revisione del piano che viene seguita passo passo dagli advisor industriali e finanziari Roland Berger e Kpmg. Una riduzione della spesa che non potrebbe superare i 160 milioni previsti per quest’anno, ma che potrebbe superare a regime i 250 ed anche oltre. Una cifra ancora maggiore infatti sarebbe auspicata dai soci bancari che preferiscono la strada di minori spese sicure, anche se non facili da mettere a punto, rispetto ad un aumento dei ricavi su cui gravano variabili e incertezze. Sui contenuti per il resto si ribadisce quanto gia’ annunciato: la rinegoziazione della joint venture transatlantica, che regola rapporti tra Usa, Italia, Canada e Messico con l’analisi dei singoli scenari a seconda dell’andamento dei negoziati; due diversi modelli di business, uno per il lungo raggio ed uno con una formula ‘ibrida’ sul breve e medio raggio, per essere “competitivi con le low cost senza diventare una low cost” ed un netto aumento dei ricavi di tutto il capitolo delle vendite a bordo che per Alitalia sono intorno ai 6 euro a passeggero e che si punta a raddoppiare. Nulla di nuovo per ora sul tema delle alleanze ed in particolare quella con Lufthansa che non va aldila’ delle intese commerciali. Certo e’ che per Ball e la sua squadra i margini di errore questa volta sono praticamente impossibili. Dopo la ricapitalizzazione di dicembre scorso, a fine marzo i soci potrebbero essere chiamati ad immettere nuova liquidita’ nelle casse della compagnia e fortissima attesa c’e’ anche da parte del governo che molto si sta spendendo sulla vicenda (e fonti di Alitalia compagnia esprimono grande apprezzamento per l’attenzione dell’Esecutivo), e dei sindacati. Il nodo occupazionale infatti resta caldissimo con esuberi tra i 1.600 ed i 2.000. dipendenti, senza contare gli effetti sull’indotto. “Bene sul contratto ma ora serve il piano perche’ quale sia il destino di Alitalia e’ ancora tutt’altro che chiaro e ci piacerebbe anche capire se questo governo ha una politica dei trasporti”, dice infatti Susanna Camusso. La leader della Cgil rispondendo ad una domanda su un ipotetico intervento pubblico sostiene: “non lo escludo ma vorrei capire perche’ non si puo’ fare nulla per Alitalia perche’ e’ aiuto di stato e si puo’ invece finanziare le compagnie low cost nei piccoli aeroporti”.

Il piano industriale di Alitalia “lo aspettiamo a fine mese, dovrebbe essere quello il tempo”. Cosi’ il ministro dei Trasporti, Graziano Delrio, interpellato a margine della presentazione con Trenitalia del nuovo contratto di servizio Intercity, sulla consegna al Governo del nuovo piano industriale di Alitalia. Il Governo ai primi di gennaio aveva chiesto all’azienda di ricevere un piano “dettagliato” e “condiviso”.
Intanto il ceo di Etihad, James Hogan, non commenta le indicazioni riportate da ‘Il Sole 24 Ore’ sull’ipotesi di cessione di Alitalia a compagnie low cost quali Ryanair o Easyjet che sarebbe stata esposta dall’ad di Alitalia Cramer Ball in un vertice con gli azionisti. L’ad di Etihad, come riporta il quotidiano economico, ha detto che “Etihad e governo di Abu Dhabi sono impegnati ad invertire la rotta di Alitalia e a farla tornare all’utile”.

La Cgil e’ preoccupata per la vicenda Alitalia e sottolinea che non c’e’ mai stato un piano industriale. “Siamo molto preoccupati per Alitalia”, ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso al videoforum di Repubblica.it. “Dal punto di vista della gestione ci sono responsabilita’ dell’impresa ma anche responsabilita’ del modo in cui si e’ mosso il governo”. “Quello che a noi pare preoccupante e’ che non c’e’ mai un piano industriale, l’approccio e’ sempre esclusivamente facciamo dei tagli, la restringiamo sempre di piu'”. “Non abbiamo mai avuto sindromi allergiche rispetto al tema della rinazionalizzazione, continuiamo a rimpiangere la Stet nelle tlc”, ha proseguito Camusso che pero’ precisa: “Un’Alitalia pubblica pero’ presuppone una politica degli aeroporti e degli altri vettori diversa da quella che e’ stata fatta”.

Via libera del Consiglio di Amministrazione di Alitalia alla seconda fase del piano industriale della Compagnia. Ieri, “in una riunione separata, l’assemblea degli azionisti ha deliberato un finanziamento a breve termine per consentire al management di avviare, nei prossimi 60 giorni, un negoziato con i principali stakeholder – società di leasing aereo, fornitori, società di distribuzione e sindacati – allo scopo di ottenere il loro impegno su misure che portino a una radicale riduzione dei costi; unico modo per garantire il sostegno di lungo termine di soci e istituti finanziari e assicurare così la sostenibilità dell’azienda”. A comunicarlo è Alitalia in una nota. Per Cramer Ball, amministratore delegato della Compagnia: “I prossimi due mesi sono cruciali per Alitalia. E’ di vitale importanza che il personale della Compagnia e i principali stakeholder, quali i partner commerciali, i fornitori e i sindacati, accettino e facciano propri i cambiamenti radicali di cui abbiamo bisogno. Solo così – sostiene – potremo ottenere un successivo e significativo finanziamento da parte degli azionisti, senza il quale Alitalia non avrà futuro”. A gennaio i dettagli della seconda fase del piano industriale saranno presentati al personale Alitalia. Alla base del programma ci sono la riduzione dei costi e l’aumento della produttività per poter competere con la concorrenza. Sulle risorse umane la Compagnia afferma che “nessuna decisione definitiva sulla riduzione del personale è stata ancora presa e il management comincerà da subito le consultazioni con il personale e con le rappresentanze sindacali”. Dichiara l’amministratore delegato: “Siamo determinati a lavorare in modo costruttivo con i sindacati per trovare un’intesa sul nuovo contratto di lavoro collettivo. Il loro sostegno all’attuazione della seconda fase del piano industriale è infatti imprescindibile” ed aggiunge: dobbiamo proseguire nel percorso di cambiamento intrapreso: abbiamo bisogno della giusta organizzazione, di una maggiore produttività e di una struttura dei costi adeguata. Se riusciremo a fare tutto questo, Alitalia avrà finalmente successo”. Il Consiglio di Amministrazione ha nominato Gaetano Miccichè e Federico Ghizzoni nuovi consiglieri a seguito delle dimissioni di Jean Pierre Mustier e di Paolo Colombo per l’assunzione di nuove responsabilità.