capo dello Stato

Non c’é mai stato un presidente della Repubblica di sesso femminile. Questo é un fatto. E’ stato un bene, é stato un male? Chi può dirlo? Oggi, alla vigilia dell’elezione del nuovo capo dello Stato, da più parti si chiede che il sostituto di Sergio Mattarella sia una donna, competente, qualificata, di grande autorevolezza e prestigio. Ritengo anche io che oggi sia il momento giusto perché ciò avvenga. Sarebbe il giusto riconoscimento per l’altra metà del cielo, per tutte quelle donne che anelano una rappresentanza – la più alta e importante della Repubblica – nella quale riconoscersi ancora di più. Ma, ciò che più conta, una donna sul colle più alto di Roma, assumerebbe il significato della legittimazione della femminilità nella rappresentanza dell’unità del Paese, della coesione sociale, della solidarietà fra le diverse parti della nazione. Una sfida culturale, una vittoria e una rivincita per tutte quelle donne che sono state penalizzate nel lavoro, nelle professioni, nella società per il solo fatto di non essere uomini. La politica, gli elettori del capo dello Stato hanno oggi una occasione storica per riconnettersi al Paese reale, per far propria la questione femminile e per elevarla al rango che merita.

“Vi sono di fronte a noi impegni e scadenze di cui le istituzioni dovranno assicurare in ogni caso il rispetto, garantendo risposte all’altezza dei problemi del momento”. Lo afferma, in una dichiarazione il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “L’alta affluenza al voto, registratasi nel referendum di ieri, è la testimonianza -prosegue il Capo dello Stato- di una democrazia solida, di un Paese appassionato, capace di partecipazione attiva”.  “L’Italia -dice ancora il Capo dello Stato- è un grande Paese con tante energie positive al suo interno. Anche per questo occorre che il clima politico, pur nella necessaria dialettica, sia improntato a serenità e rispetto reciproco”.

 

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha formalmente dato il via alle celebrazioni del 4 novembre, Giorno dell’unità nazionale e giornata delle Forze armate, deponendo questa mattina una corona d’alloro sulla tomba del Milite ignoto. Un omaggio ai caduti di tutte le guerre reso dal capo dello Stato – dopo l’esecuzione dell’inno di Mameli – insieme al presidente del Senato Pietro Grasso, alla presidente della Camera Laura Boldrini, al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi, al ministro della Difesa Roberta Pinotti, al capo di Stato Maggiore della Difesa generale Claudio Graziano e alle alte cariche civili e militari. Presenti, fra gli altri, anche il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti e il sindaco di Roma Virginia Raggi. Dopo il consueto passaggio della Pattuglia acrobatica, che ha diffuso in cielo una scia con i colori bianco, rosso e verde della nostra bandiera Mattarella ha passato in rassegna le bandiere dei diversi ordini militari. Un momento di particolare emozione tra la folla sistemata dietro le transenne che delimitavano la zona si è avuto quando è atterrato nel centro di Piazza Venezia un paracadutista, recando con sè un tricolore. Dopo il passaggio delle frecce tricolori Mattarella, con il ministro Pinotti, ha proceduto alla consegna delle Croci di “Cavaliere” dell’Ordine Militare d’Italia allo Stendardo del 1° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Antares” e alla Bandiera di Guerra del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”. Renzi, prima di andare via, si è fermato a salutare un gruppo di militari, fra cui l’ex deputato Gianfranco Paglia (ufficiale paracadutista dell’esercito costretto sulla sedia a rotelle in seguito ad una grave ferita subita nel 1993 durante una missione in Somalia), il quale gli ha domandato cosa ne pensasse della cerimonia. “Questa è più bella del solito – ha risposto il premier – mi è piaciuta di più”.