Non c’é mai stato un presidente della Repubblica di sesso femminile. Questo é un fatto. E’ stato un bene, é stato un male? Chi può dirlo? Oggi, alla vigilia dell’elezione del nuovo capo dello Stato, da più parti si chiede che il sostituto di Sergio Mattarella sia una donna, competente, qualificata, di grande autorevolezza e prestigio. Ritengo anche io che oggi sia il momento giusto perché ciò avvenga. Sarebbe il giusto riconoscimento per l’altra metà del cielo, per tutte quelle donne che anelano una rappresentanza – la più alta e importante della Repubblica – nella quale riconoscersi ancora di più. Ma, ciò che più conta, una donna sul colle più alto di Roma, assumerebbe il significato della legittimazione della femminilità nella rappresentanza dell’unità del Paese, della coesione sociale, della solidarietà fra le diverse parti della nazione. Una sfida culturale, una vittoria e una rivincita per tutte quelle donne che sono state penalizzate nel lavoro, nelle professioni, nella società per il solo fatto di non essere uomini. La politica, gli elettori del capo dello Stato hanno oggi una occasione storica per riconnettersi al Paese reale, per far propria la questione femminile e per elevarla al rango che merita.