Cara Mineo

La Procura distrettuale di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio di 17 persone per turbativa d’asta nell’inchiesta sulla concessione dell’appalto dei servizi al Cara di Mineo, dal 2011 al 2014, e per reati amministrativi del Sol.Calatino. Lo riporta l’Ansa, riferendosi alla notizia pubblicata dal quotidiano La Sicilia. Tra le persone, il sottosegretario all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione, in qualità di soggetto attuatore del Cara, Luca Odevaine, il sindaco di Mineo, Anna Aloisi, ex presidente del consorzio dei Comuni “Calatino Terra d’ Accoglienza”; l’ ex direttore del consorzio, Giovanni Ferrera; gli ex vertici dell’ Ati interessati. L’udienza preliminare è stata fissata per il 28 marzo prossimo, davanti al Gup Santino Mirabella. La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dal procuratore Carmelo Zuccaro e dai sostituti Raffaele Vinciguerra e Marco Bisogni.

“Ci vuole una gran bella faccia da parte di Massimiliano Fedriga della Lega nel chiedere la sfiducia del ministro Angelino Alfano per il Cara di Mineo: dimentica spudoratamente che il Centro accoglienza richiedenti asilo piu’ grande d’Europa realizzato in Sicilia e’ stato realizzato da un nome e cognome a lui molto caro: Roberto Maroni. E’ lui che da ministro dell’Interno ha firmato l’atto che ha portato migliaia di migranti nel Catanese”. Lo afferma il sottosegretario all’Agricoltura e leader del Ncd in Sicilia, Giuseppe Castiglione, sulla richiesta annunciata dal capogruppo della Lega alla Camera.

La polizia di Stato sta eseguendo perquisizioni e sequestri e notificando avvisi di garanzia a sei indagati dalla Procura di Caltagirone per una presunta truffa da un milione di euro nella contabilità sulle presenze di migranti nel Cara di Mineo. Le indagini della squadra mobile e del commissariato sono state avviate su risultanze dell’inchiesta Mafia Capitale, ma non riguarda il filone principale sulla gara complessiva, ritenuta illegittima dal presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, di cui è titolare la Procura di Catania. L’inchiesta, coordinata dal procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, ipotizza, a vario titolo, i reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, ai danni dello Stato e dell’Unione Europea.
Al centro delle indagini la contabilità relativa alle presenze giornaliere dei migranti ospiti del Cara di Mineo, finalizzata alla liquidazione delle somme spettanti al cosiddetto ‘ente gestore’: secondo la Procura di Caltagirone sarebbero stati rendicontati e corrisposti, dal 2012 al 2015, importi superiori a quelli dovuti, per un ammontare di circa un milione di euro. Agenti della squadra mobile di Catania e del commissariato della polizia di Stato di Caltagirone stanno eseguendo nei confronti dei sei indagati, in diverse regioni, un decreto di perquisizione e sequestro e contemporaneamente stanno notificando le informazioni di garanzia. Il provvedimento deriva dagli esiti delle indagini attivate dalla polizia di Stato su un filone del procedimento ‘Mafia Capitale’ della Procura di Roma sulla gara d’appalto, indetta il 24 maggio del 2014, per la gestione triennale dei servizi del Cara di Mineo, ritenuta illegittima nel febbraio del 2015 dall’Autorità nazionale anticorruzione, con parere del presidente Raffaele Cantone. Su questo filone è ancora aperto un fascicolo alla Procura distrettuale di Catania.?