‘Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre’. Lo disse Abraham Lincoln ma calza a pennello per il Movimento 5 Stelle che più volte si è spacciato per ciò che non era: un movimento con una reale democrazia al suo interno, votato al principio dell’onestà e della trasparenza, con il vincolo dei due mandati, e l’attività politica considerata come una parentesi di ‘servizio civile’ da abbandonare dopo un breve periodo, con il dogma dell’uno vale uno per il quale siamo tutti uguali, con il valore dell’incompetenza elevato a sistema, con lo spirito e le dinamiche della setta religiosa, del nemico alle porte e del complotto permanente. Si sgonfia dopo queste elezioni europee il mito del Movimento creato da Casaleggio padre e dal comico Beppe Grillo, che non a caso se ne è allontanato per non rimanere con il cerino in mano. Perché una bugia ha il tempo contato, soprattutto se la esponi e la racconti a un intero popolo che pretende esempi e non slogan. Diverso il discorso per la Lega di Matteo Salvini che mantiene, ahimè le sue promesse, e che ha il bagaglio culturale e ideologico della destra sovranista e autoritaria e che viene incontro alle frustrazioni di un popolo come quello italiano che non crede più nella democrazia e nelle sue lungaggini, che preferisce le maniere forti, le semplificazioni, le scorciatoie, la disintermediazione, il bianco o il nero. La Lega in tal senso è un’amara verità e il M5S, invece, una stupida bugia che non poteva più resistere dinnanzi al controllo di un elettorato che non perdona più nulla e che di fronte alla inconsistenza dei vertici del Movimento ha deciso di ritirare la fiducia accordata poco tempo fa.