democrazia

Il caso della professoressa di Italiano Rosa Maria Dell’Aria, dell’istituto industriale Vittorio Emanuele III di Palermo, sospesa per due settimane dall’Ufficio scolastico provinciale per un video in cui si confrontavano le leggi razziali al decreto sicurezza voluto da Salvini è emblematico dello spirito del tempo in questa nostra Italia, della strategia e della filosofia dell’autoritarismo che serpeggiano e che vogliono imbavagliare il libero pensiero, la pubblica opinione che contrasta con i dogmi del potere, la stampa non di regime, il respiro stesso dell’opposizione e delle minoranze di tutti i generi. Se da un lato è inquietante constatare lo strisciante conformismo al quale ci si dovrebbe conformare, dall’altro è consolatorio assistere a fenomeni vari di resistenza a tutte queste forme di abusi e di violenze che vengono perpetrati ai danni di chi non ha voce e strumenti per farla sentire. I professori e i giornalisti liberi sono custodi della civiltà e della democrazia, del confronto e del dialogo, del diritto di critica e di parola. Sono formatori ed educatori. A loro ma non soltanto a loro, il compito di difendere tutto ciò che abbiamo faticosamente conquistato e che oggi è a rischio.

L’antipolitica è un virus da battere. Mentre la campagna elettorale entra nel vivo, in un’intervista esclusiva al settimanale Famiglia Cristiana, domani in edicola, il presidente della Repubblica ribadisce le regole del gioco e indica un orizzonte di principi condivisi: la Costituzione (70 anni ben portati di valori, diritti e doveri), più l’Europa, alla quale i Paesi membri devono garantire un supplemento d’anima. Sergio Mattarella ragiona di astensionismo. “Non ho mai condiviso l’osservazione che, in fondo, va bene così perché molte democrazie sono caratterizzate da basse affluenze al voto”, ha sottolineato il presidente. “L’Italia ha una tradizione di ampia partecipazione. Una sua forte diminuzione costituirebbe il sintomo di un indebolimento della fiducia nelle istituzioni comuni e quindi uno stato di salute meno florido della democrazia”. Il Capo dello Stato ha puntato al cuore del disimpegno e della disaffezione alla politica. “Non si può configurare una contrapposizione tra istituzioni mal frequentate e una mitizzata ideale società civile: sappiamo che non è così”, ha puntualizzato Mattarella. “Anche i cittadini devono essere disponibili a un dialogo, a sollecitazioni costruttive, al desiderio-dovere di comprendere, ed eventualmente criticare scelte politiche prima di giudicarle sommariamente”.

“Il nostro compito e’ quello di tenere uniti quattro aspetti che rifondano una cultura politica: costruire una democrazia federale europea; riformare gli Stati nazionali, rafforzando la partecipazione dei cittadini e dando nuove forme di autonomia a Regioni e Comuni, per avvicinare verso il basso il processo decisionale, senza far venire meno la coesione nazionale; mettere al centro della nostra integrazione la sussidiarieta’”. Lo ha detto Vannino Chiti, presidente della commissione Politiche Ue del Senato, a Vienna, nel suo intervento all’8ª conferenza ‘Convertire la sussidiarieta’ in azione’.
“È un’impostazione fondamentale”, ha aggiunto Chiti. “A livello istituzionale, non si puo’ seguire la strada di un supercentralismo. È da affermare non solo nel rapporto tra le istituzioni, ma nella cultura quotidiana. La sussidiarieta’ va valorizzata anche nella dimensione ‘orizzontale’. Dobbiamo uscire dalla logica che vede associazionismo, volontariato come sostitutivi dell’assenza dello Stato. Saper valorizzare l’impresa sociale rappresenta un collante tra i cittadini che fa progredire anche la democrazia sovranazionale. L’articolo 5 del Trattato sull’Ue fornisce una definizione della sussidiarieta’ che tiene conto delle autonomie locali e regionali. La cooperazione tra la nostra commissione e la Conferenza delle Assemblee legislative regionali e’ diventata proficua in questa legislatura. Mi riferisco soprattutto alla partecipazione delle Assemblee regionali nella verifica del principio di sussidiarieta’. A maggio una delegazione comune, insieme a europarlamentari italiani e rappresentanti delle commissioni Affari Europei di 20 parlamenti, ha visitato l’hotspot di Pozzallo per contribuire a creare una maggiore presa di coscienza sulle migrazioni. Inoltre e’ stato approvato dall’Assemblea generale della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee regionali europee il progetto ‘Minori stranieri non accompagnati’. La partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni e’ fondamentale in questo tempo anche per rafforzare e far essere vincente la democrazia contro populismi e forze reazionarie”.

“Noi viviamo nella più incredibile stagione della propaganda che sia mai esistita. Non si tratta solo di fake news, ma della capacità di orchestrare una rete di comunicazione alternativa che è sempre stata un obiettivo dei regimi totalitari. Un soft power negativo. Due giorni fa un sito internet ha pubblicato la notizia che alcuni profili Facebook con 7 milioni di like sono stati oscurati perché si è riconosciuto che si trattava di propaganda”. Così il segretario Pd Matteo Renzi nel corso della presentazione del Rapporto Civita ‘Il soft power dell’Italia’ di Giuliano Da Empoli. “La propaganda e le fake news sono l’altra faccia del soft power, quella cattiva. Serve difendere il gioco democratico da chi produce pagine che hanno milioni di like diffondendo cattivi contenuti”, ha aggiunto.

La democrazia non é un sistema perfetto, ma rimane il migliore dei sistemi di governo. Tutte le volte in cui si vota una riforma elettorale, si assiste al piagnisteo di quelle formazioni politiche che, dalla approvazione della legge elettorale, ne riceveranno un danno. Da qui le proteste e le minacce. Sarebbe bello che tutti i partiti trovassero un accordo su una legge elettorale funzionale alla governabilità e alla rappresentanza delle forze in Parlamento, ma ciò accade raramente. La dura realtà della politica e della democrazia ci dice invece che una legge elettorale passa solo se i partiti che la votano la riterranno confacente agli interessi propri. E si tratta di interessi legittimi. La democrazia é la legge del più forte, della maggioranza, nel rispetto delle minoranze. Così é in democrazia. Anche perché non esiste una legge elettorale migliore di un’altra. Ogni legge elettorale vale per il paese nel quale vige e nel contesto storico-politico nel quale matura.

La democrazia e’ minacciata nel mondo dal “nazionalismo autoritario”, ma anche dal potere di consorterie del denaro che condizionano le decisioni della politica e considerano le persone “consumatori e solo molto in secondo ordine cittadini”. Lo ha detto il leader laburista britannico, Jeremy Corbyn, alla conferenza di partito di Brighton, invocando una nuova stagione di partecipazione e di controllo democratico, per evitare che le persone comuni siano “intimidite” o private dei loro diritti e della loro voce. Fra gli esempi di diritti da difendere delle persone comuni, Corbyn ha poi citato i casi abuso sessuale e pedofilia, definiti “ripugnanti”, insabbiati in passato. Casi che, ha sottolineato, hanno spesso riguardato donne e bambini dei ceti sociali piu’ svantaggiati.

“La situazione dell’Europa e’ difficile e controversa ma e’ meglio di un anno fa, quando si parlava di una sua possibile distruzione. Nessuno piu’ pensa a questo. Le elezioni francesi hanno dato un risultato insperato, ora l’ultimo grande round elettorale europeo saranno le elezioni tedesche ma sono convinto che non presenteranno alcun grande fatto nuovo riguardo alla politica europea. I problemi rimarranno ma avremo tempo per affrontarli”. Romano Prodi, intervistato al ‘Cortile di Francesco’, tira un sospiro di sollievo sul futuro dell’Europa. “Il problema ora – aggiunge – e’ trovare una politica comune. O l’Europa e’ forte coi suoi principi oppure non ha nulla da dire al mondo. Dobbiamo riorganizzare i grandi temi del futuro, il compito della democrazia e’ ridare speranza a tutti”.

“Il sovranismo autocratico per qualcuno è più capace di garantire benessere che non il sistema complesso delle democrazie. Io penso che sia un miraggio e che possa diventare anche un miraggio pericoloso”. Lo ha detto nel suo intervento alla cerimonia che ha dato il via al ‘Viaggio della Costituzione’ il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. “Sono più che mai convinto – ha aggiunto – del contrario: Lo sviluppo economico e la riduzione delle diseguaglianze devono andare di pari passo con democrazia e libertà”.

“Alla luce della inqualificabile spudoratezza del lido di Chioggia, la proposta di legge da oggi all’esame della Camera, presentata dal Pd, appare piu’ che mai necessaria per rafforzare la tutela della democrazia e contrastare con piu’ efficacia la propaganda del regime fascista e nazifascista”. Lo dichiara, in una nota, la deputata del Pd, Vanna Iori. “La legge prevede che chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualita’ e’ punito con la reclusione da sei mesi a due anni”, spiega Iori. “Lo scopo di questa legge e’ introdurre nel codice penale una nuova fattispecie relativa al reato di propaganda del regime fascista e nazifascista per colpire comportamenti talvolta piu’ estemporanei, come il cosiddetto saluto romano che, non possono essere derubricabili a un semplice fatto di folklore, cosi’ come tutta l’attivita’ commerciale che ruota intorno alla vendita e al commercio di gadget , simboli o slogan esplicitamente rievocativi dell’ideologia del regime fascista o nazifascista”, prosegue. “Altrettanto importante e’ l’aggravante di pena derivante dall’aver commesso il fatto attraverso strumenti telematici o informatici che consentono con pochi click di veicolare messaggi, immagini o simboli a una immensa platea di destinatari, come attestano i numerosi siti web e le pagine Facebook”, conclude Iori.

La Tunisia ha intrapreso “un convinto e coraggioso cammino per portare a compimento la transizione democratica e porre a fondamento della sua vita istituzionale lo stato di diritto, la tutela delle liberta’ individuali e una costruttiva dialettica politica”. Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio alla Fondazione Craxi, che ha organizzato a Roma un convegno sulla ‘Tunisia speranza nel Mediterraneo’. “Questo processo – prosegue Mattarella – caratterizzato da partecipazione popolare e dal netto rifiuto a ogni forma di violenza, costituisce un esempio virtuoso per tutta la regione. E’ importante, oggi piu’ che mai, che la comunita’ internazionale sia al fianco della Tunisia a cordiale sostegno del suo ruolo di baluardo della stabilita’ e pacificazione nel Mediterraneo. Si tratta di un ruolo che da sempre l’Italia apprezza e che valorizza un rapporto bilaterale fondato sulla sincera amicizia tra i due Paesi e la comune ambizione a costruire societa’ piu’ libere, piu’ prospere e piu’ ricche di opportunita’ per le giovani generazioni. L’attenzione al consolidamento delle istituzioni democratiche tunisine – continua Mattarella – non deve affievolirsi e va salutato positivamente l’appello firmato da diverse personalita’ internazionali a favore della transizione democratica”.