donna

Non c’é mai stato un presidente della Repubblica di sesso femminile. Questo é un fatto. E’ stato un bene, é stato un male? Chi può dirlo? Oggi, alla vigilia dell’elezione del nuovo capo dello Stato, da più parti si chiede che il sostituto di Sergio Mattarella sia una donna, competente, qualificata, di grande autorevolezza e prestigio. Ritengo anche io che oggi sia il momento giusto perché ciò avvenga. Sarebbe il giusto riconoscimento per l’altra metà del cielo, per tutte quelle donne che anelano una rappresentanza – la più alta e importante della Repubblica – nella quale riconoscersi ancora di più. Ma, ciò che più conta, una donna sul colle più alto di Roma, assumerebbe il significato della legittimazione della femminilità nella rappresentanza dell’unità del Paese, della coesione sociale, della solidarietà fra le diverse parti della nazione. Una sfida culturale, una vittoria e una rivincita per tutte quelle donne che sono state penalizzate nel lavoro, nelle professioni, nella società per il solo fatto di non essere uomini. La politica, gli elettori del capo dello Stato hanno oggi una occasione storica per riconnettersi al Paese reale, per far propria la questione femminile e per elevarla al rango che merita.

“È l’ultimo 8 marzo di questa legislatura in cui ho presieduto la Camera dei deputati. È stata una legislatura di forte impegno contro la violenza di genere e per i diritti delle donne. E questo e’ stato possibile grazie all’impegno di tante deputate che hanno lavorato insieme a prescindere dalle appartenenze politiche”. Lo scrive su facebook Laura Boldrini, presidente della camera. Su questi temi, aggiunge, “ho caratterizzato il massimo del mio impegno di Presidente della Camera, attraverso diverse iniziative contro la violenza, per l’occupazione e l’imprenditoria femminile, per affermare il linguaggio di genere. Un impegno culminato nella straordinaria giornata del 25 novembre scorso, quando 1.400 donne hanno riempito le aule di Montecitorio. Molto ancora c’e’ da fare e mi auguro che nella legislatura che sta iniziando questo impegno prosegua e si intensifichi”. “E auspico che il prossimo governo, a differenza di quelli passati, istituisca finalmente un Ministero delle pari opportunita’, dotato dei poteri e delle risorse necessarie. Buon otto marzo a tutte!”, conclude.

Il nuovo presidente progressista della Corea del Sud Moon Jae-in ha annunciato le sue scelte per i posti chiave di ministro delle Finanze e degli Esteri. In particolare, per quest’ultimo ruolo, ha indicato Kang Kyung-wha, che sarà così la prima donna nella storia sudcoreana a capeggiare la diplomazia. Gli annunci sono stati fatti durante una conferenza stampa teletrasmessa. A capo del ministero delle Finanze andrà l’ex viceministro Kim Dong-Yaeon, che sarà anche vicepremier. Le scelte del presidente dovranno essere confermate dopo audizioni. Kang ha lavorato per le Nazioni hite dal 2006 e, secondo Moon, si tratta del migliore candidato per “rafforzare lo status della nostra diplomazia grazie alla sua abbondante esperienza sul palcoscenico internazionale e alla sua forte inziiativa”. Come consigliere di sicurezza nazionale, Moon ha indicato Chung Eui-yong, un ex diplomatico diventato parlamentare, che gli ha fatto da consulente per la politica estera durante la campagna per la presidenza. Anche questa è una novità: tradizionalmente il posto è ricoperto da un militare. Ma il nuovo presidente ha sostenuto che “di fronte alla minaccia nucleare della Corea del Nord, io credo che il ruolo della diplomazia sia più importante per la nostra sicurezza”. Sempre nell’ambito della sicurezza e della diplomazia, Moon ha anche indicato come consiglieri speciali Moon Chung-in, un professore onorario dell’Università Yonsei di Seoul, e l’ex numero uno del quotidiano JoongAng Ilbo Hong Seok-hyun. Moon, più che un confronto duro, vorrebbe sfidare la Corea del Nord sul terreno della diplomazia in modo da aprire un tavolo diplomatico, sempre che Pyongyang “cambi il suo comportamento”, ha spiegato nella conferenza stampa.