leadership

“Penso che ci sono dei momenti in cui la leadership deve esprimere la sua generosità. Da questo punto di vista è generoso quel leader che antepone, se è uno statista, gli interessi del paese agli interessi di sé stesso, ed è generoso il leader politico che antepone l’interesse della sua parte all’interesse personale”. Lo dice Gianni Cuperlo a proposito di Matteo Renzi a Radio Capital spiegando che sarà il segretario Pd a decidere quale mossa fare.
“Quello che spero il segretario non voglia fare -continua Cuperlo- è di tornare a sfidare in modo muscolare il paese: abbiamo già visto come va a finire questo film, lo abbiamo visto in particolare nel referendum costituzionale. Penso che dopo il risultato della Sicilia sarebbe stato saggio avere un atteggiamento diverso anche rispetto ai commenti della prima ora, invece di attaccare nella prima riflessione pubblica il presidente del Senato per una presunta pavidità nel non aver accettato quella sfida”.

“Abbiamo la necessità di una grande politica europea nel Mediterraneo”. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri Angelino Alfano intervenendo alla conferenza ‘Transatlantic Forum on Russia’, tenutasi oggi presso il Centro Studi Americani a Roma. Secondo il titolare della Farnesina, “una regola da applicare in politica estera è che quando viene lasciato un vuoto, prima o poi qualcuno lo colmerà”. “Noi siamo l’Europa, il cui futuro dipende dalla capacità che avrà di prendersi alcuni profili di leadership che le storia e la geografia gli consegnano. Se l’Europa rinuncerà ad alcuni profili di leadership non può lamentarsi se qualcuno li assumerà”, ha spiegato Alfano riferendosi all’intervento russo nel Mediterraneo.

Renzi ha vinto “molto bene congresso e la sua leaedership e’ pienamente legittimata”. Lo ha detto il ministro per la Coesione territoriale, Claudio De Vincenti, parlando con i giornalisti in occasione di una iniziativa pubblica a Pompei. Il partito democratico per il ministro “deve ascoltare e capire i problemi della societa’, trovare le soluzioni e guardare al futuro”. E la missione è “quella di inserire l’azione di riforma del governo in una prospettiva, guardare lontano partendo dai problemi che le persone vivono oggi”.

“Il motore del centrodestra ruggisce da tempo. Negli ultimi due anni abbiamo regolarmente vinto le tornate amministrative, e abbiamo sempre aumentato il nostro consenso a scapito del Partito democratico di Renzi e del Movimento 5 stelle di Grillo. Poi, lo scorso 4 dicembre, abbiamo guidato lo schieramento del ‘No’ alla riforma Boschi della Costituzione ad un successo clamoroso e inaspettato – non dal sottoscritto – nelle proporzioni che si sono poi palesate”. Cosi’ Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un’intervista a “Il Dubbio”. “La vittoria a queste ultime amministrative e’ solo la punta di un iceberg cresciuto esponenzialmente e che domenica scorsa ha completato la prima parte della sua mission: abbiamo conquistato roccaforti della sinistra come Genova, La Spezia, Piacenza, L’Aquila, Pistoia, e confermato il nostro buon governo in tante altre realta’. Adesso, il prossimo step sono le elezioni politiche del 2018. Il centrodestra unito e’ in grande salute, forte, determinato e pronto a tornare al governo del Paese. A livello locale sono stati premiate le nostre scelte e la nostra chiarezza, adesso tocca lavorare per trasporre tutto questo anche a livello nazionale. Sediamoci subito intorno a un tavolo per scrivere i programmi unitari della nostra area politica, le proposte che vogliamo fare al Paese e agli italiani. Vedo che finalmente anche Salvini concorda con questa impostazione, io chiedo questo luogo di confronto da mesi e mesi, cosi’ come da mesi chiedo un coordinamento parlamentare tra i gruppi di centrodestra che sarebbe importantissimo per gettare le basi della futura maggioranza. Leadership? Il segretario del Carroccio ama le fughe in avanti, io sono un uomo concreto, un economista, agli slogan preferisco la fredda oggettivita’ dei numeri e dei fatti. Forza Italia e’ il primo partito del centrodestra, e lo ha confermato anche in questa tornata amministrativa. La Lega e’ un partito territoriale, la nostra onda azzurra, invece, ha coinvolto tutto lo stivale, da Nord a Sud, passando per il Centro. Forza Italia ha ottenuto 124 consiglieri comunali in tutta Italia, la Lega ne ha ottenuti 80, Fratelli d’Italia 50, poi ci sono 337 consiglieri comunali eletti nelle liste civiche, in gran parte riferibili a Forza Italia, soprattutto nel Centro-Sud. Quindi, tranquillamente, possiamo dire che Forza Italia e’ il partito traente all’interno del centrodestra, e che questo e’ confermato da tutti i sondaggi che ci vedono stabilmente sopra la Lega: e’ semplicemente la verita’ dei fatti. Ma non vogliamo fare alcuna polemica con i nostri alleati: noi diciamo che una forte Forza Italia, una forte Lega, una forte Fratelli d’Italia, piu’ la forza del territorio attraverso le liste civiche, ci hanno portato alla vittoria e ci faranno vincere anche nel 2018”, conclude Brunetta.

“A proposito di primarie: mentre si svolgono quelle del Pd, ormai consolidate come prassi e come rituali, anche la vasta area del centro con aperture a destra si interroga sul tema della leadership. Si resta tuttora sorpresi davanti alla polverizzazione con cui una importante classe politica, rappresentativa della maggioranza del Paese, ha reagito all’improvviso oscurarsi della leadership di persone come Berlusconi, Casini o Monti. Da ognuno dei soggetti politici da loro creati, sviluppati e portati alla attenzione delle cronache nazionali ed internazionali, sono scaturiti una miriade di partiti e partitini, ognuno con il suo leader di giornata, con una rappresentativita’ tutta da verificare e con sigle variabili, che fanno impazzire la stampa, che si vendica definendone la maggioranza sotto la voce: altri…”. Lo afferma l’onorevole Paola Binetti, Udc. “La domanda, la sfida che ieri sera Renzi lanciava a questo universo cosi’ variegato, e’ molto semplice: Ce la fara’ a fare primarie? A verificare chi potrebbe essere il leader designato dalla base a rappresentare tutti? Io credo che francamente non sia ne’ possibile ne’ conveniente. Le primarie di un ipotetico rassemblement, cosi’ vasto ed eterogeneo, non sono possibili, perche’ comunque non impegnerebbero la gente a sostenere successivamente un leader cosi’ designato alle elezioni. In un contesto cosi’ complesso serve un accordio collegiale, capace di definire con chiarezza responsabilita’ ed impegni di ognuno, prima ancora che pensare a spartirsi brandelli di potere, come accade in altri luoghi politici”, continua. “Lo stesso esperimento Renzi, sorto da primarie eccezionali che sfioravano i 3 milioni di votanti, non ha affatto dato i risultati attesi. Un eccesso di presenzialismo, che in alcuni momento e’ diventato vero e proprio narcisismo; scarsa tolleranza al dissenso interno che ha prodotto, almeno scissioni e migrazioni; e soprattutto un clima costante di campagna elettorale. Negazione dei problemi, enfatizzazione di micro-risultati positivi, strategie mutevoli e non sempre efficaci. Un’area come quella del Centro, alternativa al Pd e al M5S, non ha bisogno di giocarsi la sua identita’ sulla faccia di o sul nome di un leader: ha bisogno di presentare un modo diverso di fare politica, con una responsabilita’ diffusa in tutta la classe dirigente, con valori condivisi e stili politici diversi ma convergenti nelle priorita’ chiare del Paese, che sono: lavoro per i giovani e ripresa economica per famiglie ed aziende; tutela delle fasce piu’ fragili: anziani, oltre a cronicita’ e disabilita’. Rispetto per l’Europa e rispetto dall’Europa; capacita’ di accoglienza e senso della legalita’. Fatti e non parole”, conclude.

“Non solo non sono Macron per le mie ragioni di non fare politica ma perche’ penso che non si debbano importare leadership da fuori: cerchiamo le nostre strade, e’ anche una questione di dignita’ nazionale”. Cosi’ il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, nel corso de L’Intervista su Sky Tg24. “Non penso che nessuno debba guardare a Macron, noi dobbiamo trovare il nostro modello di leadership”, ha aggiunto Calenda.

“La nostra priorita’ e’ costruire il centrodestra”, lo dice a Repubblica Paolo Romani, capogruppo di Forza Italia al Senato, riconoscendo “La qualita’ politica, oltre che tecnica” del ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda. “Prima parliamo di contenuti e di programmi, poi di potenziali leadership”, ha aggiunto Romani. Il partito non e’ alla ricerca di un “papa straniero”, ne abbiamo gia’ uno indiscusso: Silvio Berlusconi”. Con il  ministro Calenda “Ci siamo visti – racconta Romani – in quell’occasione abbiamo fatto una panoramica sulla situazione politica, sulle esperienze di governo, passate e presente, sulle prospettive per il futuro. Un giro d’orizzonte, nulla di piu'”.

“L’Unione Europea e’ chiamata a una sfida decisiva. Deve dimostrare leadership, perche’ a est ha Putin, che su una serie di partite ha dimostrato di essere un giocatore capace di esercitare una certa leadership, e dall’altra parte ha Trump che ha un atteggiamento di forte propensione a una rinnovata leadership americana”. Lo ha detto a “Voci del mattino”, Radio1 Rai, il ministro degli Affari Esteri Angelino Alfano. “Senza giri di parole, va detto che o l’Europa e’ in grado di dimostrarsi forte sulle grandi partite di questo nostro tempo, oppure e’ chiaro che la leadership sara’ degli altri. E per leadership non si intende una cosa astratta, bensi’ protagonismo nelle partite economiche globali, protagonismo nella partita cruciale per il Mediterraneo; credo che saremo in grado di giocarci meglio questa partita se saremo in grado di esprimere una Difesa comune europea”.