Leone d’oro

Si chiude la mostra del cinema di Venezia 2016, 73esima edizione. Il Leone d’oro per il miglior film e’ The Woman who left (Ang Babaung Humayo) di Lav Diaz (Filippine). La Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile va a Emma Stone nel film La La Land di Damien Chazelle (Usa), mentre per la migliore interpretazione maschile va a Oscar Martinez nel film El Ciudadano ilustre di Mariano Cohn e Gaston Duprat (Argentino, Spagna). Gran Premio della giuria a Nocturnal Animals di Tom Ford (Usa). Leone d’argento per la migliore regia ex aequo a Amat Escalante per il film La Region Salvaje (The Untamed) e a Andrei Konchalovsky per il film Paradise. Il premio Orizzonti per il miglior film va a Liberami di Federica Di Giacomo (Italia, Francia). Il premio per la migliore sceneggiatura va a Noah Oppenheim per il film Jackie di Pablo Larrain (Regno Unito). Paula Beer nel film Frantz di Francois Ozon (Francia) si aggiudica il premio Marcello Mastroianni a una giovane attrice emergente. Il premio speciale della giuria va al film The Bad Batch di Ana Lily Amirpur (Usa).Come miglior film restaurato è stato premiato “Break Up – L’uomo dei cinque palloni” di Marco Ferreri (Italia-Francia, 1963-1967, 85′), presentato dalla Cineteca di Bologna e dal Museo nazionale del Cinema di Torino, in occasione del ventennale della morte di Marcello Mastroianni.

Invecchiare non e’ facile, se sei stato un personaggio famoso anche per la bellezza e’ ancora piu’ difficile, se sei stato una leggenda e un sex symbol, uomo o donna non importa, puo’ essere davvero un problema. Ne sa qualcosa Alain Delon per citare un divo che soffre (anche) per questo. Cosi’, vedere Jean Paul Belmondo, 83 anni che cammina a fatica, si muove con il bastone o su una sedia a rotelle, e le persone intorno lo aiutano a piegare le gambe per alzarsi, assistere insomma alla sua decadenza fisica (un’ischemia lo colpi’ nel 2001), stringe il cuore. Quel sorriso che faceva impazzire le donne della sua generazione, l’umorismo nelle risposte sembrano riportare indietro nel tempo. Ma la domanda delle domande, che vale per lui, per Delon, per la Loren, la Bardot, Trintignant, Jeanne Moreau e chissa’ quanti altri, ossia ‘pensa mai al passato?’ trova tante diverse risposte. ”Jamais, mai, guardo sempre davanti davanti” e’ quella di Belmondo, una carriera di film indimenticabili come Fino all’ultimo respiro di Godard e Borsalino per citare solo due titoli e un numero incredibile di copertine, camicetta aperta, sigaretta sulle labbra, l’audacia nello sguardo. Con una lunga standing ovation lo accoglie la stampa e tutta la Sala Grande del Palazzo del Cinema e’ in piedi per lui alla consegna del Leone d’oro alla carriera introdotto con affetto da Sophie Marceau. Sorride felice ma resiste alla commozione facile Bebel. Rimpianti nella sua vita? ”Nessuno, ho fatto tutto quello che volevo fare e oggi amo le cose che ho la vita, il sole e il mare”. Venezia gli ricorda tante cose cosi’ come l’Italia, l’incontro con De Sica ”mi propose La Ciociara con Sophia Loren”, dice e la voce modula la parola Loren sottintendendo fuochi d’artificio, ”e poi Gina Lollobrigida e ancora Claudia Cardinale”: pronuncia quei nomi e si illumina mentre la folla nota e applaude. ”Da giovane – dice – venivo a Venezia per lavorare, per necessita’ ora invece che bello questo omaggio, ne sono onorato. I ricordi sono tanti ma uno e’ prevalente: una volta sorvolai Venezia appeso ad un elicottero”. Nel breve incontro con la stampa, Belmondo ha ricordato Godard: ”aveva fatto teatro per nove anni quando e’ arrivato lui a propormi il cinema, era Fino all’ultimo respiro, e’ stato l’inizio della mia carriera”. Tanti registi tanti film diversi, un unico grande carisma: ”mi sono sempre divertito ogni film che facevo, mi piaceva cambiare genere, romantico, poliziesco. Del resto la vita e’ cosi’, un giorno si piange, l’altro si ride”. E Alain Delon lo sente? ”Ci vediamo sempre, siamo amici da sempre”, risponde smentendo quelle rivalita’ che negli anni ’60 e ’70 erano gossip quotidiano”.

La Spagna conquista il Leone d’oro alla Biennale di Architettura di Venezia. La Giuria della 15/ma Mostra internazionale ha assegnato il premio, riconoscendo l’accurata selezione delle professionalità emergenti e la creatività. Giappone e Perù hanno ricevuto due menzioni. Il Leone d’Oro alla carriera è andato a Paulo Mendes da Rocha (Brasile). Una menzione speciale è stata assegnata a Maria Giuseppina Grasso.