Medio Oriente

Il presidente palestinese Abu Mazen ha detto ad una delegazione del partito di sinistra israeliano Meretz di non capire la politica dell’amministrazione Usa nei confronti del tema israelo-palestinese. Lo riferiscono i media israeliani. Lo hanno fatto sapere ai media i rappresentanti di Meretz presenti all’incontro. “Ho incontrato gli emissari di Trump dall’inizio del suo mandato circa 20 volte e ogni volta – ha detto Abu Mazen, secondo quanto riferito – hanno sottolineato il loro impegno nella soluzione a 2 stati e nella fine della costruzione degli insediamenti. Ho insistito perche’ dicessero la stessa cosa a Netanyahu, ma non l’hanno fatto”. “Non capisco – ha concluso – come si stanno comportando con noi, visto che all’interno della loro stessa nazione, l’amministrazione e’ nel caos”.

La soluzione dei due Stati rimane “l’unica via” per palestinesi e israeliani: lo ha detto Nikolay Mladenov, coordinatore speciale dell’Onu per il processo di pace in Medio Oriente, parlando in videoconferenza durante una riunione del Consiglio di Sicurezza. “Israele, la Palestina e la comunità internazionale – ha aggiunto – hanno il dovere di evitare crescenti tensioni, astenersi da azioni unilaterali e lavorare insieme per difendere la pace”. Le sue parole arrivano dopo quelle del presidente degli Usa Donald Trump, che ha sostanzialmente fermato la soluzione dei due Stati.

Per il “processo di pace in Medio oriente” la “speranza che si possano riprendere i negoziati diretti tra le Parti per giungere alla fine della violenza che causa inaccettabili sofferenze alle popolazioni civili e ad una soluzione giusta e duratura”. Auspicio che, “con il sostegno della Comunità internazionale, si intraprendano misure che favoriscano la reciproca fiducia e contribuiscano a creare un clima che permetta di prendere decisioni coraggiose in favore della pace”. Li hanno espressi il Papa e Abu Mazen. Santità. Il Vaticano ha riconosciuto completamente la Palestina come stato indipendente, spero che altri stati prendano esempio dalla Santa Sede”. Così Abu Mazen dopo il suo incontro con Papa Bergoglio. Il presidente palestinese è a Roma per inaugurare l’ambasciata presso la Santa Sede.

Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha ribadito oggi di essere pronto a riprendere i negoziati di pace se il governo israeliano fermerà gli insediamenti nei Territori occupati. E’ quanto riferisce un comunicato della presidenza dell’autorità palestinese. “Non appena il governo israeliano accetterà di interrompere tutte le attività di colonizzazione, i responsabili palestinesi sono pronti a riprendere i negoziati”, ha proseguito Abu Mazen dopo il discorso del segretario si Stato americano John Kerry, che ha sostenuto come “gli insediamenti mettano in pericolo la soluzione dei due Stati, l’unica per arrivare alla pace”. Dopo aver ricordato il suo impegno “per una pace giusta”, il presidente palestinese ha detto di proseguire nella stretta collaborazione con la Francia in vista della riuscita della conferenza internazionale sul Medio Oriente, in programma il 15 gennaio a Parigi.

Papa Francesco incoraggia ancora una volta l’azione delle donne, augurandosi che aumenti la loro presenza nella società. L’occasione è il telegramma inviato a mons. Francesco Cacucci, arcivescovo di Bari, per la seconda Conferenza Donne Medio Oriente e Mediterraneo “Donne operatrici di pace per una cultura dell’incontro e del dialogo” organizzata dall’Umofc-Unione mondiale delle organizzazioni femminili cattoliche e dal Fiac-Forum internazionale di Azione cattolica, in collaborazione con l’Azione cattolica della diocesi di Bari e la Delegazione regionale della Puglia. In occasione della Conferenza promossa “nel contesto del Giubileo Straordinario della Misericordia che tutti invita al generoso esercizio delle opere di misericordia corporali e spirituali”, si legge nel messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, il Papa “rivolge il suo beneaugurante pensiero e saluta cordialmente tutte le donne presenti, particolarmente quelle provenienti dal Medio Oriente e dai paesi segnati da conflitti sociali, dalla poverta’ e dalle discriminazioni”. Francesco auspica “che si allarghino gli spazi della presenza delle donne e si intensifichi la loro opera nel ricercare occasioni di incontro, di conoscenza e di dialogo e il comune impegno per la edificazione di un futuro di prosperita’ e di pace produca abbondanti frutti di crescita umana e sociale e contribuisca alla riconciliazione tra gli uomini e alla rinnovata concordia tra le nazioni”.

E’ salito a due morti – un’agente di polizia e una donna di 60 anni – e cinque feriti il bilancio dell’attentato terroristico avvenuto questa mattina Gerusalemme, dove un uomo ha aperto il fuoco contro i passanti e gli agenti di polizia prima di essere ucciso. Secondo quanto riferisce il sito web informativo “Ynet”, il responsabile sarebbe un cittadino israeliano di 39 anni residente nel quartiere Silwan di Gerusalemme est. Dalla ricostruzione della polizia sembra che l’uomo abbia sparato dalla sua auto contro dei passanti ad una fermata del tram davanti alla stazione di polizia nella zona “Ammunition Hill”. L’attentatore e’ poi fuggito dalla scena e ha continuato a sparare ferendo altre due persone sedute all’interno della propria auto. L’uomo si e’ quindi diretto verso la Tomba di Simeone ma e’ stato fermato dagli agenti di polizia in motocicletta, con cui ha ingaggiato un conflitto a fuoco. Uno degli agenti e’ rimasto gravemente ferito ed e’ morto in seguito per le ferite riportate. Un altro agente e’ rimasto leggermente ferito nella sparatoria. Il nome del terrorista non e’ ancora stato reso noto.

”Dobbiamo lavorare assieme contro il terrorismo e lavorare assieme per la pace”. Lo afferma il premier israeliano Benyamin Netanyahu, ricordando la firma del trattato di pace nel 1979 fra Israele ed Egitto che, per il premier, rappresenta “un’ancora di stabilità per il Medio Oriente”. Netanyahu ha partecipato al ricevimento offerto dall’ambasciatore dell’Egitto Hazem Kahirat per la festa nazionale del suo Paese. ”Salutiamo gli sforzi del presidente al-Sisi per far avanzare la pace e per includere altri Stati arabi nel tentativo di raggiungere una pace allargata a tutti i popoli del Medio Oriente’, ha detto il premier israeliano.