Papa

“Come Gesù ‘scuoteva’ i dottori della legge perché uscissero dalla loro rigidità, ora anche la Chiesa è ‘scossa’ dallo Spirito perché lasci le sue comodità e i suoi attaccamenti”. Lo ha detto il Papa nella messa a Medellin. “Il rinnovamento non deve farci paura. La Chiesa è sempre in rinnovamento – ‘Ecclesia semper reformanda’ -. Non si rinnova a suo capriccio, ma lo fa fondata e ferma nella fede, irremovibile nella speranza del Vangelo che ha ascoltato”, ha detto Francesco. “Il rinnovamento richiede sacrificio e coraggio, non per sentirsi migliori o impeccabili, ma per rispondere meglio alla chiamata del Signore”, ha spiegato il Pontefice. “E in Colombia – ha osservato, applaudito dalla folla dei fedeli – ci sono tante situazioni che chiedono ai discepoli lo stile di vita di Gesù, particolarmente l’amore tradotto in atti di nonviolenza, di riconciliazione e di pace”. Parlando del “servizio” che Gesù chiede ai discepoli, il Papa ha sottolineato che “lo ha capito bene Pietro Claver, che oggi celebriamo nella liturgia e che domani venererò a Cartagena. ‘Schiavo dei neri per sempre’ fu il motto della sua vita, perché comprese, come discepolo di Gesù, che non poteva rimanere indifferente davanti alla sofferenza dei più abbandonati e oltraggiati del suo tempo e che doveva fare qualcosa per alleviarla”. San Pietro Claver, sacerdote gesuita, di cui oggi si celebra la memoria liturgica, fu apostolo tra gli schiavi neri deportati. “Fratelli e sorelle – ha aggiunto il Papa -, la Chiesa in Colombia è chiamata a impegnarsi con maggiore audacia nella formazione di discepoli missionari, come abbiamo indicato noi Vescovi riuniti ad Aparecida nell’anno 2007. Discepoli che sappiano veder, giudicare e agire, come proponeva il documento latinoamericano nato in queste terre (cfr Medell¡n, 1968). Discepoli missionari che sanno vedere, senza miopie ereditarie; che esaminano la realtà secondo gli occhi e il cuore di Gesù, e da lì la giudicano. E che rischiano, agiscono, si impegnano”.

“Uno dei vostri illustri letterati scrisse parlando di uno dei suoi mitici personaggi: ‘Non immaginavo che fosse più facile iniziare una guerra che concluderla’”. Così il Papa citando, per la seconda volta nella sua prima giornata a Bogotà, il celebre scrittore colombiano Gabriel García Márquez. “Tutti – ha chiosato Bergoglio – sappiamo che la pace esige dagli uomini un coraggio morale diverso. La guerra deriva da quanto di più basso c’è nel nostro cuore, la pace invece ci spinge ad essere più grandi di noi stessi. Poi, lo scrittore aggiungeva: ‘Non pensavo che ci sarebbero volute tante parole per spiegare quello che si provava nella guerra, in realtà ne bastava una sola: paura’. Non è necessario – ha detto il Papa – che vi parli di tale paura, radice avvelenata, frutto amaro e nefasta eredità di ogni conflitto. Desidero incoraggiarvi a continuare a credere che si può agire diversamente, ricordando che non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura; lo stesso Spirito testimonia che siete figli destinati alla libertà della gloria ad essi riservata”.

“E’ stata una donna che mi ha insegnato a pensare la realta’ politica. Ed era comunista”: questa una delle “confidenze” di Papa Francesco al ricercatore Dominique Wolton nel libro di prossima uscita “Papa Francesco, Politica e Societa’”, anticipato oggi dal Magazine di Le Figaro. Esther Balestrino de Careaga, questo il nome della donna, “fu uccisa durante la dittatura – racconta il Papa – fu catturata insieme a due suore francesi. Era una chimica, responsabile del dipartimento in cui lavoravo, nel laboratorio di bromatologia. Era una comunista del Paraguay, del partito che li’ chiamano Febrerista. Mi ricordo che mi fece leggere la condanna a morte dei Rosenberg! Mi ha fatto scoprire cosa c’era dietro quella condanna. Mi diede dei libri, tutti comunisti, ma mi insegno’ a pensare la politica. Devo tanto a quella donna”. “Una volta – aggiunge Francesco – mi dissero, ‘ma tu sei comunista!’. No, I comunisti sono i cristiani. Sono gli altri che ci hanno rubato il nostro vessillo!”.

Papa Francesco condanna nuovamente “la violenza cieca, offesa gravissima per il Creatore”. Lo si legge nel telegramma di cordoglio per le vittime dell’attentato terroristico avvenuto ieri a Barcellona, inviato a nome del Pontefice dal cardinale Segretario di Stato, Pietro Parolin all’arcivescovo di Barcellona, cardinale Juan José Omella y Omella.

La Conferenza episcopale venezuelana (Cev) ha espresso “grande gratitudine” per la vicinanza e la “preoccupazione vera” che ancora una volta Papa Francesco e la Santa Sede hanno manifestato ieri in un rinnovato appello al rispetto dei diritti umani e anche alla sospensione della nuova Costituente in Venezuela. In un’intervista a Radio Vaticana parla a nome dei vescovi il vicepresidente della Cev mons. Mario Moronta e conferma la scarsa affluenza al voto di domenica scorsa e non nasconde il timore per l’avvento di una “democrazia dittatoriale”. La speranza dei vescovi oggi, dopo i tanti interventi dei giorni passati, e’ che l’appello della Santa Sede sia accolto da tutti, governo e oppositori.

Papa Francesco, all’Angelus di oggi a San Pietro, ha ricordato la ‘Giornata Mondiale contro la tratta di persone’, promossa dalle Nazioni Unite. “Ogni anno – ha detto Bergoglio- migliaia di uomini, donne e bambini sono vittime innocenti dello sfruttamento lavorativo e sessuale e del traffico di organi”. E ha aggiunto: “Sembra che ci siamo cosi’ abituati da considerarla una cosa normale: questo e’ brutto, e’ crudele, e’ criminale”. Ha continuato il Pontefice: “Desidero richiamare l’impegno di tutti affinche’ questa piaga aberrante, forma di schiavitu’ moderna, sia adeguatamente contrastata”. E ha concluso: “Preghiamo insieme la Vergine Maria perche’ sostenga le vittime della tratta e converta i cuori dei trafficanti”.

Papa Francesco ha simbolicamente donato 25mila euro alla Fao per aiutare le popolazioni dell’Africa orientale che lottano contro l’insicurezza alimentare e la carestia. Lo riporta l’Agensir, riferendosi ad una notizia di oggi della Fao. In una lettera scritta da mons. Fernando Chica Arellano, osservatore permanente della Santa Sede presso le agenzie delle Nazioni Unite a Roma, al direttore generale della Fao, José Graziano da Silva, si spiega che i fondi sono “un contributo simbolico a un programma Fao che fornisce sementi alle famiglie rurali in aree colpite dagli effetti combinati dei conflitti e della siccità”.
Il gesto di Papa Francesco segue l’impegno preso nel suo messaggio alla Conferenza della Fao il 3 luglio 2017 ed è “ispirato anche dal desiderio di incoraggiare i governi”, ha scritto mons. Chica nella lettera. Sono ancora circa 6 milioni le persone nel Paese che ogni giorno lottano per trovare cibo a sufficienza. Il numero di persone che hanno bisogno di assistenza umanitaria nei cinque altri Paesi dell’Africa orientale – Somalia, Etiopia, Kenya, Tanzania e Uganda – è attualmente stimato intorno ai 16 milioni, con un incremento di circa il 30% dalla fine del 2016. Papa Francesco visiterà la sede della Fao il 16 ottobre per celebrare la Giornata mondiale dell’alimentazione sul tema “Cambiare il futuro della migrazione. Investire nella sicurezza alimentare e nello sviluppo rurale”.

‘Il Papa ha lanciato un messaggio limpido e giusto, forse dovremmo un po’ tutti ragionare su quello che dice. La disoccupazione giovanile al 40% e’ un fatto gravissimo, e’ aumentato il lavoro precario, il Jobs Act ha funzionato comunque e sempre? Questi temi devono essere discussi dalla sinistra”. Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ospite di Agora’. “Il Papa ha sollevato anche il problema relativo all’accesso al lavoro da parte delle donne, delle pensioni d’oro, temi che dovrebbero essere al di la’ della polemica politica – ha aggiunto Rossi -, riconosco gli sforzi fatti dal governo, ma questi sforzi non sono stati sufficienti”

“Sostengo anch’io che non bisogna elargire elemosine, ma creare posti di lavoro riducendo le tasse. L’imprenditore non e’ un benefattore, gli speculatori sono altri, sono quelli che fanno business con gli immigrati”. Lo ha detto il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, commentando le parole del Papa che ieri a Genova ha attaccato gli imprenditori che licenziano per risolvere i problemi, criticato quando l’economia finisce nelle mani degli speculatori e sottolineato che a volte la politica sembra incoraggiare chi specula.

“Il futuro delle nostre societa’ richiede da parte di tutti, specialmente delle istituzioni, un’attenzione concreta alla vita e alla maternita’”. Così il Papa al ‘Regina coeli’ salutando i partecipanti all’iniziativa ‘Passeggini vuoti’ e il gruppo delle mamme di Bordighera. “Questo appello e’ particolarmente significativo oggi mentre si celebra, in tanti Paesi, la festa della mamma – ha detto Francesco – ecco, ricordiamo con gratitudine e affetto tutte le mamme, anche le nostre mamme in cielo, affidandole a Maria, la mamma di Gesu'”. E ha aggiunto: “E adesso vi faccio una proposta, rimaniamo alcuni istanti in silenzio, pregando ognuno per la propria mamma”