Russia

Non vi sono elementi che possano, ad oggi, autorizzare ottimismi e visioni più o meno serene per il 2024. I conflitti che non accennano a scemare – russo-ucraino e israelo-palestinese su tutti – le incertezze sul piano economico e sociale, il divario sempre crescente tra povertà e ricchezza, l’incapacità di un governo mondiale, i fenomeni migratori sempre più pervasivi, le baruffe sul cambiamento climatico, gli scenari di un nuovo ordine mondiale che tendono a sconvolgere gli assetti conosciuti, sono tutti fattori che non lasciano ben sperare. Emerge chiaramente un fallimento generale della politica e della diplomazia, a tutto vantaggio di una finanza sempre più globalizzata che fa sentire i suoi morsi, il suo potere, l’inesorabilità dei suoi ritmi. Dinnanzi a tutto questo, l’Unione europea arranca, tra sovranismi che vogliono metterla in discussione e tensioni nazionalistiche che fanno sentire la propria voce. Gli States, dal canto loro, si preparano alle elezioni presidenziali che non lasciano intravedere all’orizzonte nessuno statista degno di questo nome, nè sul fronte democratico nè su quello repubblicano. India, Corea del Nord, Cina, Turchia, Russia, Brasile, alzano la voce per prepararsi a nuovi protagonismi. L’Africa, dilaniata da mille guerre e da una eterogeneità complessa, resta l’incognita per il futuro del pianeta. Assistiamo, pertanto, ad un disordine mondiale, con poche certezze, tanta instabilità e fiumi di sangue che scorrono e che nessuno riesce ad arrestare.

Che in ogni guerra la verità fosse la prima vittima lo sappiamo da sempre. Aveva ragione Eschilo. Oggi possiamo dirlo ancora con maggiore cognizione di causa. Le attività di propaganda e di disinformazione in questo conflitto russo-ucraino non conoscono sosta perché si ha la consapevolezza che gran parte dell’esito di questa guerra dipenda da come verrà raccontata, dalla capacità di condizionamento che verrà esercitata sugli alleati più o meno palesi, dall’influenza e dalle pressioni che agiranno sull’opinione pubblica mondiale e, quindi, sui governi. Inutile negare, in tal senso, il ruolo nevralgico della tecnologia digitale nelle attuali dinamiche del conflitto, soprattutto come strumento per attacchi informatici e per amplificare gli effetti negativi dell’opera di disinformazione. Una specie di inedito cyber-conflitto dalle complesse dinamiche e dagli effetti incontrollabili. Le notizie che giungono in tempo reale dal teatro di guerra, l’impatto del virtuale sul conflitto, offrono un quadro che va interpretato ed è in questi spazi che si innesta il dibattito sulle ragioni e sui torti, sugli eccessi, le responsabilità e le colpe di un fronte sull’altro. In questo contesto proliferano, senza alcuna forma di controllo, campagne di disinformazione per quella che in molti hanno definito la prima guerra di Internet con l’avvento dell’era dei social media, proprio per evidenziare l’impatto che il virtuale sta assumendo sull’evoluzione del conflitto. Putin da una parte e Zelensky dall’altra, a contendersi i favori dei social media. In tutto questo, il controllo delle informazioni da parte del Cremlino e la chiusura di emittenti nazionali indipendenti, cosi come la sospensione dei servizi giornalistici resi dalla stampa internazionale. La libera stampa si conferma non solo come l’elemento che, più di altri, connota uno Stato, il suo livello di libertà e di democrazia, ma anche come lo strumento grazie al quale un governo può condizionare in un senso o nell’altro, il dibattito e il confronto tra i vari attori e la formazione di una pubblica opinione.

Democrazia, sicurezza internazionale, adesione ai valori di libertà e di progresso sociale. Sono gli obiettivi consolidati in due paesi, la Finlandia e la Svezia che si apprestano ad avviare le procedure utili per un loro ingresso nella Nato. Nessuna paura di Putin e di Mosca per le due donne che guidano questi due paesi: la prima é Sanna Marin, 36 anni, premier dal piglio deciso e con le idee chiare. L’obiettivo dell’adesione all’Alleanza Atlantica diventa in questi giorni ancora più strategico, soprattutto se si considera la vicinanza con Mosca e la guerra che si combatte in Ucraina proprio per definire i confini e allontanare lo spauracchio della Nato dalle mire egemoniche dello zar Vladimir. La premier finlandese tra qualche giorno presenterà al Parlamento la relazione per votare l’ingresso nell’Alleanza. Addio, quindi, alla storica neutralità per il Paese che dista dalla Russia solo 1300 chilometri. Stesso sogno nutre la Svezia guidata da un’altra donna, Magdalena Andersson, anch’essa socialdemocratica, che potrebbe entrare nella Nato negli stessi tempi della Finlandia, una terra che, lo ricordiamo, ha vinto per il quinto anno consecutivo la classifica di Paese più felice del mondo: é il World Happiness Report 2022, sponsorizzato dalle Nazioni Unite, e stilato sulla base di dati diversi come il Pil, il livello di solidarietà, la libertà individuale, la salute e il tasso di corruzione. Evidentemente, nessuna paura che un accesso nella Nato possa mutare il benessere, la pienezza di vita e la felicità cosi a duro prezzo raggiunte.

“Al crescente isolamento del Presidente Putin, dobbiamo opporre l’unità della comunità internazionale. L’Ucraina ha il diritto di essere sicura, libera, democratica. L’Italia – il Governo, il Parlamento, e tutti i cittadini – sono con voi, Presidente Zelensky”. Lo ha affermato il premier Mario Draghi, chiudendo il suo intervento in Aula alla Camera dopo le parole del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Le sanzioni che abbiamo concordato insieme ai nostri partner europei e del G7 hanno l’obiettivo di indurre il Governo russo a cessare le ostilità e a sedersi con serietà, soprattutto con sincerità, al tavolo dei negoziati. Davanti alla Russia che ci voleva divisi, ci siamo mostrati uniti – come Unione Europea e come Alleanza Atlantica’ – ha aggiunto il premier. ‘Finora, queste sanzioni hanno colpito duramente l’economia e i mercati finanziari della Russia, e i patrimoni personali delle persone più vicine al Presidente Putin. In Italia abbiamo congelato beni per oltre ottocento milioni di euro agli oligarchi colpiti dai provvedimenti dell’Unione Europea”.

L’invasione dell’Ucraina da parte delle truppe sovietiche e l’attacco militare scandito dalle bombe contro Kiev sono il frutto di una visione imperialista da parte di Putin ma anche, purtroppo, la conseguenza della debolezza della diplomazia internazionale e di quella politico-militare della Nato e della Ue. Si sta giocando una partita a scacchi e lo zar Wladimir può contare sulle paure degli Usa e sulla contraddittoria strategia dell’Unione Europea che stavolta sembra parlare una sola voce ma risulta inoffensiva e scarsamente credibile. La minaccia di sanzione economiche Putin l’aveva messa nel conto e ha attaccato l’Ucraina nella consapevolezza che sarebbero puntualmente arrivate. Evidentemente non sono bastate e non basteranno a fargli cambiare idea e piani. L’obiettivo é quello di annettere l’Ucraina e di non avere il fiato sul collo di un paese democratico e filo-Nato confinante con Mosca. Tutto il resto e relativo e variabile. I calcoli sono stati fatti e, evidentemente, i benefici sono, al momento, maggiori delle eventuali perdite. L’Unione Europea, l’Onu, gli Usa si facciano un esame di coscienza. Si interroghino su tutto ciò che é stato fatto per scongiurare una guerra ‘telefonata’, di cui si conoscevano persino i tempi e le modalità di avvio. Si chiedano di quali strumenti dispongano per invertire una rotta che sembra esiziale. Le conseguenze di questo conflitto possono essere tremende e coinvolgere tutto il mondo. Come una pandemia. Peggio di una pandemia e con molti più morti.

La moda italiana è la prima nelle ricerche online dei russi secondo il motore di ricerca russo Yandex. L’Italia è la prima nazionalità associata alla moda in Europa con 15mila ricerche mensili online e il 34% delle richieste. Il Belpaese mantiene la leadership anche a livello mondiale tra i russi al terzo posto, dopo Turchia e Cina, relativamente più popolari per prezzi e qualità più bassi rispetto alla produzione Made in Italy. Dai dati del rapporto Fashion Consulting Group, Yandex e FashionSnoops l’isolamento da pandemia ha spinto 15 nuovi milioni di utenti russi ad acquistare online. Gli analisti prevedono che entro la fine dell’anno la quota delle vendite online potrebbe raggiungere il 20-25% del mercato al dettaglio. Secondo lo studio, il 28% degli utenti che ha effettuato acquisti online di vestiti, scarpe e accessori durante il periodo di isolamento è diventato più fedele allo shopping online. Il settore fashion del mercato digitale russo è uno dei più importanti e vale 296 miliardi di rubli, 4,6 miliardi di dollari. Gli analisti prevedono che il fatturato del segmento moda crescerà fino al 50% entro fine 2020. Gli acquisti online riguardanti l’abbigliamento e accessori riguardano il 23% degli acquisti presso le piattaforme online locali, mentre il 33% rappresentano gli acquisti transfrontalieri (presso siti esteri). All’inizio dell’anno, il pubblico dell’e-commerce in Russia era stimato in 60-65 milioni di persone e dopo la quarantena è cresciuto fino a 75-80 milioni di acquirenti. Si stima che la quota delle vendite online potrebbe crescere fino al 20-25% entro la fine dell’anno. L’ecommerce russo nel suo insieme è uno dei 10 con maggiore crescita al mondo e secondo Morgan Stanley raggiungerà un valore di 30 miliardi di dollari nel 2020 e di 52 miliardi di dollari nel 2023, vantando una crescita del +170% nel giro di pochi anni. “Negli ultimi anni l’ecommerce russo sta crescendo costantemente e questo si accompagna ad una maggiore fiducia dei consumatori nei pagamenti online e migliori consegne nel territorio russo – commenta Giulio Gargiullo, esperto del mercato digitale russo -. La pandemia ha chiaramente spinto nuovi utenti ad acquistare online maggiormente fashion e luxury ed è per questo sempre più importante per le aziende italiane ed estere investire nella presenza del mercato russo online che ha proprie piattaforme locali di vendita omline”, “per questo mercato, oltre ad utilizzare le piattaforme locali, è fondamentale sviluppare un sito per il proprio brand localizzato per la lingua e la cultura russa. Inoltre con la pandemia risulta chiaro che è sempre più importante coinvolgere i consumatori russi con nuove tecnologie: sfilate di moda in streaming, realtà virtuale, realtà aumentata e applicazioni di AI per migliorare l’esperienza dell’utente, soprattutto nell’ambito luxury. I buyer russi rimangono amanti del Made in Italy, sono meno impulsivi che in passato e ricercano prodotti di alta qualità”.

Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha dichiarato giovedì che la Russia è “assolutamente pronta” ad ospitare la Coppa del Mondo e ha ringraziato il presidente Vladimir Putin per il suo impegno. Infantino ha incontrato Putin a Sochi sul Mar Nero, mentre la Russia corre contro il tempo per dare il tocco finale ai preparativi per il torneo in programma dal 14 giugno al 15 luglio. La prima Coppa del Mondo disputata nell’Europa orientale sarà la più costosa di sempre e si scontrerà con le tensioni accese tra Russia e Occidente. Inoltre è stata oscurata dai ritardi nella costruzione degli stadi e dai timori per il tifo violento e il razzismo negli stadi. Infantino ha elogiato i preparativi della Russia e ha detto che il torneo sarà il migliore mai organizzato. “Stai lavorando per rendere questa Coppa del Mondo la migliore Coppa del Mondo di sempre”, ha detto Infantino a Putin durante un incontro televisivo. “Il feedback di tutti i nostri esperti della FIFA è estremamente positivo. E questo dimostra che la Russia è assolutamente pronta ad ospitare il Mondo per celebrare un’estate di festeggiamenti qui in questo bellissimo paese”, ha dichiarato ancora Infantino. Putin e il presidente della FIFA hanno iniziato la giornata posando per le telecamere e ottenendo le tessere di identificazione dei fan rilasciate dalle autorità russe ai sostenitori che hanno superato un controllo di sicurezza richiesto. I due hanno poi visitato il Fisht Stadium di Sochi, sede dei Giochi olimpici invernali del 2014, e hanno incontrato i leader delle regioni in cui verranno giocate le partite.

Vladimir Putin nella sua versione di presidente sollecita i russi ad andare a votare domenica alle elezioni presidenziali per uno degli otto candidati in lizza, elezioni in cui, a fronte di una sua vittoria certa, l’affluenza alle urne rischia di non essere quella auspicata dal Cremlino per consolidare la legittimità del presidente al suo quarto mandato. Indifferenza per la politica, risultato noto in anticipo oltre all’appello dell’oppositore Aleksei Navalny allo sciopero del voto potrebbero infatti scoraggiare i russi dal votare. “E’ la volontà dei russi, la volontà di ogni cittadino russo, a determinare quale sarà la strada che prenderà il nostro paese”, ha dichiarato Putin in un appello video trasmesso dalle televisioni ieri sera in cui sottolinea che chi non vota, “chi evita di decidere personalmente come adempiere alla sua libertà di scegliere il futuro della nostra amata e grande Russia”, deve sapere che “le scelte saranno fatte senza tenere a conto la sua opinione”. I russi sono l'”unica fonte di potere” del paese, ha aggiunto ricalcando la narrativa in cui il capo assoluto si identifica con il popolo. “Noi russi abbiamo sempre scelto da soli il loro destino, abbiamo sempre fatto le cose seguendo la nostra coscienza, la nostra idea di verità e giustizia e ci ha sempre indirizzato il nostro amore per la madrepatria. E’ il nostro carattere nazionale riconosciuto in tutto il mondo”, ha concluso.

La Russia e gli Stati Uniti dovrebbero riprendere il dialogo sulla difesa missilistica, di grande importanza a livello globale. Lo ha detto il vice ministro degli Esteri russo Seregej Rjabkov, come riferisce l’agenzia di stampa Sputnik, ripresa dall’agenzia Nova. “Vorrei sottolineare l’importanza del tema della difesa missilistica. Permettetemi di ricordarvi che esiste un legame indissolubile fra gli armamenti strategici offensivi e la difesa missilistica, come ribadito nell’attuale Trattato per la riduzione degli armamenti strategici offensivi. Per lungo tempo non c’e’ di fatto stato dialogo con la controparte Usa, ed ora e’ giunto il momento propizio per tornare a parlarne”, ha affermato Rjabkov. Le parole del funzionario diplomatico di Mosca giungono dopo la pubblicazione della Nuclear Posture Review da parte del Dipartimento della Difesa Usa, in cui si sottolinea la preoccupazione per lo sviluppo delle capacita’ nucleari russe.
Il vice ministro degli Esteri ha inoltre sottolineato l’importanza di superare le difficolta’ nelle attuali relazioni bilaterali fra Mosca e Washington nelle crisi regionali.

La società russa di sicurezza informatica Kaspersky Lab ha annunciato una “Iniziativa globale di trasparenza” con l’obiettivo di riguadagnare fiducia dopo l’accusa che i suoi antivirus sono stati usati da hacker legati al Cremlino per spiare gli Usa. Secondo quanto riportato dall’Ansa, “Come parte dell’iniziativa, Kaspersky svelerà a terzi il proprio codice sorgente, cioè il testo del loro programma, consentendo un esame indipendente”.
Kaspersky ha anche annunciato l’intenzione di formare entro il 2020 tre “Centri per la trasparenza” – in Asia, Europa e Usa – al fine di affrontare eventuali problemi di sicurezza insieme a clienti, partner di fiducia e soggetti governativi. Parte dell’iniziativa è infine l’aumento delle ricompense a 100mila dollari per chi individua vulnerabilità gravi nei software dell’azienda.
“La balcanizzazione di internet non giova a nessuno tranne che ai cybercriminali. La ridotta collaborazione tra Paesi aiuta i cattivi”, ha dichiarato il Ceo Eugene Kaspersky. “Dobbiamo ristabilire la fiducia nei rapporti tra aziende, governi e cittadini”.