Sardegna

Sono 710 gli interventi effettuati dai Vigili del Fuoco in Sicilia dal 23 luglio a oggi per l’emergenza incendio. Quelli in coda sono 240. Gli uomini impegnati sono 3.029, cento gli extra regionali, mentre i mezzi impegnati sono 70. Per quanto riguarda le altre regioni del Sud 407 interventi in Calabria (1.588 uomini), 281 in Sardegna (550 uomini) e 540 in Puglia (832 uomini). Sul fronte dei mezzi impiegati in Sicilia i Canadair sono 4 e un elicotteri Erickson S64. In Calabria 6 canadair e un Erickson S64, mentre due Canadair sono impegnati rispettivamente in Puglia e Sardegna. Per quanto riguarda il maltempo in Lombardia 2.077 gli interventi effettuati e 296 in coda con 2.900 uomini (17 extra regionali) e 500 mezzi. In Emilia Romagna dall’inizio dell’emergenza, ovvero dal 2 maggio a oggi 19.650 interventi, 35.786 uomini impiegati e 160 mezzi di cui 70 extra regione.

Italia in forte ritardo nella realizzazione di nuovi impianti da rinnovabili: sono 1364 quelli in lista d’attesa e ancora in fase di valutazione, il 76% distribuito tra Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. Sono i numeri del nuovo report di Legambiente ‘Scacco matto alle rinnovabili 2023′ presentato questa mattina alla Fiera K.Ey di Rimini insieme ad un pacchetto di proposte e ad un’analisi su 4 legge nazionali e 13 leggi regionali che frenano la corsa delle fonti pulite. A pesare sullo sviluppo delle rinnovabili, secondo l’associazione, “norme obsolete e frammentate, la lentezza degli iter autorizzativi, gli ostacoli e le lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali” oltre ai “no delle amministrazioni comunali e le opposizioni locali Nimby (Not In My Backyard) e Nimto (Not In My Terms of Office)”. Più nel dettaglio, spiega Legambiente, “ad oggi nella Penisola sono 1364 gli impianti in lista d’attesa, ossia in fase di Via, di verifica di Assoggettabilità a Via, di valutazione preliminare e di Provvedimento Unico in Materia Ambientale a livello statale. Il 76% distribuito tra Puglia, Basilicata, Sicilia e Sardegna. A fronte di questo elevato numero di progetti in valutazione, e nonostante le semplificazioni avviate dall’ex governo Draghi e l’istituzione e il potenziamento appena stabilito delle due Commissioni Via-Vas che hanno il compito di rilasciare un parere sui grandi impianti strategici per il futuro energetico del Paese, sono pochissime le autorizzazioni rilasciate dalle Regioni negli ultimi 4 anni. Nel 2022 “solo l’1% dei progetti di impianti fotovoltaici ha ricevuto, infatti, l’autorizzazione. Si tratta del dato più basso degli ultimi 4 anni se si pensa che nel 2019 a ricevere l’autorizzazione sono state il 41% delle istanze, per poi scendere progressivamente al 19% nel 2020, al 9% nel 2021. Ancor peggio i dati dell’eolico on-shore con una percentuale di autorizzazioni rilasciate nel 2019 del 6%, del 4% nel 2020, del 1% nel 2021 per arrivare allo 0% nel 2022. Dati nel complesso preoccupanti se si pensa che negli ultimi anni sono aumentati sia i progetti presentati sia le richieste di connessione alla rete elettrica nazionale di impianti di energia a fonti rinnovabili, quest’ultime sono passate da 168 GW al 31 dicembre 2021 ad oltre 303 GW al 31 gennaio 2023”. “Altro campanello d’allarme – avverte l’associazione – è rappresentato anche dalla lentezza delle installazioni, come emerge dagli ultimi dati Terna, appena 3.035 MW nel 2022 – e l’incapacità produttiva del parco complessivo di sopperire alla riduzione di produzione. Le fonti rinnovabili, fotovoltaico a parte, nel 2022 hanno fatto registrare, tutte, segno negativo. L’idroelettrico, complice l’emergenza siccità, registra un meno 37,7% a cui si aggiunge il calo del 13,1% in tema di produzione da pompaggi che portano il contributo delle rinnovabili, rispetto ai consumi complessivi, al 32%. Ovvero ai livelli del 2012. Ostacoli che Legambiente racconta anche nella mappa aggiornata dei luoghi simbolo con storie, che arrivano dal Nord al Sud della Penisola, di progetti bloccati e norme regionali e locali che ostacolano le rinnovabili. Ventiquattro le nuove storie sintetizzate nella mappa, che si aggiungono alle 20 dello scorso anno. Tra i casi più emblematici quelli di Puglia, Toscana e Sardegna. Di fronte a questo quadro, Legambiente rilancia oggi le sue proposte per accelerare lo sviluppo delle rinnovabili in Italia e l’effettiva realizzazione degli impianti “a partire dall’aggiornamento delle Linee Guida per l’autorizzazione dei nuovi impianti ferme al 2010 e un riordino delle normative per arrivare, attraverso un lavoro congiunto, tra il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, il ministero delle Imprese e del Made in Italy e il ministero della Cultura, ad un Testo Unico che semplifichi gli iter di autorizzazione degli impianti, definisca in modo univoco ruoli e competenze dei vari organi dello Stato, dia tempi certi alle procedure. In questa partita rimane centrale il dibattito pubblico, uno strumento strategico sia per migliorare l’accettabilità sociale dei progetti sia per accelerare i processi autorizzativi ed evitare contenziosi inutili”. ”Al governo Meloni – dichiara il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani – torniamo a ribadire che il Paese non deve diventare l’hub del gas, ma quello delle rinnovabili. Se davvero si vuole contrastare la crisi climatica, accelerare la transizione ecologica e centrare gli obiettivi di decarbonizzazione indicati dall’Europa, l’Italia deve puntare con fermezza su rinnovabili, efficienza, autoproduzione, reti elettriche e accumuli. In questo percorso, è indispensabile che il governo metta in campo una politica di breve, medio e lungo periodo anche rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione non più rimandabili. Primo fra tutti occorre semplificare l’iter dei processi autorizzativi per garantire certezza dei tempi e potenziare gli uffici delle Regioni che rilasciano le autorizzazioni affinché gestiscano meglio i progetti che si stanno accumulando. Occorre riordinare la normativa sulle rinnovabili e aggiornare il Pniec rispondendo al nuovo scenario energetico che dovrà evolvere verso la configurazione di nuovi paesaggi sempre più rinnovabili e pensando sia agli obiettivi di decarbonizzazione al 2035 sia al modo migliore di integrarle nei territori”. ”Le fonti rinnovabili, insieme a politiche serie e lungimiranti di efficienza energetica, rappresentano una chiave strategica non solo per decarbonizzare il settore energetico, priorità assoluta nella lotta alla crisi climatica, ma anche per portare benefici strutturali nei territori e alle famiglie e per creare opportunità di crescita ed innovazione in ogni settore. Se è vero che non esiste l’impianto perfetto – commenta Katiuscia Eroe, responsabile nazionale energia di Legambiente – è altrettanto vero che questi impianti possono essere integrati al meglio ed essere valore aggiunto per i cittadini e le cittadine che vivono quei territori. Per questo è fondamentale non depotenziare uno strumento prezioso come quello del dibattito pubblico, come rischia di fare il governo Meloni con la nuova proposta del Codice degli Appalti. La partecipazione dei territori e il loro protagonismo sono parte essenziale della giusta transizione energetica’.

Contaminazione, idee che si incrociano, arte e scienza che si potenziano a vicenda. E poi digitale, natura, ambiente. Una “cross-fertilizzazione” che sta alla base della resilienza, anche dei territori: il vicepresidente della Regione Sardegna, Raffaele Paci, ha aperto a Macomer la terza edizione del Festival della resilienza, organizzato dall’Associazione ProPositivo nei locali delle ex Caserme Mura, per parlare di euro-progettazione in Sardegna e nel Mediterraneo ma anche di riscatto delle zone interne, delle politiche della Regione per contrastare lo spopolamento, degli interventi strategici della programmazione territoriale, di bandi per le imprese che hanno registrato il tutto esaurito anche nelle zone più interne e periferiche dell’isola, del potere e delle potenzialità della cultura e dell’innovazione. “È molto bello vedere così tanti giovani che arrivano da tutto il mondo e si organizzano per dar vita a un’iniziativa che manda un messaggio ben preciso: basta piangersi addosso, è il momento di organizzarsi e impegnarsi per costruire il futuro”, dice Paci. “Questa è esattamente la filosofia alla base della nostra azione politica di Giunta, a partire da quella programmazione territoriale che abbiamo voluto impostare in modo profondamente diverso rispetto al passato, chiedendo ai territori di diventare protagonisti e di elaborare i loro progetti di sviluppo, perché non vogliamo più cattedrali nel deserto, non vogliamo più sentir parlare di progetti calati dall’alto che con quei territori nulla hanno da condividere. Ed è questo il messaggio che arriva oggi da questi giovani: la volontà di tornare protagonisti della propria vita e del proprio futuro”.

“A pochi mesi dalla scadenza del bando, attualmente in vigore, prevista per il prossimo ottobre, la Sardegna e’ un’isola sempre piu’ isolata. Reputiamo gravissimo che Alitalia e Ryanair abbiano deciso di non presentare alcuna offerta per il bando per la continuita’ territoriale in Sardegna, lasciando completamente scoperte le tratte in arrivo e partenza da Cagliari”. E’ il commento del senatore di Campo Progressista Luciano Uras, in merito alla gara per la continuita’ territoriale aerea da e per la Sardegna. “L’aeroporto di Cagliari rappresenta un fondamentale ponte di collegamento con il Continente, non solo per il centro sud della Sardegna ma per l’intera Isola, ed e’ inaccettabile che resti privo di tratte in regime di continuita’ territoriale – prosegue -. Appare inoltre paradossale che un’azienda in difficolta’ come Alitalia scelga di rinunciare ad un mercato importante come quello sardo, che avrebbe potuto contribuire in maniera rilevante alla fuoriuscita dalla crisi”. “In questo contesto la politica regionale si dimostra una volta di piu’ del tutto inconsistente. Chiediamo – conclude Uras – che si proceda immediatamente con un nuovo bando e insisteremo con il Governo affinche’, nell’ambito del Decreto per il Mezzogiorno, in corso di approvazione in Senato, vengano approvati gli emendamenti sulla continuita’ territoriale da noi presentati”.

Le rilevazioni e le analisi dell’Eurispes sul Mezzogiorno fanno emergere per il 2017 una particolare condizione di disagio economico soprattutto in Sardegna e in Sicilia e, allo stesso tempo, il perdurare, seppure con intensità minore, del gap delle altre regioni del Sud rispetto al resto dell’Italia. Sono infatti gli abitanti delle Isole a ritenere la situazione economica dell’Italia gravemente peggiorata nel 33,9% dei casi. Segue il dato delle altre regioni del Sud (26,4%) e, successivamente, con valori inferiori, le altre aree geografiche (Nord e Centro). Nelle Isole, in particolare, oltre cinque famiglie su dieci (il 54%) hanno visto diminuire nel corso dell’ultimo anno il proprio potere d’acquisto, ossia la capacità di far fronte alle spese e fare acquisti per mezzo delle proprie entrate. Nel Sud e nelle Isole, più che nelle altre aree regioni, si trova il numero più elevato di cittadini costretti ad utilizzare i propri risparmi per arrivare a fine mese, rispettivamente 59,6% e 44,9%. Sempre in Sicilia e in Sardegna 4 persone su 10 non riescono a sostenere il costo delle spese mediche né a saldare le rate del mutuo per la propria casa.Non a caso il 33,6% di chi vive al Sud e il 19,7% nelle Isole si sente povero. Inoltre, quando viene chiesto se si è a conoscenza nella propria cerchia familiare o amicale di persone che vivono in stato di indigenza, le percentuali più alte di risposta affermativa continuano a concentrarsi nelle aree meridionali e insulari, al Sud e nelle Isole, dove il 37% e il 26,7%, affermano di conoscere molte persone povere, il 39,6%, e il 40,2%, dichiarano di conoscerne alcune e il 19,1%, e il 24,4% poche; mentre si attestano a quota 4,3% e 8,7% le percentuali di coloro che invece non ne conoscono nessuna. Circa la metà degli abitanti delle Isole conoscono persone che devono rivolgersi alla Caritas, che non possono permettersi un posto dove vivere, non hanno la possibilità di curarsi né di mantenere i propri figli o farli studiare. Otto persone su dieci indicano la perdita del posto di lavoro come causa di questo impoverimento. Il 25,5% di chi vive nelle regioni del Sud e il 12,6% di quanti abitano in Sicilia o Sardegna riferiscono di conoscere persone che sono state costrette a rivolgersi ad un usuraio. Tra le strategie adottate per far fronte alle difficili condizioni economiche soprattutto al Sud (31,5%) e nelle Isole (26%) si è chiesto aiuto e sostegno alle famiglie di origine e non è mancato chi è dovuto tornare a vivere con i propri genitori o con i suoceri per necessità (14,2% nelle Isole; 11,1% al Sud). Sul piano dell’assistenza sanitaria, le testimonianze degli intervistati delineano un’Italia divisa addirittura in tre: al Nord, nonostante i casi problematici, prevale un servizio accettabile, il Centro si colloca in una posizione intermedia, nel Mezzogiorno i disagi sono estremamente frequenti. Le lunghe attese per visite ed esami sono comuni in tutto il Paese, ma se al Nord-Ovest le ha sperimentate il 49,8%, la quota tocca punte del 93,2% al Sud, e del 90% circa nelle Isole. Per gli interventi chirurgici, le attese sono state sperimentate da meno della metà dei residenti di Centro e Nord-Ovest, ma da oltre il 66% al Sud e nelle Isole. Netto il divario relativo alle condizioni delle strutture sanitarie. Le definisce fatiscenti il 18% al Nord-Ovest, il 34,5% al Nord-Est, il 46,6% al Centro, il 60% al Sud, il 69,3% nelle Isole. Una tendenza analoga è stata registrata nelle indicazioni relative a strutture igienicamente non adeguate. Gli errori medici, sperimentati al massimo nel 30% dei casi al Centro-Nord, vengono citati dal 55,3% dei residenti al Sud e dal 40,9% di chi abita nelle Isole. La peggiore offerta di servizi sanitari nelle aree del Mezzogiorno coinvolge anche la disponibilità del personale medico ed infermieristico, insoddisfacente per oltre la metà dei residenti. Questi i dati sul Mezzogiorno illustrati stamane a Palermo nel corso della presentazione del rapporto Eurispes da parte del presidente Gian Maria Fara.

La Spiaggia dei Conigli a Lampedusa, Cala Mariolu e Cala Goloritze in Ogliastra sono le vere “regine” d’Italia. Sono infatti in testa alla classifica italiana dei Travelers’ Choice Beaches Awards 2017 di TripAdvisor. Ben 343 le spiagge premiate con la vittoria della Spagna con La Concha a San Sebastian a livello europeo e del Brasile con Baia do Sancho a livello mondiale. A livello italiano appunto torna in prima posizione la Spiaggia dei Conigli, che scala ben tre gradini della classifica rispetto allo scorso anno, ma e’ la Sardegna la regione piu’ premiata con ben 5 spiagge premiate su 10: oltre a Cala Mariolu e Cala Goloritze sul podio ci sono infatti La Pelosa a Stintino (5/a), Porto Giunco a Villasimius (6/a) e Is Aruttas a Cabras (10/a). A livello europeo la Spiaggia dei Conigli e’ 5/a nella top ten ma nella top 25 Italia, Grecia e Spagna sono le piu’ premiate con 5 riconoscimenti a testa. Delusione a livello mondiale con nessuna “bellezza” italiana tra le prime 10 in classifica. Questa la classifica italiana: 1.Spiaggia dei Conigli, Lampedusa, Agrigento 2.Cala Mariolu, Baunei, Ogliastra 3.Cala Goloritze, Baunei, Ogliastra 4.Cala Rossa, Favignana, Trapani 5.La Pelosa, Stintino, Sassari 6.Porto Giunco, Villasimius, Cagliari 7.Baia del Silenzio, Sestri Levante, Genova 8.Cala Bianca, Marina di Camerota, Salerno 9.Spiaggia di Tropea, Tropea, Vibo Valentia 10.Is Aruttas, Cabras, Oristano Questa la classifica europea: 1.La Concha, San Sebastian, Spagna 2.Elafonissi Beach, Elafonissi, Grecia 3.Cote des Basques, Biarritz, Francia 4.Fig Tree Bay, Protaras, Cipro 5.Spiaggia dei Conigli, Lampedusa, Agrigento 6.Playa de Ses Illetes, Formentera, Spagna 7.Spiaggia e laguna di Balos, Kissamos, Grecia 8.Kleftiko Beach, Milos, Grecia 9.Weymouth Beach, Weymouth, Regno Unito 10.Playa de Muro, Maiorca, Spagna Questa la classifica mondiale: 1.Baia do Sancho, Fernando de Noronha,Brasile 2.Grace Bay, Providenciales, Caraibi 3.Eagle Beach, Palm – Eagle Beach, Caraibi 4.Playa Paraiso, Cayo Largo, Caraibi 5.Siesta Beach, Siesta Key, Stati Uniti 6.La Concha, San Sebastian, Spagna 7.Playa Norte, Isla Mujeres, Messico 8.Radhanagar Beach, Isola di Havelock, India 9.Elafonissi Beach, Elafonissi, Grecia 10.Galapagos Beach at Tortuga Bay, Puerto Ayora, Ecuador Le spiagge vincitrici dei Travelers’ Choice sono state decretate sulla base della qualita’ e quantita’ delle recensioni e del punteggio attribuiti alle spiagge dai viaggiatori su TripAdvisor negli ultimi 12 mesi.

“Se Renzi pensa di comprare il voto dei sardi con un piatto di lenticchie stile Prima Repubblica e’ un povero illuso”. Lo dichiara, in una nota, il coordinatore regionale di Forza Italia-Sardegna, Ugo Cappellacci. “Basta un semplice calcolo per verificare che il Governo toglie 415 euro l’anno ad ogni sardo, con il trucco dei 700 milioni degli accantonamenti. Soldi veri – attacca l’ex presidente della Regione – scippati da Roma e sottratti cosi’ alle famiglie, alle imprese, ai territori dell’isola. Il patto firmato ieri, ammesso e non concesso quello che affermano Renzi e compagni, arriverebbe alla scarsa somma di 25 euro per ogni sardo, trattandosi di 168 milioni divisi in quattro anni. Insomma, con una mano Renzi da’ 25 euro, ma con l’altra sfila 415 euro dalle tasche dei sardi: una fregatura degno della commedia di Toto’. Se pensa di insultare cosi’ il buon senso di un intero popolo, di prendere i voti presentando un piatto di lenticchie e pure vuoto, il 4 Dicembre avra’ una sorpresa. Con buona pace sua, la Sardegna non e’ piu’ terra di conquista da molto tempo e i sardi daranno una lezione a lui e alla sua corte locale che tradisce la terra dei padri e svende il futuro dei figli per la carriera politica”, conclude Cappellacci.

Forza Italia all’attacco dopo l’arrivo di 617 migranti, tratti in salvo nel canale di Sicilia, al porto canale di Cagliari e destinati ai centri di accoglienza dell’Isola. “Quando la Prefettura afferma che la percentuale dei migranti assegnata all’isola e’ rispettata ma solo perche’ e’ aumentato il numero complessivo delle persone sbarcate – afferma Ugo Cappellacci, coordinatore regionale di Forza Italia – la preoccupazione per una situazione ormai fuori controllo e’ confermata, non certo affievolita”. “Parlare di percentuali – aggiunge – non ha alcun senso ed e’ solo una finzione, un alibi per la politica del Governo Renzi, che rappresenta un pericolo per le nostre comunita’, dal momento che vengono calcolate su numeri che aumentano di giorno in giorno”. Per l’eurodeputato Salvatore Cicu, “sono a dir poco imbarazzanti le parole del Presidente Pigliaru in merito agli ultimi sbarchi di migranti: non e’ in alcun modo credibile la dichiarata preoccupazione per il superamento della quota di presenze nell’Isola, ne’ tantomeno lo stupore per le decisioni adottate dal Governo Renzi”. “Quella di Pigliaru – conclude – continua ad essere una copertura che avalla indirettamente le decisioni dell’Esecutivo nazionale. La Sardegna continua a rappresentare un punto di isolamento strategico per lo smistamento dei flussi migranti, siamo di fronte ad una situazione che e’ allo sbando totale”.

Domus De Maria (Cagliari) batte tutti come miglior località. Sardegna prima e Puglia seconda, ma il mare piu’ ricco di “vele” rimane il Tirreno. Presentata oggi a Roma la nuova ‘Guida Blu’ di Legambiente e Touring Club italiano: 19 localita’ marine e sette lacustri premiate con le cinque vele. La palma della miglior localita’ marina va a Domus de Maria (Cagliari), seguita da Pollica nel Cilento (Salerno) e Castiglione della Pescaia (Grosseto) che prosegue nel suo obiettivo di turismo ambientale e mobilita’ sostenibile. Per quanto riguarda i laghi, invece, il Trentino Alto Adige e’ al top con tre localita’ su sette che si meritano il pieno dei voti. “La guida raccoglie 35 tra le piu’ belle zone balneari del nostro Paese- dice Rossella Muroni, presidente Legambiente- si va dalla Penisola sorrentina alle 5 Terre, Maremma e Salento”. Luoghi che possono vantare anche un’offerta ‘verde’ fatta di “escursionismo, climbing, bird watching e altre attivita’ slow”. Tra le isoli minori, le migliori sono Santa Marina Salina (Messina) e l’isola del Giglio (Grosseto), che torna in classifica dopo il disastro della Concordia, con 5 vele ciascuno.