"È sorprendente come la quantità di notizie che accadono nel mondo ogni giorno
corrisponda sempre esattamente a quella necessaria per riempire il giornale".
“Io non ho capito chi sono i miei avversari. Renzi una volta dice di essere lui e un’altra che e’ Gentiloni; Salvini dice che sara’ lui, Berlusconi dice che e’ lui, ma non puo’ candidarsi. Appena sono pronti, io sono disponibile”. Lo ha detto Luigi Di Maio a Di Martedi’, trasmissione di Giovanni Floris su La7, rispondendo alla domanda su un possibile confronto Tv con gli altri leader in vista delle politiche.
Paolo Gentiloni parla “piano” e va lontano: anche se la sua voce non e’ tra le piu’ trasmesse dalle televisioni nazionali, gli italiani lo giudicano il politico con la migliore reputazione. Lo dimostra l’Analisi della presenza dei principali politici in tv condotta da Cedat 85 e EMG Acqua. La societa’ di ricerche diretta da Fabrizio Masia ha elaborato i dati messi a disposizione dall’innovativa soluzione Mediamonitor di Cedat 85, che da 30 anni opera nella fornitura di contenuti provenienti dal parlato. “Il nostro servizio- spiega Gianfranco Mazzoccoli, fondatore di Cedat 85- consente di monitorare on line e in tempo reale le radio e tv nazionali e quelle principali di ogni regione. Mediamonitor.it offre la trascrizione automatica e simultanea delle trasmissioni radio-tv decodificando il parlato in testo e indicizzando contemporaneamente tutti i contenuti”. L’indagine si sviluppa lungo un arco di tempo di tre settimane e analizza la presenza dei 14 politici piu’ rappresentativi nelle trasmissioni di alcune delle principali emittenti televisive nazionali (Raiuno, Raidue, Raitre, Rete4, Canale 5, Italia 1, Tgcom24 e SkyTg24). I dati numerici sono stati, quindi, incrociati con i risultati dell’indagine di fiducia e posizionamento condotta su un campione rappresentativo di 2.000 italiani maggiorenni. I politici presi in considerazione sono Paolo Gentiloni, Matteo Renzi, Luigi Di Maio, Matteo Salvini, Pietro Grasso, Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni, Laura Boldrini, Angelino Alfano, Andrea Orlando, Massimo D’Alema, Michele Emiliano e Nicola Fratoianni, oltre al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. TEMPI TELEVISIVI E REPUTATION – Gentiloni fa notizia, ma non e’ tra gli stacanovisti del microfono, a differenza del segretario del PD Matteo Renzi come certifica l’analisi di Cedat 85 e EMG Acqua. Non a caso il premier e’ tra i pochi a parlare meno di quanto non venga citato (tempo di parola 57’41” e 59′ 39″ tempo di notizia). Molto piu’ ‘loquaci’ sul piccolo schermo risultano persino colleghi come Andrea Orlando e Michele Emiliano (rispettivamente 1h 52′ 06″ e 1h 16′ 33″ per effetto delle primarie del PD), ma anche il leader della Lega Nord Matteo Salvini (1h 04′ 21″) e il parlamentare dei 5 Stelle Luigi Di Maio (1h 03′ 08″). Secondo il pubblico intervistato, tuttavia, e’ proprio il premier il piu’ “serio e onesto” e il piu’ “preparato e competente” tra i politici.
Il primato del minutaggio televisivo, come rilevato da Cedat 85, spetta a Matteo Renzi, apparso sui teleschermi per poco meno di 5 ore, oltre 3 delle quali costituite da dichiarazioni fatte in prima persona. Il segretario del Pd e’ alle spalle di Gentiloni nell’indice di fiducia (22% contro il 26%), sullo stesso piano di Di Maio e davanti a Salvini e al presidente del Senato Grasso (entrambi al 19%). Renzi si deve accontentare della piazza d’onore anche nella classifica di “carisma e capacita’ di comunicare”: lo scettro in questa categoria resta saldamente nelle mani di Silvio Berlusconi, a cui le tv hanno dedicato in complesso circa 40 minuti di antenna, anche se sono stati trasmessi soltanto 17 secondi di sue dichiarazioni. Tra coloro che, al contrario, hanno un tempo di parola superiore alle citazioni figurano il ministro Orlando (con una percentuale quasi doppia), Di Maio, Salvini e soprattutto Giorgia Meloni, che ha collezionato 2’14” di tempo di notizia, ma ha parlato quasi dieci volte di piu’, precisamente 34’28”. Quali sono stati gli argomenti toccati dai principali politici italiani durante le trasmissioni televisive? Il tema piu’ caldo e trasversale del periodo in esame e’ la questione migranti. Gentiloni, come certifica Cedat 85, si e’ soffermato soprattutto sui nodi di Alitalia e sulle questioni di politica estera, mentre il programma politico e le primarie sono stati i cavalli di battaglia di Renzi, Orlando ed Emiliano. Di Maio ha parlato in particolare del caso migranti-ONG e della legge elettorale, mentre i due concetti-chiave degli interventi di Salvini sono stati “immigrazione” e “legittima difesa”. Il presidente della Camera Laura Boldrini si e’ concentrata su fascismo e neofascismo, mentre l’omologo al Senato Pietro Grasso si e’ espresso soprattutto sull’inchiesta di Catania legata al caso migranti-ONG. MATTARELLA, IL SUPER PARTES AL TOP – Le classifiche cambiano fisionomia se si include il capo dello Stato: “Sergio Mattarella – precisa il direttore di Emg Fabrizio Masia – merita un discorso a parte in virtu’ del suo ruolo super partes. E’ lui a raccogliere il piu’ alto tasso di fiducia, pari al 37%”. Nel complesso Mattarella ha collezionato 1h 21′ 07″ di tempo d’antenna, di cui solo la meta’ di discorsi diretti (39′ 53″ di tempo di parola). Tra i contenuti politici trattati, spiccano lavoro, resistenza e Liberazione in virtu’ della concomitanza dell’analisi con le celebrazioni del 25 aprile e del 1° maggio”.
Nel 2016 oltre mezzo milione di italiani dichiara di non possedere la Tv. A fornire il dato il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Rossella Orlandi, nell’audizione davanti alla bicamerale sull’Anagrafe tributaria. Nello specifico, sono state accolte “circa 547 mila dichiarazioni sostitutive di non detenzione dell’apparecchio televisivo”, mentre nel 2017 ci sono state “circa 485 mila dichiarazioni”. La Orlandi ha anche detto che nel 2016 sono stati circa “131 mila” gli over 75 esenti per reddito e “circa 5 mila contribuenti esenti per effetto di convenzioni internazionali”.
Con 4 milioni 463 mila spettatori, pari ad uno share del 22.77%, e’ Amici di Maria De Filippi su Canale 5, il programma piu’ visto della prima serata tv di ieri. Su Rai 1 la finale di Ballando con le Stelle raccoglie invece 4 milioni 17 mila spettatori, con uno share del 20.64%. Sulle altre reti, sempre in prime time, 2 milioni 258 mila spettatori con uno share del 10% su Rai3 per Ulisse il piacere della scoperta, e 1 milione 308 mila su Italia 1 per il film d’animazione Shreck Terzo. Su Rai2 c’erano due telefilm: il primo, della serie N.C.I.S Los Angeles, e’ stato seguito da 1 milione 540 mila spettatori (6.62%), il secondo, della serie N.C.I.S. New Orleans, ha avuto 1 milione 104 mila con il 4.63%. Su Rete 4 il film Revenge, vendetta privata, e’ stato scelto da 796 mila spettatori con il 3.42% Nell’access prime time Striscia la Notizia, su Canale 5, ha raccolto 3 milioni 948 mila spettatori con il 18.28%. Il prime time e’ vinto di misura da Canale 5 con 4 milioni 419 mila spettatori ed uno share del 19.4 contro i 4 milioni 339 mila di Rai1 (19.05%). L’ammiraglia Mediaset si aggiudica anche la seconda serata con il 36.78% di share contro il 20.37% di Rai 1, nonche’ l’intera giornata, con il 19.03% contro il 16.86% di Rai1. A livello generale la palma degli ascolti di prima serata e’ pero’ delle reti Rai con il 41.15% conto il 33.28% delle reti Mediaset. Le reti del servizio pubblico prevalgono anche nella seconda serata con 36.78% contro il 34.31% delle reti Mediaset, e nell’intera giornata con 36.54% contro il 32.28%. La Rai segnala su Rai1 la diretta, a cura del Tg1, della santa Messa celebrata da Papa Francesco in visita al Cairo con 950 mila telespettatori (16.63%) e il ritorno della nuova stagione di “Linea blu” che ha interessato 1 milione 897 mila telespettatori (12%). Mediaset segnala in particolare il risultato di Verissimo il talk show condotto da Silvia Toffanin.
Il suo é un ritorno molto atteso. E cosi’ dopo l’esperienza in Rai del fortunato show Laura & Paola (con l’attrice Cortellesi), e dopo due edizioni da giudice nel talent latino-americano La Banda, la cantante romagnola sara’ protagonista, il 15 dicembre su Canale 5, di una puntata del nuovo programma di Maria De Filippi House Party. “Si dovrebbe chiamare LauraXmas Special Party – racconta Pausini, che ha chiamato a raccolta fan e addetti ai lavori a Disneyland Paris -. Non sara’ un vero e proprio concerto, ma avro’ la possibilita’ di cantare tutti i brani natalizi del mio nuovo album (uscito il 4 novembre, ndr)”. La tv, del resto, e’ un’opzione presa in considerazione dalla cantante che in prospettiva futura vorrebbe essere meno giramondo anche per la figlia Paola. Nell’immediato, pero’, chi l’aveva data alla co-conduzione del Festival di Sanremo dovra’ attendere ancora. “Dal 10-11 gennaio vado via dall’Italia e tornero’ solo a maggio. Non ci saro’, ma Sanremo comunque lo vedro'”.
“Pretendere la parita’ in campagna elettorale non e’ solo la rivendicazione di un diritto ma la denuncia di una prepotenza. C’e’ un ultra-presenza di Renzi in tutte le occasioni e tanti organi mediatici si incaricano di amplificare cio’ che non avrebbe bisogno di essere amplificato. Questo e’ uso spropositato del potere”. E’ quanto sottolinea il vice presidente del Comitato per il No Alfiero Grandi nel corso di una conferenza stampa in cui il comitato ha presentato i primi risultati dell’osservatorio messo in campo per il monitoraggio del rispetto della par condicio in tv. Tali dati, sottolinea il Comitato per il No, sono analizzati sulla base delle edizioni serale dei principali Tg e sono piu’ immediati di quelli che, ogni due settimane, diffonde l’Agcom. Per la raccolta di dati il Comitato per il No fa riferimento ad una serie di fonti, a partire dalle rilevazioni di Media Monitor. “Esiste un sostanziale equilibrio negli spazi dedicati al Si’ e al No ma al suo interno e’ il Si ad avere maggiore spazio come tempo di parola” anche per la formazione del fronte del No, spiega l’ex presidente della Rai Roberto Zaccaria rilevando, inoltre, come il Si’ in tv “sia concentrato in pochissimi soggetti, Renzi, Guerini e per un certo periodo Boschi”. E, aggiunge, “il governo e’ super presente anche quando non si parla di referendum. Nella settimana 17-23 ottobre la presenza del premier e del governo arriva al 60% e Renzi e il governo sono i principali testimonial per il Si’. E mi dispiace che la Rai sia all’avanguardia in questo trend”. Alla conferenza hanno preso parte anche Vincenzo Vita e Alessandro Pace che sull’ipotesi di un rinvio della data si dice contrario e sottolinea: “si possono benissimo creare seggi vicino agli alloggi degli sfollati. Si guardi al voto all’estero, che e’ fuori controllo”.
“La Rai si sta comportando in maniera vergognosa. Si sta comportando da tv cubana, da tv coreana, da tv di regime”. Lo dice Matteo Salvini, in un videoforum su Repubblica.it. Il riferimento e’ al ruolo delle tv nella campagna referendaria che portera’ al voto del 4 dicembre. La consapevolezza che vi sia ad oggi – secondo vari istituti di sondaggi – un’alta percentuale di indecisi, porta a considerare molto importante se non addirittura decisivo, il ruolo dell’informaziine televisiva in un senso e nell’altro.
E’ morto Ettore Bernabei, direttore generale della Rai per 13 anni Aveva 95 anni. Al termine di una vita dedicata al giornalismo, si è spento ieri a 95 anni Ettore Bernabei, direttore generale della Rai dal 1961 al 1974 e direttore del Il Popolo, organo di stampa della Dc. Bernabei era in vacanza con la famiglia all’Argentario, come scrive La Nazione nel dare la notizia. Era nato a Firenze nel maggio 1921 ed aveva otto figli. Bernabei ha promosso una televisione di alta qualità, con programmi che hanno contribuito alla crescita sociale e culturale del Paese
Non le manda certo a dire Sabina Guzzanti, attrice satirica ‘sicuramente la tv, quando voi non eravate nati, era libera, scatenava grande partecipazione e la gente aveva anche la sensazione che le cose potessero cambiare. Oggi questa sensazione non c’é piu’. Ti fanno pensare che tanto non cambia niente e potrà essere solo peggio, e ti riempiono di programmi fatti apposta per renderci passivi’. Cosi Sabina Guzzanti, anima critica della televisione, parlando ai giovani giurati al Giffoni Film Festival.
In Italia siamo tutti esperti di calcio e di tv, tutti allenatori e critici televisivi. Molti di noi, ovviamente, non sono né l’uno né l’altro. Ci lamentiamo dei programmi definiti trash ma, di nascosto, li seguiamo. Salvo Guercio, palermitano, è unanimemente riconosciuto tra gli autori televisivi piu’ capaci e lungimiranti. Parla di ciò che conosce, e si vede subito. 10notizie ha il piacere di esordire nello spazio delle interviste, con la sua.
Si parla sempre più spesso della funzione dell’autore televisivo. Qual è esattamente il vostro ruolo?
‘Strutturare una puntata di un programma televisivo non è semplice, come può apparire a chi fruisce del programma a casa, seduto in poltrona. Innanzitutto devi decidere come e cosa vuoi raccontare. Nel caso specifico di un programma di intrattenimento – questo è ciò di cui mi occupo – devi innanzitutto scegliere, con i colleghi e con l’azienda che commissiona il programma, a chi farlo presentare. Quindi devi adattare la cifra stilistica di ciò che vuoi scrivere o raccontare, alla personalità del conduttore. Un esempio: ho lavorato dieci anni con Pippo Baudo, e non potevo certo prescindere dalla sua personalità, forte e talvolta ingombrante, ma con uno stile personale immediatamente riconoscibile’. ….e dopo questa prima fase?
‘Si procede dunque con la scrittura del programma, decidendo gli ospiti, i brani musicali e i numeri di varietà, e cercando di creare una struttura narrativa e drammaturgica unitaria in cui tutto appaia legato, e strutturando a tal scopo una scaletta in cui si compongano opportunamente in sequenza i vari momenti del racconto. Infine, dopo aver costituito l’ossatura, la struttura, si procede alla scrittura dei testi e degli snodi tra un numero e l’altro, e si decidono gli eventuali filmati da trasmettere (nel mio caso preferisco montare ogni singolo filmato personalmente), e si decide come “vestire” insieme al regista le canzoni ed i balletti’. Che momento vive oggi la televisione italiana? Ci sono nuove idee, nuovi format? In quale direzione ci si muove? È corretto ancora oggi affermare che quella italiana è una TV superiore a molte altre sotto il profilo della qualità?
‘Oggi purtroppo la TV italiana vive, a mio parere, un momento di crisi, specie per quanto riguarda i programmi di intrattenimento. Troppi i format acquistati all’estero e pochi i programmi originali pensati e ideati da noi autori. C’è poca voglia di rischiare e l’offerta è numerosissima, anche a causa del proliferare dei canali, tematici e non solo. Per questo la qualità, ovviamente, è scesa in modo notevole: non molto tempo fa, per preparare un programma si impiegavano mesi, si provava e si riprovava, finchè la macchina non era perfettamente rodata. C’erano pochi canali e tutte le energie venivano convogliate nella realizzazione di pochi prodotti di ottima qualità. Oggi il tempo a disposizione è poco, i mezzi non sono più quelli di una volta, si prova uno o due giorni se va bene. A cio’ si deve aggiungere che anni e anni di lottizzazione spesso ti costringono a confrontarti con referenti che non sempre hanno la conoscenza del mezzo e la capacità di gestirlo’.
La Tv si vede in streaming su Tablet e smartphone, con collegamenti vari e rapidi. E ormai non c’è programma che non sia collegato ai social network, proprio mentre è in onda. Questo nuovo approccio alla televisione ha cambiato qualcosa per voi autori?
‘La conseguenza é che ci possono criticare con più ferocia e in tempo reale! ( e qui Guercio ride…). C’è una maggiore velocità nella fruizione del prodotto e anche noi che lo strutturiamo non possiamo prescinderne. I tempi sono cambiati, i ritmi dei programmi di intrattenimento sono cambiati. Basta guardare Milleluci, Canzonissima o Studio Uno e confrontarli con i varietà di oggi per rendersene conto. Attenzione: non sto proponendo una visione passatista del mezzo; il ritmo mi piace e cerco di mantenerlo quando preparo un programma. L’importante è tenere alto il livello del racconto e conservare un minimo di approfondimento, per non trasformare il programma in una sequela forsennata di proposte ritmate ma superficiali e prive di spessore’.
La nuova TV è rivolta ai ‘pubblici’ piuttosto che ad un pubblico. Spettatori che ormai acquistano ciò che desiderano vedere. È la TV on demand. Questo può cambiare in peggio in termini di offerta qualitativa?
‘L’eccessiva offerta, come ho detto prima, ha abbassato la qualità, Si è diffusa l’errata convinzione, anche attraverso l’uso spropositato dei social, che tutti possono fare tutto e anche i nostri cachet si sono abbassati parecchio ( e in questo caso Salvo Guercio fa un sorriso tra l’amaro e il divertito). Arriva uno che fa la stessa cosa che fai tu a un costo molto inferiore e senza l’adeguata preparazione culturale, ma va bene uguale – secondo alcuni – tanto non se ne accorge nessuno. E invece c’è un pubblico per nulla distratto, che rivela attenzione e sensibilità. Devo comunque constatare che il livello della cultura popolare del nostro paese continua a scendere. E’ drammatico, é una cruda verità, lo so, ma questa è la situazione attuale’.
Crisi dei talk show: se ne parla da qualche anno. Quali sono i motivi?
‘La gente è stanca di parole. Vuole fatti. O, in assenza di essi, vuole sognare ed evadere dai problemi di tutti i giorni con uno show ben fatto come quelli di Fiorello’.
In Italia, come all’estero, la televisione risulta ancora il mezzo più utilizzato dai cittadini per informarsi, secondo la relazione annuale diffusa da Agcom nel 2015. Secondo Lei c’è pluralismo informativo nel nostro Paese?
‘No’.
Informazione TV, infotainment: è un binomio ancora vincente?
‘Io credo molto nell’infotainment. E’ il futuro dell’intrattenimento in TV. La gente vuole appassionarsi a un racconto, vuole che gli si spieghi quello che sta vedendo, vuole imparare, vuole conoscere. Gli fai ascoltare Mia Martini? Vuole conoscere e scoprire cosa c’è dietro Mia Martini, dietro la sua storia bella e tormentata. Gli fai vedere la Carrà che canta “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù”? Va benissimo, ma gli devi raccontare anche che quella sigla andava in onda nei giorni del sequestro Moro, che la Carrà voleva che la RAI sospendesse il programma e che non le fu concesso, devi fargli vedere il brano tratto da “Buongiorno notte” di Bellocchio in cui i rapitori di Moro nel covo di via Montalcini guardano la Carrà proprio in quel programma, mentre nella stanza accanto Moro trascorre i suoi ultimi giorni. Si può intrattenere e raccontare, puoi fare cultura anche con il varietà, non è necessario per forza mettere contro ‘grassi contro magri’ in un’arena di urla e strepiti, mentre la telecamera indugia per 40 secondi sul sedere di una sedicente Madre Natura che sale le scale…'(il riferimento a Ciao Darwin, il programma televisivo di Paolo Bonolis e Luca Laurenti, su Canale 5)
Salvo Guercio (Palermo, 1º gennaio 1969) è un autore televisivo italiano. Ha inziato come programmista e regista di clip musicali per Rai 1 nel 1994. Il suo primo programma come autore è Cocktail d’amore su Rai 2 (2001/2003): una rivisitazione in chiave ironica degli anni settanta e ottanta. Programma del quale è anche l’ideatore. Con questa trasmissione, voluta da Carlo Freccero e firmata insieme a Marco Giusti, Guercio di fatto ha rilanciato la carriera di Amanda Lear. Successivamente è autore di diversi programmi con Mike Bongiorno, Milly Carlucci, Paolo Limiti, Mike Bongiorno, Mara Venier. Lavora per diversi anni con Pippo Baudo, con il quale firma diverse edizioni di “Domenica in”. Attualmente collabora con Massimo Giletti per la realizzazione dei suoi speciali serali e per una serie di puntate speciali dell'”Arena”.
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