‘Ma a chi interessa che caschi un ponte”. Chissà cosa avrebbe pensato il fotografo e provocatore Oliviero Toscani se fra i 43 morti causati dal crollo del Ponte Morandi di Genova ci fosse stato il padre, un amico, il figlio. Chissà. Sacrosante le parole di Egle Possetti, presidente del comitato Ricordo vittime Morandi ’43 morti innocenti per lui conteranno poco, ma per noi erano tutto”. Non è la prima volta che Oliviero Toscani pronuncia frasi e commenti indecenti e osceni. Farà parte della sua formazione, del suo modo di essere, della sua insensibilità. Le sue foto erano, d’altra parte, di questo genere. Ubbidivano a questa logica, perversa, della provocazione pubblicitaria ad uso acquisti al supermarket. Sarà per questo allora che nel corso della trasmissione radio Un giorno da pecora ha detto: “Ma a chi interessa che caschi un ponte, smettiamola”, riferendosi alle polemiche scatenate dalla fotografia che ritrae Luciano Benetton insieme ai fondatori delle Sardine al centro culturale Fabrica. Cosi ancora Possetti “… ogni tanto qualcuno usa i nostri morti per mettersi in mostra o per comunicare idiozie. Stasera ho sentito registrate delle esternazioni, inopportune e confuse di Toscani: ovviamente a lui potrà non interessare che sia caduto un ponte in Italia nel 2018; potrebbe essere che lui viaggi sempre in elicottero, in effetti passare su un ponte francamente è un po’ da plebei: purtroppo tanti italiani ci viaggiano ogni giorno e qualche persona sotto quel ponte ci è rimasta per sempre, certamente non per qualche strano fulmine vagante, 43 morti innocenti per lui conteranno poco, ma per noi erano tutto”. Ci chiediamo che fine abbia fatto la pietas, l’umanità, il rispetto per i morti e per il dolore dei familiari. Ci chiediamo che fine abbia fatto la decenza, il decoro e la vergogna. Il senso di vergogna. Ci chiediamo perché Toscani non si scusi, invano.