Adenauer

Quando si parla di Europa a due velocità “non va ignorato” il rischio che “dietro si nasconda l’antico desiderio tedesco di un club di testa del Nord che impone la supremazia sui paesi peccatori del Sud”. E’ l’avvertimento che lancia, in una intervista al Qn, il capogruppo socialista al Parlamento Europeo Gianni Pittella. “Se dietro questa uscita ci fosse l’idea di spacchettare l’Europa tra puri del Nord e peccatori del Sud, allora ci opporremmo con tutte le forze – spiega -. Sarebbe una minaccia di una gravità pari a quella dei movimenti populisti e sovranisti”. “Diverso sarebbe – aggiunge Pittella – se alcuni Paesi, attraverso il meccanismo delle cooperazioni rafforzate, decidessero di portare avanti politiche fiscali comuni con un ministro delle Finanze europeo, un’agenda sociale, politiche per la difesa e la sicurezza più integrate. In questo caso, sarebbe un progetto interessante che dovrebbe vedere l’Italia in prima fila”. Più rigore fiscale per entrare nel club? “Né l’Italia né i socialisti – sottolinea Pittella – sono per una politica economica di spesa folle, ma una disciplina di bilancio seria non significa rigorismo che uccide l’economia e trasforma le regole in un cappio al collo. Non c’è solo il debito come anomalia, ma anche il surplus commerciale della Germania: se dovessimo essere dogmatici, bisognerebbe chiedere una procedura di infrazione anche per i tedeschi. Serve un governo politico e non ragionieristico dell’Europa”.

Era questa l’Europa che sognavano Altiero Spinelli, Jean Monnet, Konrad Adenauer, Robert Schuman, Alcide De Gasperi?
Oggi la Gran Bretagna si pronuncia sulla Brexit, la sua uscita dalla Unione Europea.
E già questo è il segnale di un fallimento politico. Cosa e’ diventata oggi l’Unione? Forse una unità politica, riconosciuta e condivisa? O piuttosto una entità fredda e distante in cui le esigenze della moneta prevalgono su tutto il resto? E ancora, noi cittadini italiani, francesi, tedeschi, spagnoli… ci sentiamo parte di qualcosa, abbiamo una forte e riconoscibile identità europea? Da questo punto di vista il progetto europeo così come lo abbiamo vissuto in questi anni si è rivelato un flop. Serviva una visione culturale, una rappresentanza più diretta, politiche comuni, una uniformita’ di indirizzo e di azione? Sicuramente si. Anche perché se le ragioni di una alleanza sono quelle del calcolo e della convenienza, una volta venute meno condizioni favorevoli, sarà la stessa legge della convenienza a far sì che chi vi era entrato decida di uscire. Tira una brutta aria in Europa: quella dell’egoismo e del populismo. Se l’Unione non ripensa se stessa sara’ inevitabile il suo sgretolamento, con ripercussioni fatali su ognuno di noi. Cosa occorrerebbe? Una vera unione politica, una strategia unica in politica estera, provvedimenti lungimiranti sulla emergenza dei migranti e lotta vera alla povertà e alla esclusione sociale. Buona fortuna cara, vecchia Europa.