La verità? E’ la prima vittima della guerra. Lo pensava Eschilo, tanti secoli addietro. E non è cambiato nulla da allora. Se oggi il Cremlino, a seguito dell’attacco in Siria che è costato la vita ad 86 morti di cui 30 bambini, si permette di definirlo una ‘fake news’, ossia una notizia destituita di ogni fondamento, allora possiamo dire tranquillamente che nell’era della informazione in tempo reale e delle interconnessioni planetarie, i progressi che sono stati ottenuti sul fronte dell’accertamento della verità dei fatti, soprattutto in politica estera e nei teatri di guerra, non sono poi cosi efficaci. In realtà i progressi sono stati fatti e sono quelli che permettono di sbaragliare la propaganda di regime e l’oltraggio sistematico ai fatti. L’attacco con il gas Sarin che è registrato in Siria nella provincia di Idlib, è purtroppo una triste realtà. Si tratta di un vero affronto alla dignità dell’uomo, una lesione profonda della nostra coscienza che si interroga su cosa poteva e doveva essere fatto per scongiurare la morte di ben 30 bambini e 20 donne. Sorprende e indigna, in tale contesto, l’affermazione del ministro degli Esteri russo che ha bollato l’attacco come una fake news’. L’asse Siria-Russia è cosa ben nota ed era prevedibile che Mosca prendesse le difese di Assad. Tutto questo conferma come oggi più che mai la guerra che si combatte non è purtroppo solo quella delle armi, convenzionali o chimiche che siano, ma anche e soprattutto quella delle opposte verità, della propaganda di guerra, dell’informazione, degli attacchi informatici sul web, dei servizi di intelligence e tutti attentano alla verità delle cose, e cercano di manipolarla, insieme alle nostre coscienze e alla nostra sensibilità. La guerra di oggi si combatte con armi chimiche e con la propaganda di sempre. E uccide tanto i bambini quanto la verità.