Barcellona

Andres Iniesta è ufficialmente un giocatore del Vissel Kobe. Dopo l’annuncio di ieri della partenza per il Giappone con un aereo privato insieme al patron del club, Hiroshi Mikitani, il centrocampista spagnolo ha firmato il contratto (si parla di un triennale) ed e’ stato presentato alla stampa, nel corso di una conferenza seguita in streaming da 30mila persone. “Il suo arrivo avrà un grande impatto nel calcio giapponese e soprattutto nel nostro club”, le parole di Mikitani. “Avevo tante offerte – ha spiegato l’ormai ex Barcellona che ha giocato l’ultima gara in azulgrana domenica e ha salutato il pubblico in una serata indimenticabile per il popolo del Barça -, ma il progetto che mi ha presentato il Vissel Kobe e’ stato il più interessante di tutti, quello che ha entusiasmato di più sia me che la mia famiglia. Il Giappone e’ un paese che mi piace molto e non vedo l’ora di assimilare la cultura nipponica, qualcosa di meraviglioso. Ho molto rispetto anche per il calcio giapponese, ho visto giocare la nazionale e il livello e’ ottimo. Spero di portare il mio stile di gioco e aiutare i miei compagni a vincere e a conquistare trofei”.

”Dio salvi il re”. La Spagna e’ di nuovo ai piedi di Leo Messi che con una grande prestazione e una doppietta che ha raggiunto quota 100 reti in Champions League, prendendo per mano il Barcellona che per l’undicesima stagione di fila vola ai quarti di finale. E ”la Messidipendenza aumenta” aggiunge il quotidiano sportivo iberico ‘Marca’ secondo cui l’asso argentino ‘si e’ caricato su di lui il peso di portare alla vittoria la squadra blaugrana’. L’altro principale giornale spagnolo, ‘As’, esalta la ‘Pulce’ per il suo nuovo traguardo raggiunto: ‘e’ una gioia raggiungere quota 100 gol in Champion’. E per Mundo Deportivo ‘quello visto ieri sera e’ stato un Messi divino capace di portare il Barca ai quarti di finale. Con i suoi due gol ha festeggiato la nascita del suo terzo figlio Ciro”.

“In difesa della democrazia, la Costituzione e la liberta’. Preserviamo l’unita’ della Spagna Non siete soli”: con questo messaggio, il premier spagnolo Mariano Rajoy, ha incitato via Twitter i manifestanti raccolti a Barcellona a favore dell’unita’ della Spagna. Il capo del governo spagnolo ha cominciato il ‘cinguetto’ con l’hashtag #RecuperemElSeny, che rilancia lo slogan (Recuperiamo il buon senso), parola d’ordine dei cittadini riuniti a Barcellona. La marcia e’ stata convocata da Societat Civil Catalana, a due giorni dall’atteso discorso che il presidente della Generalitat, Carles Puigdemont, pronuncera’ nel Parlament, un discorso sulla “situazione politica attuale”, ma con la dichiarazione di indipendenza sul tavolo. In un ‘tweet’ di poco precedente il premier spagnolo aveva ripetuto che il governo di Madrid “impedira’ l’indipendenza della Catalogna”.

Una folla piuttosto numerosa si sta concentrando nella piazza Sant Jaume a Barcellona, agitando i cartelli con la scritta ‘Parlem? Hablamos?’ (‘Parliamo?’ in catalano e spagnolo), e chiedendo un dialogo tra la Catalogna e Madrid, dopo le contrapposizioni dei giorni scorsi. Molti manifestanti portano magliette o camicie bianche, come chiesto dagli organizzatori della dimostrazione. Manifestazione analoghe, segnala la stampa spagnola, si svolgono davanti a molti sedi comunali del Paese.

“Io credo che un indipendentista possa giocare nella selezione spagnola. Noi non siamo contro la Spagna, perché un indipendentista non potrebbe giocare con la Spagna? Siamo tutti uguali, vogliamo tutti giocare e vincere”. Gerard Piqué, difensore del Barcellona e della nazionale spagnola, parla in conferenza stampa alla vigilia del match di qualificazione mondiale contro l’Albania ma, ovviamente, l’argomento è un altro. “Sono qui da 15 anni – dice – considero la nazionale una famiglia. Sono molto orgoglioso di essere nella squadra spagnola e mi fa male che qualcuno dubiti del mio impegno”. I fischi dei suoi stessi tifosi non sono nuovi, ma quelli ricevuti negli ultimi due giorni lo hanno segnato. Domenica si è recato alle urne per votare al referendum, come hanno fatto anche altri ex campioni del Barcellona, Xivi Fernandez e Carles Puyol. “Il primo giorno – aggiunge – è stato difficile perché non ti piace che le persone siano contro di te. Ricevere fischi e insulti non è bello per nessuno. Ma se me ne andassi per questo significherebbe cedere”. Insomma si può indossare la maglia della Spagna pur essendo un indipendentista catalano. “Non mi pento di quello sento. Siamo nel mondo e siamo persone. E’ impossibile che tutti la pensiamo allo stesso modo. Sono a favore del fatto che la gente possa votare sì o no o scheda bianca”, insiste Piqué. “Voglio dire a tutta la Spagna che tramite il dialogo, il rispetto e la coerenza tutto può risolversi. Sono qui perché il ct e i miei compagni vogliono che resti con loro, perché posso aiutarli a raggiungere un obiettivo che inseguiamo da un anno. Se battiamo l’Albania saremo qualificati al Mondiale”. Il difensore blaugrana dice anche di avere “rispetto” per chi non la pensa come lui, come l’altro simbolo dello sport spagnolo, Rafael Nadal. Il tennista ritiene che i catalani non abbiano il diritto di votare: “Siamo giocatori, ma prima di tutto siamo persone. Ma capisco anche quelli che non vogliono parlare della politica”. Tuttavia, sottolinea, “Spagna e Catalogna sono come padre e figlio, dove il figlio a 18 anni chiede di andare via di casa… È come se non venisse considerata la realtà della Catalogna. Potete non essere d’accordo con noi, ma la nostra opinione va rispettata. Perché noi esistiamo. Molta gente ci appoggia anche se non viene detto. La gente segue solo una comunicazione in tv, la gente non capisce cosa stiamo passando. Ho parenti e amici, la mia famiglia, lì che soffre per questa situazione”. Quanto al re e al suo messaggio, è meglio glissare: “Non l’ho ascoltato, mi stavo allenando”.

“Non siamo certo tifosi dei nazionalismi nè delle scelte indipendentiste unilaterali, ma vogliamo dirlo con grande forza: consideriamo la vergognosa repressione messa in campo dal governo Rajoy, che tutto il mondo ha potuto vedere in diretta, un vero scandalo. Rinnoviamo la richiesta al presidente del Consiglio italiano affinchè il nostro governo si attivi perché ritorni la politica, ritorni la democrazia, ci sia più democrazia, e si costruiscano occasioni di dialogo tra la Catalogna e la Spagna”. Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni. “Ci auguriamo – prosegue il leader di SI – che l’iniziativa intrapresa in queste ore da Podemos nei riguardi del Psoe aiuti a trovare una soluzione diversa di quella di un governo che oggi non rappresenta più non solo la Catalogna ma la Spagna tutta. Sinistra Italiana – conclude Fratoianni – sostiene gli sforzi della Sindaca di Barcellona Ada Colau che sta insistendo sulla necessità di una soluzione politica che metta al centro la democrazia e il dialogo”.

Rafael Nadal confessa di seguire “con preoccupazione e tristezza” quello che sta accadendo in Catalogna e assicura che “vedere la societa’ in generale, non solo quella catalana, mi sorprende e a volte mi delude”. Il n.1 del tennis mondiale ammette di “aver voglia di piangere quando vedo che in un paese dove abbiamo saputo convivere ed essere un buon esempio in tutto il mondo si arrivi alla situazione che abbiamo visto ieri… credo che l’immagine che abbiamo dato ieri sia negativa”, riporta Marca. Nadal, a Pechino per un torneo, dice di aver passato la giornata con il cuore a pezzi mentre seguiva gli incidenti legati al referendum in una Catalogna alla quale si sente molto unito. “Non e’ il momento di cercare colpevoli, anche se ci sono”, aggiunge il tennista maiorchino che rivolge un appello per “il dialogo tra le parti anche se ci sono dei momenti in cui tutto sembra impossibile, che non ci sia possibilita’ di risolvere il problema c’ e’ una cosa semplice da fare: volerlo risolvere. L’unica maniera e’ parlarne, cercare di arrivare ad un accordo, trovare punti di incontro se ci sono e alla fine continuare a vivere uniti per tutta la vita”.

Da lunedi’ il governo nazionale di Madrid e quello regionale di Barcellona devono avviare un “dialogo politico” con l’obiettivo di trovare una soluzione alla questione catalana. E’ l’auspicio del presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, rilanciato a margine del “vertice digitale” di Tallinn su sollecitazione dei giornalisti spagnoli. “La costituzione spagnola e’ una legge Ue. Se il referendum avverra’ in violazione di questa legge, per noi e’ illegittimo. Ma la questione non si puo’ certamente risolvere solo con le forze di polizia. Tutti vogliamo una soluzione pacifica e democratica, importante per la stabilita’ europea”.

Il premier spagnolo, Mariano Rajoy, incontrerà oggi il leader del Psoe, Pedro Sanchez, e il presidente di Ciudadanos, Albert Rivera, per illustrare loro le operazioni giudiziarie e di polizia in corso in Catalogna per impedire che vi siano le condizioni per lo svolgimento del referendum per l’indipendenza convocato per il primo ottobre. In questo modo, spiegano fonti citate dal cito di El Pais, Rajoy vuole la conferma dell’appoggio dei due partiti – che non partecipano al suo governo di minoranza ma ne hanno permesso la formazione – alle azioni del governo contro la sfida secessionista catalana. Subito dopo la notizia degli arresti, il Psoe ha confermato l’appoggio del governo “anche alle misure che risultano più difficili da accettare”, ha affermato il segretario della Organización socialista, José Luis Ábalos. “Il Psoe è stato sempre in difesa della legalità”, ha aggiunto.

Il Barcellona batte la Juventus 3-0 al ‘Camp Nou’ nella prima partita del gruppo D di Champions League. I gol nel primo tempo al 45’ di Messi, nel secondo all’11’ di Rakitic, al 24’ di Messi. I bianconeri ieri sera hanno giocato un ottimo primo tempo al Camp Nou creando diverse occasioni da gol. “Questa è un’altra Champions – ha detto il ct della Juve, Massimiliano Allegri – I ragazzi hanno fatto un bel primo tempo, poi è normale che bisogna sfruttare le occasioni che ti capitano. Ne abbiamo avute parecchie e non siamo stati bravi a concretizzarle, mentre hanno quel giocatore lì, Messi, che alla prima occasione ti cambia le partite. Abbiamo sbagliato molto, non abbiamo avuto la forza di stare dentro la partita fino alla fine”.