Bce

La ripresa economica nell’area euro prosegue, sorretta dalla domanda interna, mentre la crescita delle esportazioni rimane modesta.In prospettiva, il recupero dell’economia dovrebbe procedere a un ritmo moderato. E’ quanto si legge nel Bollettino economico Bce che spiega come “la domanda interna continua a essere sostenuta dalla trasmissione delle misure di politica monetaria della Bce all’economia reale” ma i rischi per le prospettive di crescita “restano orientati verso il basso”: pesano Brexit, altre incertezze geopolitiche, le prospettive di crescita contenuta nei mercati emergenti. “E’ probabile che i tassi di inflazione restino molto bassi nei prossimi mesi e che poi risalgano nel prosieguo del 2016 per motivi in larga parte riconducibili agli effetti base del tasso di variazione sui dodici mesi dei corsi dell’energia”. Nel bollettino si sottolinea che con il sostegno delle “misure di politica monetaria e dell’atteso recupero dell’economia, i tassi di inflazione dovrebbero aumentare ulteriormente nel 2017 e nel 2018”.

La Bce “e’ pronta, determinata e in grado di agire se lo ritiene necessario”. Lo ha affermato il presidente della Bce, Mario Draghi, in conferenza stampa, dopo aver sottolineato che il Consiglio direttivo della Bce, anche alla luce del voto sulla Brexit e visto “il prevalere di uno scenario di incertezza, continuera’ a seguire l’andamento congiunturale e dei mercati finanziari con grande attenzione, garantendo il passaggio delle proprie politiche monetarie accomodanti all’economia reale”. Nei prossimi mesi, ha detto Draghi, “quando avremo piu’ informazioni, ivi comprese le nuove stime dello staff della Bce, saremo in una posizione migliore per poter rivalutare le condizioni macroeconomiche di base, il percorso prevedibile di crescita e inflazione e la distribuzione dei rischi intorno a questo percorso”. Se necessario, ha ribadito Draghi, “il Consiglio direttivo agirà usando tutti gli strumenti disponibili entro il suo mandato”.

Il presidente della Bce Mario Draghi ha detto al vertice Ue di Bruxelles con i capi di Stato e di governo che l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue avrà un impatto sulla crescita attesa del Pil dell’Eurozona nell’ordine di 0,3-0,5 punti percentuali in meno rispetto alla crescita ipotizzata nei prossimi tre anni. Draghi ha anche chiesto la massima collaborazione tra i leader dell’Unione europea per affrontare la fibrillazione delle banche. Questo il suo pensiero, per evitare che l’opinione pubblica consideri l’Unione “ingovernabile” soprattutto dopo l’uscita della Gran Bretagna dall’Ue. Ha aggiunto che la Bce e’ pronta a cooperare con le altre banche centrali per assicurare la stabilita’ dei prezzi, ma occorre anche affrontare le “vulnerabilità” del settore bancario.

Il dopo Brexit è al centro degli appuntamenti economico finanziari della prossima settimana. Lunedì Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea partecipera’ al forum Bce “The future of the international monetary and financial architecture” che si svolge a Sintra, in Portogallo. La Bce intanto “è pronta a iniettare liquidità in euro e in altre valute” per far fronte al post-Brexit. Lo comunica l’Istituto centrale europeo in una nota cui si afferma, tra l’altro, che la Bce è in contatto con le banche e gli organi di controllo e che sta “monitorando con molta attenzione” i mercati. La Banca d’Inghilterra è pronta ad iniettare altri 250 miliardi di sterline di liquidità per affrontare le turbolenze dei mercati. E c’è massima attenzione anche dal Fondo monetario internazionale. “Ho accolto positivamente le misure annunciate dalla Banca d’Inghilterra e dalla Bce per sostenere il sistema bancario – ha detto la presidente Christine Lagarde – Il Fondo monetario, dal canto suo, monitorerà gli sviluppi da vicino. Lavoreremo per assicurare la tenuta dell’economia globale nel futuro prossimo”. Nel giorno della Brexit panico sulle Borse europee: a Milano Piazza Affari chiude con l’indice Ftse Mib in caduta del 12,48%, Londra con l’indice Ftse 100 in calo del 3,15%, Parigi con l’indice Cac in calo dell’8,04%, a Francoforte l’indice Dax cala del 6,82 per cento, a Madrid (indice Ibex) la perdita della seduta è del 12,35%.

Una posizione che rassicura i mercati e i gabinetti di governo quella espressa dal presidente della Bce sulla eventualità della Brexit ‘siamo pronti a tutte le urgenze che dovessero derivare dal pronunciamento dei britannici sul referendum, ma non c’é nessun piano o impegno concordato con la Bank of England’. E poi ancora sull’andamento dell’economia nell’eurozona ‘la ripresa é moderata ma costante, inflazione bassa: l’economia dell’eurozona ha guadagnato slancio all’inizio dell’anno, ci si attende che proceda a passo moderato ma costante, sostenuta da solida domanda interna e dal’efficace trasmissione della nostra politica all’economia reale: le dinamiche dell’inflazione restano piuttosto sommesse e il livello resterà basso nei prossimi mesi.

 

Il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker ha chiesto agli “amici britannici” di non abbandonare l’Unione europea perché altrimenti “si aprirà un periodo di incertezza nell’Ue e nel mondo”. Ma se la Brexit dovesse materializzarsi, “l’Ue non sarebbe in pericolo di vita e il percorso di integrazione continuerebbe, anzi verrebbe aumentato”. Junker ha concluso: “abbiamo affrontato molte crisi non ne abbiamo bisogno di un’altra”. Intanto é allarme sui rischi della Brexit: ad essere messa a repentaglio sarebbe la crescita dell’Eurozona. Per la Bce “i rischi al ribasso sono ancora connessi all’andamento dell’economia mondiale, all’imminente referendum sulla permanenza del Regno Unito nell’Unione europea e ad altri rischi geopolitici”. La stessa crescita inglese “è potenzialmente limitata dall’incertezza circa il referendum”. Le ultime stime della Bce danno una crescita dell’1,6% nel 2016 e dell’1,7% nel 2017 e nel 2018. Il quantitative easing della Bce sta aiutando l’economia e un “ulteriore stimolo” dovrebbe provenire dalle misure ancora da attuare. Tuttavia il consiglio direttivo “seguirà con attenzione l’evoluzione delle prospettive per la stabilità dei prezzi e, se necessario per il conseguimento del suo obiettivo, agirà ricorrendo a tutti gli strumenti disponibili nell’ambito del suo mandato”.

Prosegue la ripresa economica nell’area dell’euro. Il PIL in termini reali dell’area e’ aumentato in misura significativa nel primo trimestre del 2016. La crescita continua a essere sostenuta dalla domanda interna, mentre e’ frenata dalla debolezza delle esportazioni. I dati piu’ recenti indicano una prosecuzione della crescita nel secondo trimestre, anche se a un ritmo che potrebbe essere inferiore rispetto al primo trimestre. Lo scrive la Bce nel Bollettino Economico. In prospettiva, il Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea si attende che “la ripresa economica proceda a un ritmo moderato ma costante. La domanda interna continua a essere sorretta dalla trasmissione delle misure di politica monetaria all’economia reale. Condizioni di finanziamento favorevoli e miglioramenti della redditivita’ delle imprese seguitano a promuovere gli investimenti . Inoltre, i protratti incrementi dell’occupazione favoriti anche dalle passate riforme strutturali e i prezzi ancora relativamente bassi del petrolio forniscono un ulteriore sostegno al reddito disponibile reale delle famiglie e ai consumi privati. In aggiunta, l’orientamento delle politiche di bilancio nell’area dell’euro e’ lievemente espansivo. Tuttavia, la ripresa economica dell’area continua a essere frenata dalle prospettive di crescita contenuta nei paesi emergenti, dai necessari aggiustamenti dei bilanci in una serie di settori e dalla lenta attuazione delle riforme strutturali”.

 La Bce, che ha lasciato i tassi di interesse fermi al minimo storico, alza la stima della crescita 2016, dall’1,4% all’1,6%, e ritocca anche la stima dell’inflazione, che passa dallo 0,1% allo 0,2%. In questo scenario, assumono grande valore le parole del presidente Mario Draghi. La ripresa resta “modesta ma stabile. “La crescita continua ad essere sostenuta dalla domanda interna” mentre incidono negativamente le esportazioni deboli. La domanda interna resta sostenuta dalla trasmissione delle nostre misure di politica monetaria all’economia reale. I rischi al ribasso “continuano a riguardare gli sviluppi nell’economia globale, il prossimo referendum britannico e ad altri rischi geopolitici”. Proprio sul rischio Brexit la riflessione di Draghi. ‘La posizione della Bce rispetto all’ipotesi è inequivocabile: rimanere nell’Unione europea fa bene alla Gran Bretagna e fa bene all’Europa, ma la Bce è pronta a qualunque scenario:in caso di uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea, la Bce “valuterebbe la natura e l’impatto dell’eventuale shock, vigilando anche sugli effetti secondari”.