Cantone

“E’ in atto una evidente e benefica rivoluzione culturale” nell’affrontare il fenomeno della corruzione, ha detto il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, traendo le fila nella sua relazione annuale: “Siamo consapevoli che gli effetti positivi” si potranno vedere “solo nel medio lungo periodo, sempre che la strada intrapresa venga perseguita con ancora maggiore impegno da tutti gli attori istituzionali”. A tale proposito ha ricordato “la netta e reiterata posizione del Papa che ha anche reso noto di avere allo studio la possibilita’ di scomunica dei corrotti”. Nella Sala della Regina, alla Camera, dove l’Anac ha presentato la relazione, erano presenti anche monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, e l’arcivescovo Silvano Maria Tomasi, segretario delegato del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, il “ministero” della Santa Sede che ha organizzato in Vaticano nei giorni scorsi il dibattito internazionale sulla corruzione, dove si e’ ipotizzato di scomunicare i corrotti.

Il presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, in un colloquio riportato da Repubblica, manifesta “tensione e allarme” per il futuro dell’Autorità nazionale anticorruzione. La preoccupazione è motivata dalla modifica al codice degli appalti che ha soppresso il potere dell’Anac di inviare alle imprese appaltanti una ‘raccomandazione vincolante’ in caso di gravi anomalie. “E’ il segnale che c’e’ chi, nei palazzi qua intorno, sta seriamente pensando di ridimensionare l’Anac”, dice Cantone, che aggiunge: “Sono perplesso e preoccupato da questa vicenda nel suo complesso, non solo per la norma specifica in se’, ma per come e’ emersa questa scelta, all’insaputa del Parlamento, perche’ fatta in questo modo diventa un segnale negativo, quasi un atto ostile nei nostri confronti”. Perchè è stata fatta la modifica? Riflette Cantone: “Nessuno può pensare che ci siano stati degli abusi – è il ragionamento di Cantone – per la semplice ragione che questa norma non è mai stata utilizzata”. Presente nella riforma varata nel 2016, la norma è scomparsa versione aggiornata passata in Consiglio dei ministri il 13 aprile scorso. Intanto dopo i contatti tra il premier Paolo Gentiloni, in missione negli Usa, e il presidente dell’Anac Cantone, e Palazzo Chigi ha diffuso una nota assicurando che non c’è “nessuna volontà politica di ridimensionare i poteri Anac” e che sarà posto un rimedio “in maniera inequivocabile” alla versione aggiornata della norma.

“Se la legislazione vigente é sufficiente a regolamentare lobby e fondazioni? Assolutamente no, é una delle questioni su cui bisogna intervenire: le lobby sono state, da tempo, oggetto di disegni di legge”, ma mai di un intervento comprensivo e coerente. Lo ha detto Raffaele Cantone, presidente di Anac, entrando ad un convegno oggi al Mibact. “Lobby non é una brutta parola, in tutto il resto del mondo é una parola seria, ma é una parola che richiede regolazione e trasparenza – ha sottolineato Cantone – le fondazioni e le associazioni, che fanno politica, hanno bisogno di regole che riguardano la trasparenza in entrata e in uscita”.

“Le osservazioni del presidente dell’Anac, Raffaele Cantone, sulla Rai andrebbero ascoltate con attenzione dai vertici di viale Mazzini che fino ad ora hanno messo in fila una serie di errori imperdonabili”. Lo afferma il deputato Gianni Sammarco (Ncd). “Soprattutto – dichiara – ci piacerebbe sapere perché gli stessi vertici non hanno risposto all’Anac dopo la bocciatura sulle assunzioni, il mancato job posting e il conflitto di interessi per la nomina del capo della security. Tutte questioni che meritano chiarimenti e che invece i vertici Rai disattendono puntualmente. L’atteggiamento nei confronti dell’Anac è quanto meno stupefacente”.