Cuffaro

“Per me non c’e’ stata una guerra tra politica e magistratura, ma c’e’stata un’offensiva unilaterale contro una piccola parte della magistratura che ha prodotto, purtroppo, i suoi effetti su una parte della magistratura che, credo, stia contribuendo alla progressiva marginalizzazione di quei magistrati non graditi al potere politico”. Lo ha detto il magistrato antimafia, Nino Di Matteo, durante il convegno in Campidoglio ‘Mafia 2.0. “Su oltre 50mila detenuti, solo dieci stanno scontando una pena definitiva per reati legati alla corruzione. Con le riforme penitenziarie approvate di recente, usciranno immediatamente pure loro. Possiamo dire con coraggio che nel nostro Paese il fenomeno della corruzione e’ sostanzialmente impunito, e questa impunita’ e’ un’induzione a delinquere. “Nonostante in una sentenza definitiva ci sia scritto che Silvio Berlusconi ha mantenuto e rispettato almeno dal 1974 al 1992 i patti stipulati con Cosa Nostra grazie all’intermediazione di Dell’Utri, ancora oggi questa persona esercita un ruolo assolutamente importante e assume ruoli decisivi nella politica nazionale anche di stretta attualita’”. “Come si fa a pensare- si chiede il magistrato- che la questione mafiosa sia solo locale quando abbiamo avuto delle conclusioni anche di sentenze passate in giudicato in ordine ai rapporti significativi del 7 volte presidente del Consiglio Andreotti con le famiglie mafiose palermitane o all’intermediazione assicurata per almeno venti anni dal senatore Dell’Utri e alla stipula dei patti a cui ha contribuito il senatore Dell’Utri tra l’allora imprenditore Silvio Berlusconi e i capi delle famiglie mafiose siciliane? Come si fa a relegare a questioni marginali questioni che hanno riguardato ad altissimo livello l’esercizio del potere non solo in Sicilia ma in tutto il Paese? Ecco perche’ il silenzio mi preoccupa”. La conseguenza di questo atteggiamento della politica e’ che nonostante quello che e’ stato accertato si e’ assistito alla santificazione di personaggi come Andreotti o alla ricandidatura nel 2008 del senatore Dell’Utri e del senatore Cuffaro. Il mio apprezzamento al codice etico del Movimento 5 Stelle fu considerato al tempo, un’apertura al Movimento. In realta’ rappresentava un momento in cui veniva concepita una separazione tra la responsabilita’ penale dalla responsabilita’ politica, nei reati di corruzione mi auguro che quello sia il fattore ancora piu’ apprezzabile DI quel codice”. “La magistratura- ha aggiunto DI MATTEO- accerta le eventuali responsabilita’ penali e la sussistenza di reati”, ma “ci sono dei comportamenti che ancor prima di essere descritti in una sentenza definitiva sono accertati e dovrebbero fare scattare delle responsabilita’ di tipo politico che invece nel nostro Paese troppo poche volte sono state azionate”.

‘Leggo sproloqui da parte dell’onorevole Carmelo Briguglio che scrive sotto lo pseudonimo @Musumeci_Staff. Non mi meraviglia affatto il tono rancoroso e il giudizio astioso che ha verso di me, niente di nuovo: lo ha già espresso altre volte.
Sono in buona compagnia: in passato attacco’ me e anche Silvio Berlusconi. Una sola domanda: gente come lui dovrebbe tenere unito il centrodestra?
L’onorevole Briguglio scrive – senza avere il coraggio di firmarsi ma usando uno pseudonimo – che se mi incontra per strada mi stringe la mano ma poi corre a lavarsela per aver toccato la mano di un condannato per favoreggiamento alla mafia.
In un tempo in cui l’acqua è preziosa mi preoccuperò io per lui di non sciuparne e se dovesse incontrarmi lo esenterò dallo stringermi la mano.
Io so di non aver mai favorito la mafia e di averla sempre schifiata e lottata amministrativamente e culturalmente ma questo appartiene alla mia coscienza e a quella di chi mi conosce, e questo mi basta per tenere la testa alta e il cuore forte. Briguglio sappia però che non è mio costume mettere veti: io diversamente da lui sono un Democristiano. Ho espresso – e questo neanche la sua cultura me lo può impedire – una valutazione politica sulla candidatura dell’onorevole Musumeci senza avere la pretesa che sia giusta e senza nascondermi come invece fa Carmelo Briguglio, per il quale Musumeci e’ solo una zattera come un’altra per tornare a galleggiare politicamente. Carissimo Briguglio: io non do giudizi sulle persone come invece fa lei e di nascosto, perché so che ogni persona, persino lei, si figuri, è migliore di me. Mi scusi se sono stato sincero ma solo se può.
Ah dimenticavo …. la fucilazione, anche quella morale, non è contemplata dal nostro Diritto e lei sostiene di essere un osservante scrupoloso della Legge’.
Totò Cuffaro

“Sono molto dispiaciuto che il Presidente Ardizzone si sia sentito solo e abbia sofferto per causa mia, ma giuro che non era nelle mie intenzioni procurargli tale sofferenza e nulla ho fatto per procurargliela. È lui che ha deciso di vietare il mio ingresso alla Sala Gialla per partecipare ad un convegno sulle carceri. Mi impegno per quanto è nelle mie possibilità per essere vicino a chi soffre perché avendo molto sofferto so cos’è la sofferenza.
Devo dire però che nonostante abbia vissuto cinque difficili anni in una angusta cella e abbia tanto sofferto non mi sono mai sentito solo grazie all’amore della mia famiglia, delle tante persone che hanno continuato a volermi bene e non mi hanno mai lasciato solo accompagnandomi nella mia detenzione con le loro lettere e le loro preghiere e alla grande umanità che mi hanno donato i detenuti. Mi dispiace tantissimo che il Presidente del Parlamento Regionale si sia sentito solo e abbia sofferto’. Toto’ Cuffaro

Retroscena

Ansa: MARTEDÌ 21 FEBBRAIO 2017 16.53.59

 

‘1768 giorni’. Questo il titolo del docufilm sulla vita di Toto’ Cuffaro, del regista Marco Gallo e in fase di realizzazione. Ne esce il ritratto di un uomo generoso, che ha sbagliato, riconoscendolo, e che ha pagato con una detenzione in carcere di cinque anni. La carriera politica di un democristiano nel sangue, interprete di quella mediazione e di quel dialogo portati alle estreme conseguenze e agli inevitabili benefici; un impegno politico che ha nel contatto fisico con le persone la sua cifra piu’ alta. Un politico con le orecchie grandi: di quelli che sanno e vogliono ascoltare veramente. Cosa e’ stato Toto’ vasa vasa? Un amministratore molto capace, un medico, un politico di razza, un siciliano che ha sbagliato, un figlio, un padre, un marito, un siciliano che adora la Sicilia, un uomo nuovo. Il film non e’ una agiografia ma un ritratto. Bellissimo perche’ autentico, come il suo protagonista.

‘Con riferimento alle parole dell’on Gianpiero D’Alìa, mi preme ribadire per l’ennesima volta – non c’è infatti miglior sordo di chi non vuol sentire – che non faccio, né potrei fare politica attiva. Sono interdetto dai pubblici uffici ma non dal pensiero e dal ragionamento, dall’osservazione, dall’analisi e dal commento sui fatti della politica. D’Alìa mi cita come alla guida di una corrente e interprete di una linea politica: nulla di piu’ falso, come sanno anche le pietre. Su una cosa però sono completamente d’accordo con Gianpiero D’Alìa quando afferma che con lui l’Udc è al governo nazionale e regionale con il Pd.. e che è con Crocetta dal 2012, in quanto sostenitore della maggioranza di governo alla Regione. E’ vero. Le cose stanno così: è stato proprio D’Alìa a volere Crocetta alla presidenza della Regione siciliana e i siciliani non solo lo sanno bene, ma se ne ricorderanno al momento giusto’
Toto’ Cuffaro

“Ho letto su Repubblica Palermo di oggi, l’editoriale di Pippo Russo, persona semplice ed equilibrata che ho sempre stimato. Esorto anche lui, come ho gia’ fatto con tutti i miei amici e sto facendo con quanta piu’ gente possibile, ad adottare a distanza uno dei tanti bambini dell’orfanotrofio di Mubanza, al confine fra il Burundi e il Ruanda, dove attualmente mi trovo”. Cosi’ l’ex presidente della Regione Siciliana, Toto’ Cuffaro, dall’Africa dove si trova come volontario, commenta quanto pubblicato oggi dal quotidiano.