Cuperlo

“Fare la legge elettorale era un imperativo politico di questa legislatura. Oggi diventa un imperativo morale. Tornare alle urne con il fallimento di ogni tentativo di dare al paese regole condivise sul terreno della rappresentanza e della governabilita’ renderebbe ancora piu’ profondo il discredito della politica”. Lo afferma Gianni Cuperlo, presidente di SinistraDem – Campo Aperto, che aggiunge: “Affrontare il problema posto dai colleghi di Svp e’ possibile, tanto piu’ che tocchera’ al Senato completare l’iter della legge. Ma oggi deve prevalere in ciascuno una responsabilita’ politica. Il punto e’ capire se esiste o no la volonta’ di arrivare in fondo. Non e’ piu’ tempo di rinvii. SinistraDem vuole contribuire a tagliare il traguardo e si impegna a farlo con l’unita’ del Pd e nella ricerca dello schieramento piu’ largo a sostegno di una buona legge”, conclude.

La domanda e’ se Renzi ha “una linea in grado di evitare una sconfitta storica. Il mio cruccio e’ non consegnare l’Italia alla destra. In questo senso la sorte di un leader non puo’ dipendere dalle chances di tornare a Palazzo Chigi”. Lo dice alla Stampa Gianni Cuperlo, che vuole battersi perche’ “questo Pd cambi radicalmente”. “Questa storia deve ritrovare il senso che ha smarrito. Io non mi chiedo perche’ il Pd potrebbe finire, mi chiedo perche’ e’ nato. La risposta era dare all’Italia quella forza popolare e di sinistra che gli eventi avevano sempre impedito. Ma se dopo dieci anni il popolo che volevi unire si divide e si allontana allora devi chiederti cosa succede e come si raddrizza la barca”. “Renzi e’ forte dentro il Pd ma il Pd oggi e’ debole nella societa’. Prima le sconfitte in Veneto, Roma, Torino. Poi la sfida sulla Costituzione con esito catastrofico. Ora si torna a perdere mentre Prodi sposta la sua tenda piu’ lontano. Davanti a una scena simile spiegare che le politiche saranno un’altra storia e’ come lanciarsi senza paracadute”. “Prima del nome conta la missione. Poi un programma di traguardi partecipati a cominciare dalla lotta a diseguaglianze immorali. E solo a quel punto alleanze e un leader”. “Ci sono luoghi dove non mettiamo piede da anni e legami sociali letteralmente spezzati. Somigliamo sempre piu’ al ceto politico che dovremmo combattere. Appendevamo al muro Che Guevara e ora rischiamo la parte dei proci a Itaca. Il centrosinistra rinascera’ da un viaggio nel Paese vero. Poi a settembre facciamo incontrare i percorsi diversi che credono in una nuova alleanza sociale e politica”.

Si’ a “primarie aperte” per un nuovo centro-sinistra “come chiesto da Giuliano Pisapia”, perche’ “una vera leadership deve avere l’umilta’ di offrire a un campo piu’ ampio la possibilita’ di decidere insieme. E mi riferisco alla societa’ civile”. Lo dice Gianni Cuperlo, intervenuto a Napoli all’assemblea di centro democratico. A suo giudizio un nuovo centro-sinistra e’ possibile, “ma dico che siamo in una stazione di passaggio, in cui il Pd si pone al servizio di un progetto piu’ ampio e quindi deve dare la possibilita’ di scegliere insieme chi ha la capacita’ di unire”. Per l’esponente del Pd, “davanti a noi ci sono giorni che daranno una risposta da cui derivera’ in gran parte il destino dell’Italia nei prossimi anni. Bisogna ripensare le tappe, ma nella convinzione che bisogna avere una meta”. Questa meta “e’ il centro sinistra aperto, largo, unito e vincente. La lotta politica non e’ mai un campo pacificato, vive di conflitti, ma dobbiamo temere un conflitto depurato dal traguardo”.

“Senza una nuova legge elettorale il Parlamento vedrebbe aumentare il disprezzo nei suoi confronti. In gioco e’ la la qualita’ di istituzioni e democrazia”: e’ il monito lanciato da Gianni Cuperlo, deputato della minoranza Pd, in un’intervista al Corriere della Sera. “Una legge che tenga assieme rappresentanza e governabilita’ serve a rigenerare una partecipazione mai apparsa cosi’ impoverita”, ha insistito Cuperlo, “senza nuove regole evocare il populismo diventa lo scudo dietro il quale un ceto politico difende se’ stesso”. Cuperlo ha ricordato la sua proposta di riforma depositata alla Camera e ripresa al Senato che si fonda su “collegi uninominali al posto dei capolista bloccati, riparto proporzionale dei seggi e un premio fisso come incentivo alla governabilita’”. Poi ha ribadito il suo sostegno ad Andrea Orlando per le primarie Pd sottolineando che i dem sono nati “per guidare un centrosinistra di governo, quello che abbiamo difeso a Milano, Bologna, Cagliari, dove abbiamo vinto”.

“Se guardo allo squilibrio di risorse e potere, penso che il risultato di Orlando sia un piccolo miracolo e credo che da oggi comincia un altro film dal finale tutt’altro che scontato”. Lo afferma l’esponente del Pd Gianni Cuperlo in un’intervista al Corriere della Sera in cui si rivolge a Mdp: “A tanti amici e compagni orfani di un partito diverso, io dico: venite a votare il 30 aprile e aiutateci ad ancorare il Pd alla sua natura e missione. Che non e’ dividere il campo della sinistra, ma ricucire quello che Renzi ha strappato. Oggi la candidatura in grado di farlo e’ quella di Orlando”. Sui casi anomali nelle tessere denunciati da Orlando, “quando in due giorni gli iscritti di un circolo si triplicano, forse il problema e’ di tutti”, osserva Cuperlo. “Quanto alla democrazia nel Pd, vorrei si capisse che trasparenza e costruzione di una vera classe dirigente non passano dallo streaming ma dalla cultura politica e dallo stile che segnano una comunita’. In questi anni ho visto molta arroganza e teatralita’, non sempre combinate al rispetto e alla cura di chi ha piu’ bisogno”.

“Essere garantisti non e’ un concetto astratto. C’e’ scritto nella Costituzione, articolo 27. Per questo mi fa ridere chi, come Speranza o Cuperlo, dice di Lotti: “Sono garantista, ma…”. Svendono un valore fondante della sinistra per colpire Renzi, ma non mi meravigliano: e’ gente abituata a cambiare spesso idea…”. Lo afferma a Repubblica Ernesto Carbone del Pd. Alla domanda se quanto emerso dall’inchiesta Consip non sia sufficiente per suggerire un passo indietro di Luca Lotti, Carbone replica: “Parliamo di politica o giustizia? Se parliamo di giustizia, ho gia’ detto. Se parliamo di politica, allora chiedo agli ex amici come Speranza: davvero il problema e’ un avviso di garanzia a Lotti? In questa vicenda, almeno a leggere i giornali, non c’e’ nulla: ne’ corruzione, ne’ giro di denaro, nulla. Chi militava nel nostro partito fino a tre giorni fa, oggi strumentalizza un’inchiesta: mi sembra un atto umanamente molto basso”.

“Ho sottoscritto il documento della commissione perche’ contiene un passo in avanti su alcuni punti che io stesso avevo indicato nella discussione di questi mesi. Parlo della elezione diretta dei senatori sulla base della proposta Fornaro-Chiti, del superamento del ballottaggio, di un premio ragionevole di governabilita’ e collegi per riavvicinare i cittadini ai loro rappresentanti. E’ chiaro che da ora in avanti la prova di coerenza e lealta’ rispetto a questo impianto spetta a tutti, a partire da chi e’ alla guida del governo”. Cosi’ Gianni Cuperlo, in una nota, a proposito del documento sulla riforma della legge elettorale. “Non ho vissuto il lavoro della commissione come un favore alle minoranze ma come la possibilita’ di accorciare le distanze tra chi, avendo punti di vista diversi sulla riforma costituzionale, pensa al giorno dopo nell’idea che un terreno piu’ condiviso almeno sulle regole della rappresentanza possa rafforzare le istituzioni e migliorare la qualita’ della nostra democrazia. So per primo che l’intesa raggiunta non ricompone la frattura consumata nella sinistra, dentro e fuori il Pd. Vedo e ascolto i tanti, anche autorevoli, convinti che solo il No al referendum potra’ cambiare la legge elettorale. Io ho lavorato per ridurre quella forbice e avrei voluto un esito diverso. Soprattutto sulla valutazione del modo migliore per ancorare il Pd alla sua vocazione. Su questo piano la battaglia politica e culturale continua perche’, per quanto il passaggio di oggi sia rilevante, quella battaglia riguarda la ragione stessa e la strategia di una sinistra nuova e di un partito che in molte cose deve cambiare e in profondita’”. Cuperlo conclude: “Ma anche per questo tenere aperto il dialogo e l’ascolto delle ragioni degli altri, prima di tutto all’interno della forza piu’ grande del centrosinistra, e’ la condizione per guardare avanti. Per quanto mi riguarda quel “giorno dopo” lo immagino come un impegno nella costruzione di un nuovo centrosinistra competitivo alle elezioni politiche. Mi sono assunto una responsabilita’ attraversato dai dubbi e dalle domande che chiunque si sarebbe posto. Come logico ne rispondo personalmente e in primo luogo a quanti hanno condiviso con me questo percorso e che incontrero’ nei prossimi giorni”.

Gianni Cuperlo, intervistato a ‘Un giorno da pecora’, fa il punto sulla convocazione della commissione Pd che lavora alle modifiche alla legge elettorale ed è guidata da Lorenzo Guerini. “Guerini ci convoca ‘ad horas’: penso che nella giornata di domani al massimo ci vedremo e faremo una chiacchierata”, dice il deputato dem. “Bisogna tentare fino all’ultimo di trovare un punto di equilibrio – aggiunge – e sarebbe un fatto di saggezza se il segretario cogliesse quella quota di verita’ nelle questioni che gli sono state poste non solo dalla minoranza Pd. Penso che andro’ li’ ad ascoltare e poi avanzare una richiesta che non e’ nulla di nuovo: sono le cose che abbiamo detto anche alla direzione del Pd”. Spiega Cuperlo: “La crisi della democrazia anche nel nostro Paese non riguarda il governo ma la rappresentanza. Dunque quello che non funziona e’ un intreccio tra un sistema monocamerale e una legge elettorale ipermaggioritaria perche’ rischiamo di penalizzare troppo la rappresentanza”. Continua il parlamentare: “Benissimo l’apertura sull’elezione diretta dei senatori. Sulla legge elettorale si deve partire da un principio di rappresentanza, con collegi uninominali piccoli (130mila persone circa) che sono molto meglio delle preferenze che sono costose e portano anche a un fenomeno di corruzione diffuso”. E conclude: “Capisco che si deve garantire la stabilita’ dei governi ma il premio di maggioranza deve avere dimensioni ragionevoli. La sera delle elezioni bisogna sapere chi ha vinto e’ una bellissima frase, ma vale nei sistemi presidenziali e non parlamentari”.