Si terrà venerdì 24 marzo alle 16 presso il centro Studi Americani, la seconda “Andreatta lecture” della Scuola di Politiche fondata da Enrico Letta e diretta da Marco Meloni. In occasione dei sessant’anni dalla firma dei Trattati di Roma e dei dieci anni dalla scomparsa del fondatore dell’Arel, sarà presentato “L’Europa di Andreatta”, il numero speciale della rivista curato da Enrico Letta e Mariantonietta Colimberti. Protagonista dell’evento sarà Giuliano Amato che parlerà dell’Europa di oggi partendo dalle idee, attuali più che mai, di Nino Andreatta, campione della concretezza delle “politiche” e delle “identità” locali e nazionali, ma anche del senso primario della costruzione europea. A un altro grande europeista, Romano Prodi, era stata affidata la prima Andreatta Lecture, tenutasi a Bologna il 9 maggio 2016. Perché l’Europa? Perché stare insieme e come? A queste domande “L’Europa di Andreatta” risponde con le parole stesse dello statista attraverso le quattro sezioni che compongono la rivista: Europa nostro paese, nostra ricchezza, nostra difesa, nostro futuro. “La nostra patria è l’Europa”, diceva nel 1982 Andreatta che, più tardi, dopo la caduta del Muro, ipotizzerà “un’Europa a più velocità” e individuerà nei nazionalismi e nell’attaccamento alle “piccole patrie” il germe della potenziale dissoluzione dell’Unione Europea. In un tempo in cui i muri si alzano, i nazionalismi diventano dirompenti e le libertà conquistate sembrano avere un cambiamento di rotta, è utile ricordare quei principi di umanità che contrastano le paure: “C’è una certa paura dell’Europa di non ripetere il miracolo americano, cioè la capacità di rendere cittadini gli stranieri, perché noi abbiamo la cittadinanza del sangue e della terra. Ma la nostra deve essere una cittadinanza di cultura, di civiltà, capace quindi di comunicare, di coinvolgere anche gli stranieri” (1988). E proprio nel cuore dell’Europa, a Bruxelles, si concluderà il corso 2017 dei cento studenti della Scuola di Politiche che, anche quest’anno, saranno coinvolti in visite ai “palazzi” UE, dibattiti, simulazioni e incontri informali con rappresentanti delle Istituzioni Europee.