Rendiamo un ulteriore omaggio a nove nostri connazionali, nove vittime del terrorismo che l’Italia non dimenticherà: così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in audizione al Senato sulla strage di Dacca, elencando i nomi delle vittime, tra gli applausi dell’aula. Le nostre prime valutazioni, fatte anche con gli altri Paesi, portano a ritenere attendibili le rivendicazioni del Daesh (Isis) riguardo alla strage di Dacca. “Quando uccidono nove connazionali, l’Italia risponde unita. È un messaggio che dobbiamo dare molto chiaro, deve essere una risposta decisa. Dobbiamo dire con fermezza che Daesh, il terrorismo fondamentalista, a maggior ragione dopo questa strage, non avrà tregua da parte nostra. Siamo di fronte a una minaccia globale che si spinge oltre l’Africa, che ha forme diverse: Daesh, al Qaida e diversi gruppi jihadisti locali, ma che hanno un comune denominatore e la capacità simbolica di attrazione di Daesh”. “Certo che siamo bersagli. Bersagli in quanto italiani, occidentali, in quanto difensori della nostra società. Ma è altrettanto certo che il terrorismo colpisce in modo discriminato e prende a bersaglio Paesi di valore islamico”, ha aggiunto il ministro riferendosi alla recente strage in Iraq con 250 morti.