Gentiloni

“Il governo chiederà la fiducia alle Camere per rappresentare a pieno titolo l’Italia al Consiglio Europeo”. Così il premier incaricato, Paolo Gentiloni, dopo aver presentato la lista dei ministri e guardando già all’appuntamento con il Consiglio europeo di giovedì prossimo. Ha continuato Gentiloni: “L’Italia e’ protagonista della Ue e si batte per politiche migratorie comuni e una politica economica finalmente orientata alla crescita. Questo sara’ il mio impegno personale nei prossimi mesi. Cosi’ come altre scadenze internazionali”.

“Non può esserci figura più capace ed autorevole come quella di Paolo Gentiloni per ricoprire l’incarico di nuovo Presidente del governo italiano e di interlocutore con gli altri Paesi nel mondo”. Queste le parole di Renata Bueno, l’esponente italo-brasiliana della Componente dell’Unione Sudamericana Emigrati Italiani (Usei) del Gruppo Misto alla Camera dei Deputati. La deputata evidenzia che “come Ministro degli Esteri, lui ha saputo riposizionare l’Italia come protagonista in Europa e ristabilire rapporti fondamentali con quei Paesi, per esempio in Sudamerica, dove vi è una considerevole presenza di comunità italiane che vivono all’estero. Credo, infatti, che se lui ha saputo svolgere così bene questo ruolo durante il Governo Renzi sicuramente adesso avrà l’opportunità di fare un’adeguata riforma elettorale per superare questa fase di crisi politica. Senza dimenticare – rileva la Bueno – che nei prossimi mesi l’Italia sarà chiamata a partecipare ad importanti appuntamenti internazionali, come il G7 e il Trattato di Roma, dove sarà fondamentale presentarsi con un’immagine solida del nostro Paese”. “Adesso che il testimone passerà al nuovo Ministro degli Esteri mi auguro ci possa essere un confronto sempre costruttivo perché – conclude – è necessario dare continuità a tutte le iniziative intraprese dall’Italia con l’estero”.

“Dai Conservatori e riformisti verrà una opposizione netta, com’è avvenuto nei confronti del Governo Renzi, sempre basata su limpide controproposte di merito, dall’economia ad ogni altro tema”. Cosi Raffaele Fitto, leader dei Conservatori e riformisti, commenta in una nota l’esito delle consultazioni della delegazione Cor con il presidente del Consiglio incaricato Paolo Gentiloni. “Abbiamo ribadito in privato ciò che diciamo in pubblico: un Governo che fosse e apparisse la continuazione di quello precedente battuto il 4 dicembre scorso sarebbe in contraddizione piena con la volontà espressa dagli elettori – prosegue Fitto – Quanto alla legge elettorale, abbiamo ribadito la nostra propensione a un sistema ‘decidente’, tutt’altro che proporzionale, che consenta in modo chiaro ad uno schieramento di avere una maggioranza e di governare, senza intese post-elettorali alle spalle del voto popolare”.

Il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni interviene per spiegare le mosse del nostro Paese in Libia in una intervista al Corriere della Sera “Presto l’Italia potrebbe riaprire la sua ambasciata a Tripoli, chiusa nel febbraio 2015. Il nostro governo ha nominato ambasciatore Giuseppe Perrone”. Il ministro si augura che “sia il sigillo a un grande sforzo di cooperazione. Il nostro impegno non deve stupire: contribuire a stabilizzare la Libia e’ una priorita’ nazionale, dalla sicurezza all’immigrazione”. Quanto ai mezzi spiega: “Sul piano militare stiamo fornendo alle operazioni antiterrorismo un sostegno logistico. Se ci saranno richieste ulteriori attivita’ di addestramento della guardia presidenziale e di sostegno alla guardia costiera le valuteremo. Serraj ci ha fatto avere la lettera della quale avevamo parlato giorni fa, quando mi aveva chiesto una presenza della nostra Sanita’ militare”. Ma “oltre ad avere risvolti militari e umanitari, la collaborazione ne ha di economici e anche culturali”. Serraj vorrebbe dall’Italia una protezione dei siti archeologici. “Qui non si sta parlando di invio di truppe, ma di operazioni umanitarie. Quanto all’iniziale interesse manifestato dal governo libico per una protezione e valorizzazione dei beni culturali vedremo di che cosa si tratta”. Gentiloni, sulla presenza di militari italiani in loco, chiarisce: “Non abbiamo missioni militari in Libia. Se le avremo, saranno autorizzate dal Parlamento”. Sulla posizione dell’Egitto, con la tentazione di dividere la Libia in due, il ministro osserva: “Sarebbe una minaccia per l’Italia, una tragedia per la Libia e un grosso errore per l’Egitto. Per fortuna il governo egiziano conferma in tutte le sedi di lavorare per una Libia unita”.

Con l’introduzione della pena di morte in Turchia, si interromperà immediatamente qualsiasi percorso di adesione del Paese all’unione europea. Lo ha precisato oggi il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, in un’intervista a Radio Anch’io. “E’ chiaro che non sta né in cielo né terra continuare qualsiasi percorso negoziale con un Paese che introducesse la pena di morte, visto che tra i principi dell’Ue c’è proprio l’abolizione della pena di morte”. Il ministro italiano ha ricordato che l’Unione europea è “molto esigente nei confronti della Turchia”, “al di là della pena di morte che è cosa evidentissima”: “siamo molto severi anche sulle logiche di vendette ed epurazioni, perché a differenza di tanti altri paesi in cui ci sono centinaia o migliaia di esecuzioni capitali, la Turchia è un Paese che ha aperto un negoziato con l’Ue”.  Gentiloni ha quindi ricordato che “a settembre” ci sarà la verifica degli “impegni che la Turchia ha preso in corrispondenza agli impegni che noi europei abbiamo preso, soprattutto economici, nel quadro di una gestione comune del fenomeno migratorio”. “Se la Turchia non avrà sviluppato questi impegni, il percorso negoziale di adesione si interromperà. Se poi ci fossero decisioni tipo l’introduzione della pena di morte, il percorso non va da nessuna parte, non ci sarà bisogno neppure di tante riunioni”.

Rendiamo un ulteriore omaggio a nove nostri connazionali, nove vittime del terrorismo che l’Italia non dimenticherà: così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in audizione al Senato sulla strage di Dacca, elencando i nomi delle vittime, tra gli applausi dell’aula. Le nostre prime valutazioni, fatte anche con gli altri Paesi, portano a ritenere attendibili le rivendicazioni del Daesh (Isis) riguardo alla strage di Dacca. “Quando uccidono nove connazionali, l’Italia risponde unita. È un messaggio che dobbiamo dare molto chiaro, deve essere una risposta decisa. Dobbiamo dire con fermezza che Daesh, il terrorismo fondamentalista, a maggior ragione dopo questa strage, non avrà tregua da parte nostra. Siamo di fronte a una minaccia globale che si spinge oltre l’Africa, che ha forme diverse: Daesh, al Qaida e diversi gruppi jihadisti locali, ma che hanno un comune denominatore e la capacità simbolica di attrazione di Daesh”.  “Certo che siamo bersagli. Bersagli in quanto italiani, occidentali, in quanto difensori della nostra società. Ma è altrettanto certo che il terrorismo colpisce in modo discriminato e prende a bersaglio Paesi di valore islamico”, ha aggiunto il ministro riferendosi alla recente strage in Iraq con 250 morti.

L’Italia e’ stata eletta con 179 voti in Consiglio di Sicurezza Onu per il 2017. L’Assemblea Generale ha avallato l’intesa raggiunta con l’Olanda in base alla quale quest’ultima ha ritirato la sua candidatura per il gruppo dell’Europa Occidentale. Roma siedera’ nell’organo esecutivo delle Nazioni Unite dal prossimo 1 gennaio e alla fine del 2017 ci sarà la staffetta, con il ritiro dell’Italia e l’elezione dell’Olanda. Un onore per l’Italia, un buon accordo con l’Olanda”. Così il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni su Twitter, dopo il voto all’Assemblea Generale con cui l’Italia è stata eletta nell’organo esecutivo dell’Onu per il 2017, in staffetta con l’Olanda, che entrerà nel 2018