Gentiloni

“Paolo Gentiloni è divenuto punto essenziale di riferimento per il futuro prossimo e non solo nel breve periodo della governabilità e della stabilità politica dell’Italia”. Lo ha detto il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano alla consegna al premier del premio Ispi istituito in ricordo dell’ambasciatore Boris Biancheri. In Paolo Gentiloni – ha detto ancora – “alla coerenza, alla lealtà, alla disciplina si accompagna sempre quella impronta di libertà, quello spirito di ricerca senza preclusioni” e “vi si accompagna una attitudine all’ascolto e al dialogo che diventerà sua dote decisiva da ministro degli Esteri e poi da presidente del Consiglio”. Secondo Napolitano, “in ciò è la chiave del ristabilimento da lui perseguito e realizzato di rapporti costruttivi e fecondi con gli alleati europei, della crescita di dignità e di influenza dell’Italia in tutte le sedi internazionali”. Gentiloni ha quindi “conquistato una limpida e piena fiducia tra gli italiani e nelle relazioni internazionali”, ha concluso l’ex capo dello Stato.

“Prima di mandare a casa Visco, dobbiamo mandare a casa Renzi con Gentiloni, il Pd e con tutti gli amici loro che in questi anni che in tutti questi anni hanno fatto miliardi e miliardi di marchette al sistema bancario”. Lo ha detto la leader di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale Giorgia Meloni a Catania intervistata dalla trasmissione ‘Coffee break’ de La7 partecipando ad un banchetto per la raccolta di firme contro lo Ius Soli.

In collegamento con Radio Capital Matteo Renzi torna a parlare del suo rapporto con il premier Paolo Gentiloni, con il quale, spiega, “c’e’ massima stima e rispetto. Una amicizia personale e una condivisione politica molto forte”. Renzi aggiunge: “Abbiamo pero’ una opinione diametralmente opposta su Bankitalia”. L’ex premier Renzi non ha nascosto la sua posizione nei confronti del governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, colpevole di non aver vigilato in modo efficace sullo scandalo delle banche italiane, in dissesto e con migliaia di risparmiatori danneggiati

“Se c’e’ impegno e voglia di far , si può concludere tutto in 6 mesi, ovviamente dipende dalla trattativa e dall’impegno di tutti. Confido anche nel governo Gentiloni, confido nella totale e piena collaborazione perche’ e’ un fatto istituzionale non una discussione politica e ci sono i tempi per affrontarlo con agilità anche in questa legislatura’. Cosi’ il governatore del Veneto Luca Zaia parlando oggi del referendum per l’autonomia del Veneto in programma per domenica prossima, sull’iter istituzionale che seguira’ dopo una eventuale vittoria del “si'”. Concluso il voto e certificato il risultato da parte della Corte d’Appello l’iter prevede l’approvazione della proposta di negoziato (che indica cosa trattare e come sarà la trattativa con il governo ), da parte della giunta e del consiglio regionale. Poi si aprira’ il tavolo a Roma, composto da due delegazioni tecniche, arrivando alla firma dell’intesa e all’approvazione del Parlamento con maggioranza assoluta nelle due camere. “Sia chiaro – ha poi sottolineato – la proposta che presentiamo non e’ variabile, vale per tutti, per chi governa oggi e chi governerà domani’.

Ermete Realacci, deputato Pd e grande amico del premier Paolo Gentiloni, oggi ha raccontato in radio di come vive il rapporto con l’ex Ministro degli Esteri, ora che ricopre questo ruolo così importante. Alla domanda “Lei è il migliore amico di Paolo Gentiloni. Come sta il premier?” ha risposto: “Sta facendo un gran lavoro, il suo è un lavoro duro ma che sta facendo benissimo”. E’ stressato ed affaticato? “Non è certo una passeggiata quello che fa…” Avete fatto le vacanze insieme? “Quali vacanze può permettersi un Presidente del Consiglio?” Ogni quanto vi sentite? “Ci sentiamo e ci scambiamo messaggi via sms, ci sentiamo insomma”. Cenate spesso insieme? “Qualche volta abbiamo cenato da lui e qualche volta fuori. Ma molto poco, il suo lavoro è impegnativo”. Ha fatto meglio il premier Renzi o sta facendo meglio Gentiloni? “In questa fase Paolo è quello che all’Italia serviva, c’era voglia di qualcuno che fosse più inclusivo. Ma lui – ha detto a Un Giorno da Pecora Rai Radio1 – sta lavorando sulla base di quello che ha fatto Renzi”

“Il sovranismo autocratico per qualcuno è più capace di garantire benessere che non il sistema complesso delle democrazie. Io penso che sia un miraggio e che possa diventare anche un miraggio pericoloso”. Lo ha detto nel suo intervento alla cerimonia che ha dato il via al ‘Viaggio della Costituzione’ il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. “Sono più che mai convinto – ha aggiunto – del contrario: Lo sviluppo economico e la riduzione delle diseguaglianze devono andare di pari passo con democrazia e libertà”.

“Dopo un’estate di incendi e siccita’, l’uragano Irma si abbatte sulle coste americane, quasi a smentire quei pochi che ancora negano i mutamenti climatici. In questo quadro il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, intervenendo alla Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti del G7, ha individuato le tre grandi sfide globali: crisi geopolitiche e democrazia; grandi flussi migratori; mutamenti climatici. Importante il passaggio sulla necessita’ di attuare gli accordi di Parigi sui cambiamenti del clima, una chiave per costruire una nuova economia green che prosegua sulla via della transizione energetica, per uno sviluppo sostenibile. E’ una strada obbligata su cui l’Italia e’ gia’ in cammino e sulla quale occorre andare avanti con determinazione. Dall’auto elettrica all’efficienza energetica degli immobili, all’obiettivo di raggiungere il 100% della produzione elettrica da energia rinnovabile entro il 2050. La green economy e’ anche un’eccezionale opportunita’ di sviluppo e di lavoro. In Italia sono oltre 385mila le aziende, ossia il 26,5% del totale, dell’industria e dei servizi che dal 2010 hanno investito in tecnologie green per essere piu’ competitive. Una quota che sale al 33% nel manifatturiero. Alla nostra green economy si devono tre milioni di green jobs, ossia occupati che applicano competenze ‘verdi’. Una cifra che corrisponde al 13,2% dell’occupazione complessiva nazionale. Un esempio di Italia che fa l’Italia che puo’ contribuire ad un’economia piu’ a misura d’uomo, come dice Papa Francesco”. Lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, commentando l’intervento del premier Gentiloni alla Conferenza dei Presidenti dei Parlamenti del G7.

I risultati dell’azione di governo per fronteggiare la crisi migratoria si vedono, dice il presidente del consiglio Paolo Gentiloni. All’estero questa riduzione e’ stata salutata da un articolo di The Guardian: in otto mesi, il ministero presieduto da Minniti ha visto un enorme decrescita degli arrivi dall’Africa, pari a circa l’87 per cento in meno. “Sulla crisi migratoria, devo dire che l’Italia ha portato avanti negli ultimi mesi alcuni degli obiettivi condivisi con il consiglio europeo a Malta. I risultati si vedono, derivano dalla nostra politica e del sostegno dell’Ue alla nostra politica”. Risultati che per Gentiloni, oggi a Lubiana e Praga, possono essere ancora implementati, “con l’aiuto dell’Unione Europea”. Si tratta, ha sottolineato ancora Gentiloni, di risultati “da europeizzare: se vogliamo consolidare un meccanismo che alle migrazioni illegali sostituisce flussi legali, dobbiamo farlo sostenendo i Paesi africani e promuovendo i diritti nei paesi di transito”, ha aggiunto. E’ ancora ai partner continentali che il premier guarda perche’ non si vada ad allentare quella pressione che tanto ha prodotto fino ad ora, a cominciare dal dibattito sulla modifica del trattato di Dublino. In questo senso, anche lo scontro europeo tra Paesi ‘solidali’ e i Paesi ‘dei muri’, puo’ portare paradossalmente a risvolti positivi, andando a compattare il fronte dei primi e superare definitivamente Dublino, o rivederlo in maniera radicale. D’altra parte c’e’ stato un precedente recentissimo in cui i Paesi europei si sono ritrovati uniti al punto da rilanciare il cammino verso l’integrazione, che sembrava arenato. E’ accaduto dopo il referendum in Gran Bretagna: “Credo che il modo in cui l’Unione Europea ha reagito a un evento negativo come la Brexit sia simbolo di come possono venire risultati positivi anche da fatti negativi”.

Il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha detto che “non vincerà la politica dell’insulto, della negazione della scienza e derisione delle competenze”. È un passaggio del suo intervento al workshop Ambrosetti. “Non mi sta bene il turnover accelerato dei nostri governi, ma no va confuso con un’instabilità di fondo che non c’è. Noi non abbiamo riservato brutte sorprese ai nostri alleati e agli investitori che hanno scommesso sull’Italia e non le riserveremo anche in futuro” ha assicurato. “L’Italia – ha proseguito il premier parlando di stabilità di governo – non è la pecora nera in un contesto di maggioranze tranquille. Le sei maggiori economie europee hanno maggioranze fragili dalle quali abbiamo poco da invidiare”. “Senz’altro l’Italia ha pagato un prezzo per l’instabilità dei suoi governi, ma non la si deve confondere con l’instabilità delle grandi scelte del nostro Paese in politica economica, estera, di atteggiamento della nostra economia” che non c’è mai stata, visto che “è difficile trovare un Paese nei fondamentali più stabile dell’Italia” ha concluso Gentiloni.

Non solo misure per l’occupazione, con la decontribuzione sul lavoro dei giovani: nella prossima legge di Bilancio ci saranno anche fondi per il contrasto alla povertà. La conferma arriva dal premier, Paolo Gentiloni: “Cercheremo anche nelle prossime misure di bilancio di fare dei passi ulteriori a sostegno della povertà”, ha spiegato a margine della visita alla Cittadella della Carità ‘Santa Giacinta’ della Caritas diocesana di Roma. E ha aggiunto: “Penso che al di là di quello che può fare il governo, il messaggio che tutti dobbiamo dare è che senza impegno volontariato cattolico e laico, e anche delle imprese non c’è misura pubblica che da sola possa risolvere le questioni”.Gli ultimi dati Istat sul Pil fanno ben sperare il capo di governo, secondo cui “anche oggi ci sono buoni segnali dal punto di vista economico” e “mi auguro che questo ci consenta di proseguire sulla strada di reperire maggiori risorse”. La lotta alla povertà è uno dei temi di interesse dell’Esecutivo. Lo scorso 29 agosto il Consiglio dei ministri ha dato il via libera al Reddito di inclusione: dal 1 gennaio 2018 chi ne ha diritto riceverà un beneficio economico erogato su dodici mensilità, con un importo che andrà da circa 190 euro mensili per una persona sola, fino a quasi 490 euro per un nucleo con 5 o più componenti, per un periodo continuativo non superiore a 18 mesi e sarà necessario che trascorrano almeno 6 mesi dall’ultima erogazione prima di poterlo richiedere nuovamente. Al centro della prossima legge di Bilancio, l’ultima della legislatura, ci saranno crescita e lavoro giovanile. Ed è su questo punto che è in atto uno scontro all’interno del Pd. L’esecutivo lavora su una decontribuzione del 50% per i primi due o tre anni per tutti i giovani assunti a tempo indeterminato e quindi una riduzione permanente dell’aliquota contributiva di quattro punti percentuali, dal 33% al 29%, due a favore del lavoratore e due a favore delle imprese. Contemporaneamente si pensa a garantire un assegno pensionistico minimo di 650-680 euro per aiutare i giovani, interamente nel sistema contributivo, che abbiano avuto carriere discontinue. Ma c’è una parte dei Dem che preme per un intervento sulle pensioni – bacino elettorale importante – bloccando l’automatismo dell’innalzamento dell’età del ritiro dal lavoro. Intervento che non convince il governo e su cui ha già chiuso le porte il presidente Inps Tito Boeri che lo ha definito “pericoloso”. “Su giovani, donne e sud bisogna ancora intervenire anche con incentivi, io dico già dalla prossima legge di bilancio”, ha confermato ieri il segretario del Pd Matteo Renzi.