giornalismo

Giampaolo Pansa non potrà più scrivere alcun articolo. Questa è già di per sé una brutta notizia. E non potrà più farlo perché è venuto a mancare all’età di 84 anni, a Roma. Questa è ancora più brutta. Personaggio controverso, natura provocatoria, coscienza critica e irriverente, Pansa ha combattuto per tutta la vita contro tutte le chiese, le lobby, le oligarchie. Ha vivisezionato il potere in tutte le sue forme, mantenendo una lucidità,una autonomia di pensiero e una libertà che non è per nulla facile preservare e mantenere. La sua credibilità, la sua reputazione, la sua opera di testimonianza umana e professionale gli hanno garantito la possibilità di girovagare in varie testate giornalistiche, rimanendo se stesso, con la schiena dritta, le sue convinzioni, il suo modo di essere.  La sua figura di giornalista, oggi, stride con il contesto attuale di fake news imperanti, di social media che imperversano, di velocità della notizia, in un panorama giornalistico segnato dalla sostanziale scomparsa di inchieste e di approfondimenti, ma la sua dedizione totale al mestiere, la sua fedeltà al lettore e alle proprie idee, rimangono con tutta la loro forza.

Si festeggia oggi, 3 maggio, la Giornata mondiale per la Libertà di Stampa. Un patrimonio vitale, quello dell’informazione, da difendere e tutelare per la salute della democrazia. “Una nuova stagione di violenze contro la stampa, in Italia, in Europa, nel mondo, sembra riaffacciarsi – afferma il presidente Mattarella -: ancora oggi aggressioni e intimidazioni minacciano il lavoro di quei cronisti che non si piegano alla logica di interessi e poteri illegali e della criminalità, recando così un contributo rilevante alla causa della democrazia. Occorre sostenere il loro lavoro perché difendono dall’aggressione la nostra vita sociale e la nostra libertà personale e familiare, attraverso l’informazione libera e corretta. Occorre proteggere le loro voci che rifiutano ogni sopraffazione. La libertà di informazione, come attesta la nostra Costituzione, è fondamento di democrazia”. A Roma si terrà una cerimonia in memoria dei giornalisti uccisi a causa del loro lavoro e delle vittime innocenti di mafia. Si svolgerà in contemporanea con altre celebrazioni indette in collaborazione con l’Onu in tutto il mondo, la principale ad Accra in Ghana. Sono almeno 29 i giornalisti e operatori dei media uccisi nel mondo dall’inizio del 2018 secondo un conteggio basato sui dati di Reporters sans frontières (Rsf). Prima che il duplice attentato di questa mattina in Afghanistan non appesantisse di almeno altri nove morti il bilancio, l’organismo parigino aveva infatti conteggiato almeno 14 giornalisti professionisti uccisi dall’inizio del 2018, a cui si aggiungevano 4 blogger (citizen journalists) e 2 collaboratori dei media. Nel rapporto pubblicato la scorsa settimana sulla libertà di stampa nel mondo, l’Afghanistan viene piazzato al 118/o posto (su 180), anche a causa dell’Isis e dei talebani che “seminano terrore, creando dei reali ‘buchi neri dell’informazione'”. In una nota, il segretario generale di Rsf, dice di “conoscere l’impegno del governo afghano per la protezione dei giornalisti”. E però lo invita a “proseguire gli sforzi in materia di sicurezza e di formazione”. L’Ong parigina riferisce inoltre di essersi rivolta alle Nazioni Unite affinché “invii un segnale forte alla comunità internazionale e ai protagonisti locali, nominando un rappresentante speciale per la protezione dei giornalisti”. Nel 2017, i giornalisti uccisi nel mondo erano stati 65, in leggero calo rispetto ai 79 dell’anno precedente. Più in particolare, tra i reporter uccisi nel 2017 c’erano 50 professionisti, sette blogger e otto collaboratori. Lo scorso anno, la maglia nera del Paese più pericoloso è andata alla Siria, con 12 giornalisti uccisi recensiti, davanti al Messico (11), l’Afghanistan (9), l’Iraq (8) e le Filippine (4). In partenariato con l’Unesco, Rsf ha pubblicato una guida pratica multilingue per la sicurezza dei media che operano nelle zone a rischio. Il documento è disponibile gratuitamente on-line.

Teodoro Andreadis Synghellakis, Carmela Giglio e Laura Bonasera sono vincitori Premio Internazionale di Giornalismo intitolato a Maria Grazia Cutuli, l’inviata del Corriere della Sera uccisa in Afghanistan il 19 novembre del 2001. Andreadis Synghellakis, greco, e’ corrispondente da Roma della radiotelevisione greca Alpha, dell’agenzia di stampa Amna e del quotidiano Efimeri’da Syndakto’n; Carmela Giglio e’ corrispondente per la Rai da Turchia, Iraq, Siria ed Europa meridionale; Laura Bonasera fa parte della squadra giornalistica di Nemo – Nessuno escluso in onda il giovedi’ su Rai2. Nel corso della serata del premio, giunto alla 13esima edizione, si terra’ un dibattito sul tema della migrazione con particolare attenzione alla condizione femminile. Come di consueto in occasione del Premio si tiene la commemorazione di Maria Grazia Cutuli nel cimitero di Dagala del Re.

Enrico Mentana, direttore del Tg La7, e’ il vincitore per il 2016 del Premio “E’ Giornalismo”, fondato da Indro Montanelli, Enzo Biagi, Giorgio Bocca e dall’ imprenditore Giancarlo Aneri. Lo ha deciso la giuria, ora composta dallo stesso Aneri, come presidente, e da Giulio Anselmi, Mario Calabresi, Paolo Mieli, Gianni Riotta e Gian Antonio Stella. Il premio ‘E’ Giornalismo’ e’ giunto alla 21/a edizione. L’albo d’oro comprende, nell’ ordine, i nomi di Curzio Maltese, Gianni Riotta, Gian Antonio Stella, Ettore Mo, Claudio Rinaldi, Natalia Aspesi, Francesco Tullio Altan, Antonio Ricci, Bill Emmott, Barbara Spinelli, Francesco Giavazzi, Fabio Fazio, Milena Gabanelli, Attilio Bolzoni, Sergio Romano, Mario Calabresi, Claudio Magris, Hal Varian, Massimo Gramellini e Fiorello. Enrico Mentana, milanese, figlio di Franco Mentana, storica firma della Gazzetta dello Sport, e’ uno dei volti piu’ noti del panorama giornalistico italiano. E’ stato a lungo identificato con il Tg5, il telegiornale che ha diretto per oltre 12 anni, e di cui condusse la prima edizione serale, il 13 gennaio 1992. In realta’, ha iniziato la carriera in Rai (il servizio che lo fece conoscere al grande pubblico fu quello sulle nozze di Carlo d’Inghilterra con Diana Spencer, nel 1981), fino a diventare vice direttore del Tg2. Trasferitosi in Fininvest, ha varato, insieme ad un gruppo di giovani colleghi, il Tg5, con l’ambizione – consolidata nel tempo – di essere l’alternativa al Tg1. Dopo l’addio al telegiornale, e’ stato direttore editoriale di Mediaset e ideatore del programma di approfondimento Matrix. Chiusa la parentesi con il gruppo di Cologno Monzese, e’ approdato a La7 per dare vigore ad un Tg che, sotto la sua direzione/conduzione, ha raggiunto, in questi ultimi sette anni, livelli di ascolti impensabili. ”Con Enrico Mentana premiamo un giornalista che ha saputo lasciare il segno in tutte le realta’ in cui ha lavorato” ha commentato Giancarlo Aneri nella sua qualita’ di presidente della Giuria. “Mentana – ha aggiunto – ha una innegabile caratteristica: sa parlare alla gente, sa entrare in sintonia con il telespettatore, in parole povere sa come fare informazione in tv. La Giuria ha voluto riconoscere la sua grande capacita’ di unire innovazione e tradizione nel giornalismo televisivo e al tempo stesso ha voluto ricordare l’importante ruolo della radio perche’ Mentana e’ anche una significativa voce radiofonica, attraverso le sue quotidiane, puntuali analisi su RDS”. Il Premio, quest’anno, sara’ consegnato in ottobre nel corso di una cerimonia che si svolgera’ a Milano.

Giulia Bosetti di Presa Diretta (Rai3) per la televisione, Emiliano Fittipaldi (L’Espresso) per la carta stampata, Paolo Condo’ (Sky Sport) per lo sport, Nando Santonastaso, responsabile del progetto ” Il Mattino 4.0″ sono i vincitori della 38/ma edizione del Premio internazionale Ischia di giornalismo. Lo ha deciso la giuria composta dai direttori di quotidiani e agenzie italiane e dai rappresentanti della stampa estera in Italia, che ha inoltre assegnato il premio Ischia ‘social-blog’ Diego Bianchi, Zoro di Gazebo (Rai 3), mentre un premio speciale per la divulgazione culturale, in collaborazione con Cultura Italiae, e’ andato a Philippe Daverio, noto critico d’arte che inaugurera’ il premio il 22 giugno al Castello aragonese di Ischia con una lectio magistralis. La consegna dei premi e’ in programma invece il 30 giugno e il primo luglio ad Ischia e sara’-ápreceduta da una serie di dibattiti, che vedranno come protagonisti giornalisti, politici, esperti in economia e politica estera. Il Premio Ischia e’ patrocinato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dalla Regione Campania, dalla Camera Commercio di Napoli, dalla Istituto per il Credito Sportivo, da Autostrade per la Italia, dall’Aci e da Poste Vita.

Maurizio Molinari, Alberto Angela e Massimo Gramellini sono tra i 16 vincitori del premio di giornalismo “Biagio Agnes”, giunto alla nona edizione. I tre giorni della kermesse sono in programma a Sorrento dal 23 al 25 giugno, con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, della Regione Campania, del Comune di Sorrento, della Federazione Nazionale Stampa Italiana, dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti, dell’Usigrai e dell’Unione Cattolica Stampa Italiana. I premiati sono stati sono stati annunciati a Roma dalla giuria, presieduta da Gianni Letta. Ecco l’elenco: premio internazionale John Micklethwait, direttore di Bloomberg News; premio alla carriera Gianni Clerici, giornalista esperto di tennis; premio per la carta stampata Maurizio Molinari, direttore de La Stampa; premio per la stampa periodica Giorgio Mule’, direttore del settimanale Panorama; premio per la televisione Alberto Angela; premio per la radio Carmela Giglio, inviata del Giornale Radio Rai; premio cronaca e attualita’: Mario Ajello, del Messaggero; premio giornalista scrittore Massimo Gramellini editorialista del Corriere della Sera; premio medicina e informazione scientifica Carla Massi, del Messaggero; premio giovani under 35:Caterina Dall’Olio di TV2000; premio nuove frontiere del giornalismo Fiorello, per la trasmissione innovativa “Edicola Fiore”; premi speciali Uno Mattina, per i suoi 30 anni di messa in onda, Scarp de’ tenis, mensile di impegno sociale,Carlo Conti per la qualita’ di scrittura dell’ultimo Festival di Sanremo,El Correo de Andalucia, secondo giornale piu’ antico di Spagna, e infine, alla memoria, Ettore Bernabei, storico direttore generale Rai, scomparso nell’agosto scorso.