Nicola Zingaretti

Si può essere favorevoli o contrari allo strumento delle primarie per l’indicazione del leader di un partito. Si può essere di uno schieramento antitetico a quello della sinistra. E Nicola Zingaretti può anche suscitare le dovute perplessità o antipatie, ma l’affluenza di quasi due milioni di cittadini alle primarie del Pd é una notizia bellissima per la politica che non si riconosce nella demagogia populista e nella ostentazione della incompetenza e della improvvisazione al potere. ll governo gialloverde e, soprattutto il Paese, da oggi possono contare su una opposizione organizzata e che si è scelta un leader. E Zingaretti ha proprio detto di voler essere un leader e non un capo. Non sono sfumature. La cultura dell’uomo solo al comando appartiene ad altre logiche e ad altre visioni. La politica deve ritornare alle forme e ai contenuti. Le une e gli altri sono essenziali. C’é bisogno di moderazione, di rispetto, di pace sociale, di concordia e di unità del Paese. Tutte cose che la Lega da una parte e la setta del M5S dall’altra, ignorano.

Il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, in caso di sconfitta al congresso del Pd  si “metterebbe a disposizione di chi vince, con la massima disponibilita’”. Lo ha detto nella sede della Stampa estera rispondendo alle domande dei giornalisti. Ha continuato il candidato alla segreteria del Partito democratico: “Chi vince il congresso ha il diritto di affermare un’idea, ma va garantito il pluralismo”.E sulle elezioni europee: “Sono elezioni di carattere proporzionale. Io credo che il nuovo Pd dovrà uscire dal congresso con una linea di grande apertura, di profonda innovazione e discontinuità”.

“E’ del tutto evidente che il nostro posto e’ all’opposizione; anche se non dobbiamo smettere neppure un momento di fare politica. Occorre per questo battagliare senza cedimenti sui contenuti e sui valori con le forze politiche che hanno vinto e che hanno il dovere di proporre una soluzione per il governo dell’Italia; e allo stesso tempo, avere coscienza che l’elettorato che si e’ spostato sui vincitori e’ in grande parte un nostro elettorato che progressivamente dobbiamo saper riconquistare e con il quale dobbiamo instaurare un dialogo. La lettura dei flussi, positivi per noi, sulla vittoria nel Lazio e’ in questo emblematica”. E’ quanto scrive il neogovernatore del Lazio Nicola Zingaretti in un lungo articolo sul Foglio. “C’e’ certamente – spiega – una specifica responsabilita’ nostra; della sinistra italiana. Il Pd e’ stato un grande tentativo di innovazione. La sua ambizione iniziale fu quella di adeguare non solo i programmi, ma le forme politiche, i rapporti dei cittadini con le istituzioni e la democrazia. Oggi, possiamo dire che nel corso degli anni questa ambizione si e’ affievolita fino quasi a spegnersi. E’ prevalso l’assillo, pure comprensibile, per il governo. A tutti i livelli”. E poi elenca i punti su cui muoversi: reimmergere il partito nella vita reale; recuperare un punto di vista critico; la questione europea deve essere al centro di tutto; va rifondato un campo perche’ la crisi riguarda tutti; Aiutare la crescita di una generazione piu’ colta, consapevole, libera. “Occorre coraggio e capacita’ di rigenerare un intero campo della democrazia. C’e’ tanto cammino da fare; – conclude – mi sento impegnato, nelle forme che la politica decidera’, a dare una mano: perche’ il momento non permette a nessuno di ritrarsi in posizioni protette e rassicuranti”.

“Parisi? Un giorno e’ ‘milanese’ e l’altro e’ romano. I candidati del centrodestra sono un passe-partout. Da nord a sud, passando per il centro, vanno bene ovunque”. E’ quanto afferma Stefano Pedica del PD. “La verita’ e’ che Berlusconi, Salvini e Meloni barattano il Lazio per un pugno di voti in piu’ alle elezioni politiche – sottolinea Pedica -. E’ questo il rispetto che hanno per il territorio. Ma non c’e’ nessun problema. Nel Lazio c’e’ gia’ chi ha dimostrato di conoscere e saper amministrare bene il nostro territorio e si chiama Nicola Zingaretti. Gli elettori anche questa volta non avranno dubbi su chi scegliere per la guida della Regione”.

“Dentro Liberi e Uguali c’è un dibattito molto franco ed è evidente che la coincidenza elettorale con le elezioni politiche produca uno stress”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, intervenendo a Zapping su Rai RadioUno e ha continuato: “Ma io confido nel fatto che credano nella bontà del lavoro di questi anni e soprattutto sulla necessità ora di una svolta possibile”. Zingaretti ha trattato il tema dei ocnti pubblici e della sanità. “Ora si può dare il colpo d’ala – ha aggiunto – Se la sinistra ci crede questo è il modo di realizzarla e io confido in un confronto sereno”.

“Bisogna fare molta attenzione, perche’ una politica che ha la pretesa e l’arroganza di portare i rifiuti di Roma in altri comuni puo’ far scattare una rivolta di chi e’ contrario”. Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, intervenendo ad un convegno alla Camera di Commercio di Roma.

“Il congresso del Pd è l’occasione per rimettere al centro due temi fondamentali, intimamente legati tra loro: come cambiare il Pd e come ricostruire l’Italia e domenica 12 marzo alle 10 al Teatro Eliseo a Roma, Andrea Orlando e io ci confronteremo su queste sfide per il nostro partito. Un momento di confronto aperto a tutte e tutti”. A lanciare l’invito è il presidente della Regione Lazio ed esponente del Pd, Nicola Zingaretti, ribadendo ancora una volta la necessità di cambiare il Pd. “Perché così non va – spiega – per questo ho scelto di sostenere Andrea Orlando come candidato segretario nazionale del nostro partito. Un Pd che ha bisogno di ridefinirsi profondamente per tornare una grande forza politica in grado di dare una speranza di cambiamento alle persone. Un Pd che deve ricostruire un tessuto capace di tenere insieme le energie positive che l’Italia sa esprimere, e diventare un laboratorio di profonda innovazione per dare risposte politiche e di governo al Paese”. Per Zingaretti poi c’è l’Italia “da ricostruire, che significa saper intercettare le ragioni del malessere e della rabbia delle persone e dare risposte credibili, sulla base di un progetto equo di sviluppo e di progresso economico e sociale basato sulla qualità del lavoro, sulla qualità dei servizi, sulla qualità dei sistemi formativi”.

La regione Lazio dal 1 gennaio 2017 abolirà il ticket sanitario. Lo ha annunciato il presidente Nicola Zingaretti, nel corso di una conferenza stampa sulla sanita’. “La giornata di oggi – ha detto – e’ dedicata alla giustizia sociale e segna uno spartiacque nella storia del Lazio”. Per i cittadini “il risparmio atteso dall’abolizione del ticket sanitario regionale – ha affermato il governatore – e’ pari a 20 milioni di euro“. Il decreto firmato da Zingaretti abolisce il contributo regionale aggiuntivo al ticket nazionale che venne introdotto nel 2008. Dall’anno prossimo, con il cambio del costo delle prestazioni sanitarie, il cittadino non pagherà più le quote aggiuntive di 15 euro per Risonanza magnetica e Tac, 5 euro per la Fisiokinesiterapia e 4 euro per la visita specialistica ambulatoriale.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha formalmente dato il via alle celebrazioni del 4 novembre, Giorno dell’unità nazionale e giornata delle Forze armate, deponendo questa mattina una corona d’alloro sulla tomba del Milite ignoto. Un omaggio ai caduti di tutte le guerre reso dal capo dello Stato – dopo l’esecuzione dell’inno di Mameli – insieme al presidente del Senato Pietro Grasso, alla presidente della Camera Laura Boldrini, al presidente del Consiglio Matteo Renzi, al presidente della Corte Costituzionale Paolo Grossi, al ministro della Difesa Roberta Pinotti, al capo di Stato Maggiore della Difesa generale Claudio Graziano e alle alte cariche civili e militari. Presenti, fra gli altri, anche il presidente della regione Lazio Nicola Zingaretti e il sindaco di Roma Virginia Raggi. Dopo il consueto passaggio della Pattuglia acrobatica, che ha diffuso in cielo una scia con i colori bianco, rosso e verde della nostra bandiera Mattarella ha passato in rassegna le bandiere dei diversi ordini militari. Un momento di particolare emozione tra la folla sistemata dietro le transenne che delimitavano la zona si è avuto quando è atterrato nel centro di Piazza Venezia un paracadutista, recando con sè un tricolore. Dopo il passaggio delle frecce tricolori Mattarella, con il ministro Pinotti, ha proceduto alla consegna delle Croci di “Cavaliere” dell’Ordine Militare d’Italia allo Stendardo del 1° Reggimento Aviazione dell’Esercito “Antares” e alla Bandiera di Guerra del 1° Reggimento Carabinieri Paracadutisti “Tuscania”. Renzi, prima di andare via, si è fermato a salutare un gruppo di militari, fra cui l’ex deputato Gianfranco Paglia (ufficiale paracadutista dell’esercito costretto sulla sedia a rotelle in seguito ad una grave ferita subita nel 1993 durante una missione in Somalia), il quale gli ha domandato cosa ne pensasse della cerimonia. “Questa è più bella del solito – ha risposto il premier – mi è piaciuta di più”.