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“Noi abbiamo voluto il referendum sull’autonomia del Veneto, ed è stata approvata la nostra legge regionale per poterlo celebrare. Quello vinto è il nostro referendum, che vuol dire applicazione dell’articolo 116 della Costituzione”. Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, durante una conferenza stampa a Belluno per presentare il coordinamento provinciale azzurro. “Siamo così convinti della bontà del regionalismo a geometria variabile che vogliamo proporre referendum in tutta Italia – ha aggiunto – Perché questo si traduce in più autonomia e sussidiarietà, ma vuol dire anche più Stato efficiente al Sud e meno Stato invadente al Nord”.
Ha continuato il presidente dei forzisti a Montecitorio: “Al nostro Paese una nuova stagione di federalismo e noi lavoreremo su questa strada quando saremo al governo”. E ha concluso: “Bisogna ricollocare il principio dell’autonomia nel nostro Paese, ma senza privilegi. Perché l’autonomia non può essere la foglia di fico che copre privilegi ormai anacronistici. L’impegno che prendo io e che prenderà il centrodestra unito e di governo è di riformare il federalismo e le autonomie nel nostro Paese”.

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo che riforma la disciplina delle intercettazioni. Il testo è stato illustrato in conferenza stampa dal premier Paolo Gentiloni e dal ministro della Giustizia Andrea Orlando. La norma (Disposizioni in materia di intercettazione di conversazioni o comunicazioni) dovrà ora passare all’esame delle commissioni Giustizia e tornare a Palazzo Chigi. “Non limitiamo l’uso delle intercettazioni, strumento fondamentale per combattere i reati più gravi, – ha detto Gentiloni – ma contrastiamo l’abuso”. (Video: sito Consiglio dei ministri)

L’accordo raggiunto ieri sera dalle istituzioni europee sulla semplificazione della Pac rappresenta una vera e propria “revisione di medio termine” della politica agricola europea. Cosi’ Paolo De Castro definisce in una nota l’intesa sulla parte agricola del regolamento ‘omnibus’, di cui e’ stato co-relatore per l’Europarlamento. Con le modifiche introdotte alla riforma della Pac del 2013, prosegue De Castro, si “riusciranno a creare le condizioni per un miglioramento della posizione dei nostri agricoltori nella filiera agro-alimentare, ad ampliare la possibilita’ di accesso agli strumenti di gestione dei rischi e a semplificare l’applicazione” delle pratiche agricole ‘verdi’ previste dal regolamento sugli aiuti diretti. De Castro si dice soddisfatto soprattutto perche’ la proposta approvata in Commissione “e’ stata adottata quasi interamente”, fatto non scontato all’inizio del negoziato.

“Il Consiglio dei ministri ha dato l’ok definitivo alla riforma dell’Ordine dei giornalisti”. Lo scrive su Facebook Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico e segretario della commissione di Vigilanza Rai. “Impegno mantenuto, dopo tanti anni di attesa – aggiunge – grazie al ruolo decisivo del Governo Renzi e al compimento dell’iter con il Governo guidato dal giornalista Gentiloni”. Scrive Anzaldi: “Con la riforma si dà nuova forza e credibilità all’Ordine, per rilanciare una professione posta troppo spesso sotto attacco da chi cerca di mettere il bavaglio all’informazione e da chi trae vantaggio dalla delegittimazione dei giornalisti”. E conclude: “I membri del Consiglio Nazionale vengono più che dimezzati, passando a 60, e la rappresentanza viene rivista per ripristinare il rapporto originario di 2 a 1 a favore dei professionisti, cioè di quei giornalisti che svolgono la professione in modo esclusivo e che hanno sostenuto un esame di stato. Razionalizzazione che serve per accrescere autorevolezza, efficienza e rilievo dell’Ordine, dando nuova dignità a chi sostiene la responsabilità di informare i cittadini”.

I repubblicani, a corto di voti, ritirano il loro disegno di legge per la riforma sanitaria che doveva sostituire l’Obamacare. Secondo fonti della Cnn, sarebbe stato Trump a chiedere tale mossa. Il voto previsto alla Camera e’ quindi annullato. Lo speaker della Camera Paul Ryan ha confermato in una conferenza stampa che i repubblicani non avevano i voti sufficienti per approvare la loro riforma sanitaria, in particolare per il no dei deputati conservatori del freedom caucus. “Vivremo con l’Obamacare per l’immediato futuro”. Donald Trump, parlando dallo Studio Ovale, ha sostenuto che il progetto di legge per la riforma sanitaria repubblicana era “molto vicino all’approvazione” prima di essere ritirato e ha ammonito che l’Obamacare “esplodera”.”Ora avanti sulle tasse. E quando l’Obamacare esplodera’ allora forse i democratici apriranno su un accordo”: cosi’ – parlando col Washington Post e il New York Times – il presidente americano Donald Trump commenta la decisione di cancellare il voto sulla riforma sanitaria e di ritirare il provvedimento che avrebbe dovuto abolire e sostituire l’Obamacare.

“Credo che si sia creata un’opportunita’ unica di riforma. Il ministro Delrio ha promesso di arrivare a una riforma entro trenta giorni, e quindi a questo punto e’ importante che il governo ascolti tutte le parti in causa, ovviamente taxi e ncc, ma anche i consumatori e chi nel settore della mobilita’ e’ entrato da venticinque anni, comprese le piattaforme elettroniche e quindi, anche Uber”. Lo dice Carlo Tursi, general manager per l’Italia di Uber, in un’intervista al Gr1 Rai, alla vigilia dell’incontro tra i tassisti e il ministro. “Sono convinto che, in un settore aperto di mobilita’ urbana che si sta trasformando – osserva Tursi – ci sia spazio per tutti. E’ vero che bisogna assicurarsi che chi ha investito cifre ingenti per l’acquisto di una licenza, tassisti e ncc, non vengano penalizzati da una possibile futura apertura del mercato, ma sicuramente esistono meccanismi di transizione che il governo potra’ studiare affinche’ questo non accada”. Tursi ricorda che gli autisti di Uber “sono tutti professionisti con regolare autorizzazione”.

“Qual e’ la priorita’ per me tra tutti i provvedimenti che ho elencato che risultano fermi in Senato? Beh, anche per la mia precedente professione, direi senz’altro la riforma della giustizia…”. Il presidente del Senato Pietro Grasso risponde cosi’ ai cronisti che gli chiedono, a margine dello scambio di auguri di Natale con la stampa parlamentare, da dove si debba ripartire a Palazzo Madama dopo lo stop referendario imposto dalla maggioranza. “Non e’ infatti un problema di bicameralismo – aggiunge – la lentezza dell’esame di alcuni progetti di legge, ma di volonta’ politica. Ho visto dei disegni di legge passare velocemente e diventare legge anche in due settimane… vorrei accadesse la stessa cosa per la riforma del processo penale all’esame del Senato da troppo tempo”

“L’unita’ tra i cristiani e’ una priorita’, perche’ riconosciamo che tra di noi e’ molto piu’ quello che ci unisce di quello che ci separa. Il cammino intrapreso per raggiungerla e’ gia’ un grande dono che Dio ci fa e, grazie al suo aiuto, siamo oggi qui riuniti, luterani e cattolici, in spirito di comunione, per rivolgere il nostro sguardo all’unico Signore, Gesu’ Cristo”. Lo ha detto ieri Papa Francesco, nel suo viaggio in Svezia, intervenendo allo stadio di Malmo nell’incontro ecumenico promosso dalla Chiesa Cattolica di Roma e dalla Federazione Luterana mondiale per i 500 anni della Riforma di Lutero. “Il dialogo tra di noi ha permesso di approfondire la comprensione reciproca” e di “confermare il desiderio di camminare verso la comunione piena”, ha ricordato il Pontefice, sottolineando come “grazie a questo nuovo clima di comprensione, oggi Caritas Internationalis e Lutheran World Federation World Service firmeranno una dichiarazione comune di accordi, allo scopo di sviluppare e consolidare una cultura di collaborazione per la promozione della dignita’ umana e della giustizia sociale”.

L’ex presidente del Consiglio Mario Monti, in una intervista al Corriere della Sera, annuncia il voto contrario al referendum costituzionale del 4 dicembre. Per il senatore a vita con la riforma “ci possono essere risparmi nel costo della politica in senso stretto, ma il vero costo della politica non è quello dei senatori” e si trova a parer suo “nel combinato disposto fra la Costituzione, attuale o futura, e metodo di governo con il quale si è lubrificata da tre anni l’opinione pubblica con bonus fiscali, elargizioni mirate o altra spesa pubblica perché accettasse questo”. Dice l’ex commissario Ue, che ha votato la riforma in prima lettura nel 2014, “votare Sì al referendum significherebbe votare Sì al tenere gli italiani dipendenti da questo tipo di provvidenza dello Stato” e aggiunge: “A me risulta impossibile dare il mio voto a una Costituzione che contiene alcune cose positive e altre negative, ma che – per essere varata – sembra avere richiesto una ripresa in grande stile di quel metodo di governo che a mio giudizio è il vero responsabile dei mali più gravi dell’Italia: evasione fiscale, corruzione, altissimo debito pubblico”. E aggiunge: “Dire che una parziale modifica della Costituzione, conseguita in un modo così costoso per il bilancio pubblico, sarà molto benefica per la crescita economica e sociale dell’Italia, è una valutazione che non posso accettare. Se prevarrà il Sì avremo una Costituzione riformata, forse leggermente migliore della precedente, ma avremo con essa l’approvazione degli italiani a un modo di governare le risorse pubbliche che pensavo il governo Renzi avrebbe abbandonato per sempre, come ha fatto meritoriamente con gli eccessi della concertazione tra governo e parti sociali”.

“Solo con una vittoria del No, che elimini questa finta riforma, ci sara’ spazio per lavorare ad una riforma vera. E naturalmente il Presidente del Consiglio, per sua stessa ammissione, dovra’ trarre le conseguenze del fallimento di un progetto al quale ha legato la sua intera azione politica”. E’ quanto si legge nel messaggio del presidente Silvio Berlusconi, inviato agli organizzatori e ai partecipanti alla ‘Festa Azzurra di Forza Italia a Corato (Bari). “Noi non diciamo No alla riforma per ostilita’ preconcetta a Renzi e al Pd- aggiunge Berlusconi- Se la riforma fosse utile agli italiani la appoggeremmo anche se siamo profondamente contrari a questo governo e alle sue politiche. Pero’ e’ innegabile che il voto del 4 dicembre sara’ anche un voto sul governo e sul Presidente del Consiglio”. Dunque, conclude il leader di Fi, “ci sono tutte le condizioni per una svolta, sul piano istituzionale e politico. Una svolta non verso la confusione e l’ingovernabilita’, come dice Renzi, ma al contrario verso governi che siano finalmente espressione vera degli elettori”.