Cgil sui nuovi voucher ‘grande confusione Inps e norme peggiorative’

La segretaria confederale della Cgil, Tania Scacchetti, ha inviato ieri una nota a tutte le strutture del sindacato per chiarire la situazione che si è determinata con l’introduzione dei nuovi voucher. Nella nota, tra le altre cose si legge: “Le procedure non sono così semplificate come vengono annunciate e i meccanismi utilizzati per garantire trasparenza e controllo sono prevalentemente affidati a un sistema di messaggistica, molto debole e di dubbia efficacia in caso di contenzioso, cosi come alcune procedure, come quelle dei pagamenti, sono particolarmente penalizzanti per i prestatori”. “Rimane poi, nonostante i chiarimenti della circolare, inalterata una delle maggiori criticità delle nuove norme, cioè un profilo sanzionatorio debole, in alcuni casi pressoché nullo, come nel caso della Pubblica amministrazione e tolte le sanzioni amministrative, che rischia di alimentare un nuovo utilizzo improprio dello strumento, in esplicito dumping con forme contrattuali maggiormente tutelanti. Quanto previsto nel caso della agricoltura è particolarmente pericoloso perché di fatto la circolare Inps definisce essa stessa l’importo del corrispettivo orario per i prestatori, suddivisi in tre aree e senza tenere conto del riferimento proprio dei contratti collettivi nazionali di lavoro. Non solo, in questo caso il riferimento orario è più basso che per il resto del lavoro occasionale e ciò determina anche un innalzamento delle ore di possibile prestazione per singolo lavoratore, aprendo chiaramente ad un utilizzo molto più ampio di quello configurabile come mera prestazione occasionale o saltuaria. Infine altra questione che è oggetto di particolare preoccupazione politica è la previsione che affida alle parti la definizione del compenso delle ore successive alle prime 4 ore. La norma, infatti, anche in considerazione delle dichiarazioni che ha fatto il Presidente Boeri, rende ulteriormente evidente non solo il limite di legare l’occasionalità a un solo e mero riferimento economico, ma anche la volontà di introdurre ampi riferimenti per la possibile normazione di un salario minimo legale superando la contrattazione collettiva”.

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