Bruno Vespa

Il M5S ribadisce che la separazione tra la Rai e la politica, o meglio, la partitocrazia, è uno degli obiettivi di governo. “Bruno Vespa? Il suo futuro in Rai non lo decideremo noi al governo, c’è il Cda Rai per decidere. Noi taglieremo cordone ombelicale tra politica, governo e Rai”. Lo ha detto il presidente della Vigilanza Rai Roberto Fico del M5s a Non Stop News su Rtl.

“La sensazione che si ha in questo palazzo è che la Costituzione materiale dello Stato abbia creato un sistema in cui il ruolo del presidente del Consiglio è ovviamente indispensabile, ha molta influenza sull’orientamento del governo, adotta decisioni, firma provvedimenti, ma non siamo né a Downing Street, né all’Eliseo e nemmeno alla Cancelleria di Berlino”.
Così il premier Paolo Gentiloni nelle anticipazioni del prossimo libro di Bruno Vespa, ‘Soli al comando’, di cui pubblica un estratto il Corriere della Sera.
“Non ho vinto le elezioni e non sono leader di partito – osserva il presidente del Consiglio riflettendo sulla politica italiana – Standoci dentro, mi sento abbastanza adatto a un modo di guidare le cose che rende necessario il gioco di squadra”. E continua: “Sono un medico chiamato a operare in una situazione di emergenza. Sono realmente calmo, spero di non essere mesto”. Per Gentiloni “Il paese avrebbe bisogno di shock innovativi” che sono “indispensabili”ma il Paese “reagisce in maniera problematica”.

Luigi Di Maio, nella sua veste di candidato premier, e capo politico, M5s rimarca di essere “andato dal Presidente della Repubblica perche’ sento la responsabilita’ della funzione” e osserva che “poiche’ ci siamo candidati a guidare questo Paese, dovremo seguire su tutti i canali il percorso istituzionale” mentre il garante, ovvero Beppe Grillo, “fa rispettare le regole interne e si coordina con il capo politico. Se c’e’ qualcuno che viola le regole, non puo’ essere ricandidato. Tutti ci sottoporremo alle ‘parlamentarie'”. Di Maio ne parla nelle anticipazioni diffuse oggi del nuovo libro di Bruno Vespa ‘Soli al comando’, in uscita il 3 novembre da Mondadori Rai Eri. “Io – spiega Di Maio – presentero’ il simbolo alle elezioni, individuero’ i criteri per la formazione delle liste per la partecipazione alle elezioni, scegliero’, cioe’, i criteri di selezione dei candidati, stabiliro’ l’indirizzo politico del Movimento in campagna elettorale, recependo le istanze dei cittadini. Il capo politico – prosegue – non e’ l’uomo solo al comando. Non tradiro’ lo spirito partecipativo, portero’ avanti un programma condiviso. I focus group per la stesura del programma sono al lavoro da settimane”.

“Non possiamo accettare dalla tecnocrazia europea misure che rischierebbero di deprimere la crescita”. Lo ha detto il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni a Bruno Vespa per il suo libro ‘Soli al comando’ in uscita il 3 novembre da Mondadori Rai Eri.
Vespa chiede al presidente del Consiglio se non abbia la sensazione che con le pressioni a freddo sui crediti deteriorati delle banche,i tedeschi vogliano metterci in difficolta’. <>. E allora perche’ si insiste? “Perche’ il mantra della tecnocrazia europea e’ la prevenzione dei rischi, l’angoscia degli accantonamenti, anche se noi stiamo procedendo rapidamente allo smaltimento dei crediti deteriorati rimasti. Sono calati del 25 per cento negli ultimi nove mesi. Non possiamo percio’ accettare misure che rischierebbero di deprimere la crescita>>.

“Finalmente Bruno Vespa ammette quello che sosteniamo da anni: in Rai fa l’artista e il suo programma è di intrattenimento. Adesso sarebbe opportuno che l’azienda ne prendesse atto e smettesse di considerare Porta a Porta come un programma di informazione”. Lo affermano Alberto Airola e Dalila Nesci, parlamentari 5stelle in commissione di Vigilanza Rai. “Al netto della questione degli stipendi e dalla valutazione sul modo in cui Porta a Porta racconta la politica italiana adesso emerge un problema serio. Vespa rinnega definitivamente velleità giornalistiche, che in effetti mal celava. Chiediamo adesso alla Rai di valutare la chiusura del programma”.

Tra i tanti dilemmi che ci affliggono la vita, speravamo di non dover subire anche questo, se Bruno Vespa faccia informazione o spettacolo, se sia e faccia il giornalista o l’artista. La questione non é di poco conto perché a seconda dell’una o dell’altra interpretazione, il risultato cambia, soprattutto sotto il profilo economico e i soldi della Rai, come sappiamo, sono nostri. Da giornalista percepirebbe un compenso più basso, da artista invece ben altre cifre. Questo il parametro fissato. Infotainment é la formula che coniuga giornalismo e spettacolo ma in questo caso le due cose non possono che essere separate: questione di soldi e basta. E al bravo e immarcescibile Bruno Vespa conviene sembrare, essere e definirsi un artista. Per la gioia di chi lo ha sempre sostenuto, che facesse solo show e cabaret, ma per fargli uno sgarbo e screditarlo. Ora i due fronti, per motivi diversi, la pensano allo stesso modo. All’incirca.

‘Io non riesco a immaginare una Mediaset non guidata dalla mia famiglia. Ho fatto molti lavori ma la cosa che mi ha dato piu’ soddisfazioni e’ stata la televisione”. Lo ha detto Silvio Berlusconi alla presentazione del libro di Bruno Vespa. “In tutti i paesi abbiamo trovato una forte controffensiva politica: in tutti i paesi i politici al potere ci hanno impedito di continuare”, ha aggiunto. “Oggi subiamo molto la situazione economica e molta concorrenza da parte di Internet e altri gruppi che sono entrati in Italia. Soffriamo molto il dumping della Rai”. E poi ha attaccato: “I programmi della Tv pubblica non si differenziano in nulla da quella commerciale e inoltre ci hanno fatto un danno per la pubblicita’
‘Oggi subiamo tanta concorrenza da parte di Internet, c’e’ un calo della pubblicita’ e c’e’ una concorrenza molto forte di altri gruppi che sono entrati in Italia e hanno preso con facilita’ le tv, ma soffriamo anche molto del dumping pubblicitario che fa la Rai con la Sipra”. Lo ha detto il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, alla presentazione del libro di Bruno Vespa. “La televisione pubblica non solo non fa servizio pubblico ma interviene pesantemente nella pubblicita’ – ha aggiunto Berlusconi -, e ora, con il canone in bolletta, ricevera’ piu’ di 500 milioni”.

‘Silvio Berlusconi può aiutare il Paese a salvarsi da Grillo”. Così, lo riferisce una nota, Angelino Alfano nel libro di Bruno Vespa “C’eravamo tanto amati. Una storia del costume italiano” in uscita il 4 novembre da Mondadori Rai Eri. “Un leader si qualifica non solo per quello che fa, ma anche per quello che riesce a impedire – osserva il ministro dell’Interno – Ha impedito l’arrivo dei comunisti del 1994, può impedire l’arrivo di Grillo oggi”. Secondo Alfano “andrebbe costituito un rassemblement che impedisca il travaso dei voti moderati verso Renzi e che potrebbe dimezzare la consistenza della Lega”. “Berlusconi – prosegue Alfano – dovrebbe dire con chiarezza che c’è uno spazio per riaggregare un’area moderata in competizione con la sinistra riformatrice guidata da Renzi e alternativa agli estremismi di Grillo e Salvini”. Il suo obiettivo è una nuova alleanza con Berlusconi alternativa a Renzi?, chiede Vespa. ” Sì – risponde il leader di Area Popolare – Occorre creare un’aggregazione moderata come esiste in Francia. Marine Le Pen vale più del doppio della Lega, ma questo non impedisce al partito di Sarkozy di competere sia con lei sia con Hollande”. “Questa area moderata – prosegue Alfano – deve essere pronta a collaborare con Renzi, unendo le famiglie politiche tradizionali contro la violenza verbale del web manifestata molto spesso dai grillini”. Vuole rilanciare il governo di unità nazionale?, chiede ancora Vespa: “Prima deve esserci una leale competizione elettorale fra un aggregato centrista liberale e la sinistra guidata da Renzi. Poi, se non vinciamo nè noi né Renzi si può avviare una collaborazione”. Richiesto di fare un parallelo tra Berlusconi e Renzi, Alfano ricorda che molti provvedimenti dell’attuale governo erano nei piani di Berlusconi e conclude: “E’ un caso che gli avversari di Berlusconi siano diventati avversari di Renzi? Non sarà perché noi portiamo avanti idee giuste perseguite da anni? La verità è che Renzi e Berlusconi hanno un rapporto analogo con la sinistra radicale e vengono ricambiati allo stesso modo”.

“Sto scrivendo l’ennesima interrogazione su Bruno Vespa, che ancora una volta si dimostra non adatto al servizio pubblico. Questa volta occorre una risposta chiara e definitiva, bisogna andare fino in fondo. Affermare che il terremoto produce economia e’ a dir poco criminale. Affermazione grave, inscusabile”. Lo afferma Roberto Fico, presidente della commissione di Vigilanza Rai, che aggiunge: “Dopo gli scempi dell’invito dei parenti dei Casamonica, del figlio di Toto’ Riina, ecco l’ultima vergogna: affermare che i morti producono PIL. Secondo Vespa per far ripartire l’Italia ci vuole un terremoto all’anno e qualche migliaio di morti? Bruno Vespa e’ semplicemente inadatto al ruolo della televisione pubblica”.

In una democrazia liberale, il diritto di manifestare il proprio pensiero e la relativa libertà di parola – strumento per farlo – non possono essere negati a nessuno, salvo i casi espressamente previsti dalla legge. Questo vale anche per Salvo Riina – figlio di uno dei boss più spregevoli e crudeli della mafia, il cosiddetto capo dei capi, Totò – e mafioso egli stesso. Le polemiche per l’intervista che ha rilasciato a Bruno Vespa in una trasmissione Rai non si sono ancora placate, come quelle sul libro che ha scritto (“Riina family life”, Riina, vita di famiglia. Edizioni Anordest’) e che ha presentato in televisione. In quell’occasione, Salvo junior, in modo abietto, non ha proferito alcuna parola di condanna nei confronti della mafia e delle sue vittime, della morte e del dolore che, in tanti anni, il padre ha seminato. E questo ci aiuta a capire chi abbiamo di fronte, e a prendere le necessarie contromisure, ma ritengo che ‘giornalismo’ sia poter intervistare chiunque, senza censure o limiti: é la libertà di stampa, garanzia insostituibile dei diritti di ognuno di noi e presupposto indispensabile di ogni vera democrazia. Cosi come credo che sia un oltraggio alla cultura e al pluralismo la scelta operata da alcune librerie di non vendere il libro del giovane mafioso, pur capendo il disagio di chi ha assunto questa posizione. Né lo Stato né la Cultura possono scendere allo stesso livello dei delinquenti, e questo vale non solo nella garanzia dello Stato di diritto, e nel sistema delle sanzioni previste per chi commette dei reati, ma anche nel mantenimento dei diritti di cui possono godere tutti i cittadini, anche quelli con precedenti penali e una detenzione alle spalle. In una vera democrazia, anche il figlio di un boss può essere intervistato o presentare un libro! Desta stupore e non può essere condivisa, in tale prospettiva, la battaglia annunciata da Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo, assassinato in via D’Amelio: ‘Se il 18 giugno dovesse essere permesso a Salvo Riina di presentare il suo libro sarò a Palermo per impedire questa ulteriore offesa alla memoria di mio fratello e dei ragazzi massacrati insieme a lui. Niente e nessuno mi potrà impedire di farlo. Ho 74 anni, ho vissuto già 22 anni più di mio fratello, sono pronto a qualsiasi cosa». Nessuno ci può dire quali libri si possono leggere o meno, nessuno può impedire una manifestazione legittimamente autorizzata. (Montesquieu ‘…la libertà è infatti il diritto di fare ciò che le leggi permettono’).