Inter

È il 35enne Daniele Belardinelli l’ultras dell’Inter morto investito da un Suv in via Novara a Milano, dove ieri sera i tifosi neroazzurri hanno attaccato i pulmini dei supporter partenopei. Originario di Varese, ha precedenti da stadio e in passato è stato destinatario di almeno un Daspo di cinque anni. E’ ancora da accertare la dinamica dell’investimento che ha causato la sua morte nella zona di via Novara a Milano prima dell’incontro con il Napoli. Lo ha spiegato il questore Marcello Cardona, il quale ha detto che si sta lavorando sulle immagini delle telecamere di sorveglianza in cui compare un Suv scuro che potrebbe aver investito la vittima. Ad investirlo quindi non sarebbe stato uno dei Van a bordo dei quali si trovavano i tifosi napoletani. Oltre al tifoso interista rimasto ucciso perché investito da un Suv, vi sono 4 tifosi napoletani che hanno riportato ferite da taglio e contusioni negli scontri precedenti l’incontro Inter-Napoli. L’investimento e il ferimento dei 4 napoletani sono trattati in modo distinto. I due interisti già arrestati sono accusati di rissa aggravata mentre si sta lavorando per identificare chi era alla guida del Suv che sarebbe estraneo agli incidenti.

“Nel mondo e nel calcio ci vorrebbero sempre educazione e rispetto. No al razzismo e a qualunque offesa e discriminazione”. Sono le parole affidate ai social da Cristiano Ronaldo in favore del difensore del Napoli Kalidou Koulibaly vittima ieri di cori razzisti a San Siro in occasione di Inter-Napoli. L’attaccante portoghese della Juventus ha postato una foto che lo ritrae in una azione di gioco al fianco del francese. Sulla vicenda é intervenuto anche il leader della Lega “Non sono il presidente della Lega Calcio, nè faccio l’arbitro e quella era una scelta che spettava all’arbitro. Nella prossima vita farò l’arbitro, se avrò voglia. Ho detto che non si può morire per una partita di calcio, ma lascio al mondo del calcio nella sua totale autonomia la valutazione di come agire e reagire”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, commentando, nel corso della conferenza stampa a Pesaro – dove ha presieduto il comitato per la Sicurezza, dopo l’omicidio del fratello di un pentito di ‘ndrangheta – la mancata sospensione di Inter-Napoli, dopo i cori razzisti contro il difensore napoletano Kalidou Koulibaly e la morte del tifoso nerazzurro, investito da un auto ieri nei disordini che si sono verificati al termine della partita.

“La corsa Champions? Visto i risultati delle altre sono ancora fiducioso per l’Inter, c’è tempo per recuperare e raggiungere gli obiettivi prefissati. Spalletti è il tecnico giusto, assieme ad Allegri e Sarri è uno di quelli che conosce meglio il campionato italiano”. E’ la previsione di Marco Materazzi, ex difensore nerazzurro, ospite di ‘Radio anch’io Sport’ su Rai Radio1.

“Quelle due davanti (Napoli e Juventus ndr) sono più attrezzate ma questo si sapeva già in partenza, poi è stata brava l’Inter a restarle attaccata per un po’, ci sta che escono fuori qualità e rosa lunga. La Juve è 10 anni avanti agli altri e ad oggi questa mia predizione si sta avverando”. E sulla lotta a un posto Champions, il campione del mondo a Germania 2006 aggiunge: “Dalla Roma non mi aspettavo le ultime 3-4 partite, hanno perso tantissimo dopo esser partiti molto bene, ed ora arriva la Champions dove possono andare avanti ma sprecheranno altre energie, è quella che rischia di più. La Lazio sta proseguendo quanto di buono fatto lo scorso anno, complimenti a Inzaghi”

“Il Napoli è decisamente fortissimo, gioca molto bene ed è una squadra concreta e piacevolissima ma l’Inter, partita in sordina, ieri sera mi ha dato l’impressione di essere più squadra, mi dà fiducia e mi viene da pensare che si possa puntare allo scudetto, è una illusione post derby ma lasciatemela”. Sono le parole dell’ex presidente dell’Inter, Massimo Moratti, il giorno dopo il successo per 3-2 contro il Milan che porta i nerazzurri a 22 punti, due meno dei partenopei con lo scontro diretto in programma sabato prossimo al San Paolo. “Da presidente c’è una tensione particolare. Ieri mi sentivo più tifoso che mai, è stata una partita trascinante, vincere un derby è qualcosa sempre speciale, è la partita che i milanesi aspettano di più. Nostalgia della presidenza? Assolutamente no”, prosegue Moratti ai microfoni di ‘Radio anch’io Sport’ su Rai RadioUno. “Spalletti è bravissimo, l’ho visto dopo la gara, ci mette molto del suo anche dal punto di vista umano. Lo scudetto? La mia è una speranza, ma dopo ieri ci credo un po’ di più; se l’Inter regge e va avanti con questo carattere, poi ci vuole un po’ di fortuna e la voglia di arrivarci”.

Impresa Inter che passa all’Olimpico 3-1 con una doppietta di Icardi nel terzo anticipo della seconda giornata del campionato di serie A. A passare in vantaggio è la Roma di Dzeko al quarto d’ora del primo tempo su assist di Nainggolan, poi i giallorossi colpiscono tre pali prima della furia Icardi autore di una doppietta nella ripresa prima con un destro dopo assist di Candreva al 67′ e poi dopo 10 minuti su assist di Perisic. Nel finale, all’87’, il sigillo di Vecino in contropiede per una vittoria troppo pesante per quanto fatto vedere dalla Roma di Eusebio Di Francesco. Contento Spalletti fischiato al suo ritorno a Roma: “Contento perché l’Inter ha continuato a seguire l’idea di calcio di cui stiamo parlando dall’inizio. Icardi? Con Dzeko è l’attaccante più forte del campionato. Dzeko forse è anche più tecnico mentre Mauro è più cattivo per andare nello spazio. Ha proprio questa qualità, la determinazione”. Ce n’è anche per la Var: “Il fallo su Perotti? Per me non è rigore. Lui va per intercettare il pallone. non prende la palla ma non è che provochi difficoltà enormi a Perotti. E’ un episodio di cui si può discutere ma per me non è rigore”. Di Francesco non ci sta: ha visto la sua Roma dominare per 70 minuti e poi uscire sconfitta. E anche un netto rigore negato a Perotti, col Var che non corregge l’errore di Irrati: “La cosa assurda è stata dare corner – dice – Skriniar la palla proprio non la tocca. Non alleno più il Sassuolo e mi aspettavo più attenzione, più tutela da parte degli arbitri. Detto questo, abbiamo fatto una grande partita per 70′. Abbiamo preso 3 pali e messo in grande difficoltà l’Inter”.

Finisce in pareggio (2-2) il primo derby dell’era cinese. Una stracittadina pazzesca. Con l’Inter sul 2-0 grazie a Candreva e Icardi e poi la rimonta fino al 2-2 con Romagnoli e Zapata che ci mette la zampata al 97′, decisivo il tocco sull’ultimo calcio d’angolo: la palla batte sulla traversa e poi per terra. Anche la telecamera chiarisce che è gol. Nel primo derby all’ora di pranzo, (“Buon appetito Lega Italiana” lo striscione apparso in curva sud), l’avvio è tutto delle tifoserie. Soprattutto quella milanista che attacca Galliani (“Il volo del condor è finito per davvero, finalmente anche tu sei un parametro zero”) e manda un messaggio alla presidenza cinese (“Augurandoci di vedere serietà, impegno e presenza, diamo il nostro benvenuto alla nuova dirigenza”). Poi la parola passa al campo con un grande Milan in avvio e uno scatenato Deulofeu sul quale salva Handanovic. Il rossonero più tardi colpisce anche un palo. Inter in vantaggio al 36′: lancio di Gagliardini, Candreva in area vince il duello con De Sciglio e infila Donnarumma con un tocco morbido. Il raddoppio al 44′: Perisic regala un pallone a Icardi da spingere solo in rete a porta vuota. Nella ripresa Deulofeu e Medel vanno vicini al gol che arriva all’83’: cross di Suso, zampata vincente di Romagnoli. Al 97′ pareggio in extremis del Milan: corner di Suso, sponda di Bacca, Zapata da dentro l’area piccola insacca.

E’ il derby d’Italia, e da sempre é caratterizzato da grande rivalità e tensione altissima. Juventus-Inter si gioca domani. La formazione torinese e’ in ottima condizione di forma, mentre l’Inter cerca regolarità nei risultati e una propria definita identita’ di gioco. “Vincere a Torino sarebbe un punto di partenza per tutti noi. E’ una partita importante che vale tanto e ci siamo preparati per essere all’altezza della situazione”: lo dice l’allenatore dell’Inter Stefano Pioli, a Premium Sport, alla vigilia della sfida contro la Juventus. “Dobbiamo dare il massimo che possiamo – aggiunge – giocarci le nostre carte contro la squadra piu’ forte del campionato, abbiamo convinzione e voglia di fare ben e ci dobbiamo giocare la partita”. Sul piano tecnico, infatti, il divario rimane notevole, ma i nerazzurri all’andata hanno sconfitto una Juve poco convinta. Domani Allegri e i suoi ragazzi cercheranno una rivincita.

Il Napoli travolge l’Inter. La squadra di Maurizio Sarri supera i nerazzurri nell’anticipo del San Paolo 3-0 e conquista tre punti nella rincorsa alla Champions. Con i gol di Zielinski (2′), Hamsik (6′) e Insigne (51′) il Napoli chiude la partita. Gli uomini di Sarri agganciano momentaneamente al quarto posto Atalanta e Lazio a 28 punti. (foto Ansa)

Lite a distanza tra due calciatori argentini. Mauro Icardi risponde all’attacco al ‘veleno’ di Armando Maradona, giunto con un commento a chi gli chiedeva della rabbia del giovane per la mancata convocazione in Nazionale. “Non parlo di Maradona, non puo’ essere un esempio per nessuno nella vita”. Con queste parole Icardi ha liquidato il Pibe de oro che gli ha dato del traditore. “Le sue parole non mi feriscono – ha spiegato – perche’ non fanno parte della mia vita. Maradona come calciatore e’ stato uno dei migliori al mondo. Ma fuori dal campo non si puo’ parlare di una persona cosi’. Ha fatto ancora una figuraccia, sono parole di cattivo gusto”. Diego Armando Maradona aveva dichiarato: “Non so se lo porteranno in Nazionale… ma io dei traditori non parlo”. Icardi difende le scelte fatte che ha deciso di raccontare nella sua biografia. “Volevo che la gente mi conoscesse per quello che sono anche al di fuori dal campo”, ha spiegato alla presentazione di “Sempre Avanti”, Sperling & Kupfer, nella libreria Rizzoli di Milano. Icardi ha voluto raccontare la sua verita’, i sacrifici suoi e del padre. Partito da Rosario, il bomber nerazzurro e’ il capitano dell’Inter e guadagna oltre 5 milioni di euro a stagione, dopo il rinnovo annunciato venerdi’.”I soldi hanno cambiato la mia vita – dice – ma non la mia testa. Non credo di essere un top player. Faccio solo il mio lavoro”.

I nerazzurri vengono sconfitti per 3-1, dicono quasi addio alla qualificazione, danno vita ad una prova anche peggiore di quella contro l’Hapoel. Inter inguardabile. Fallimentare il turnover voluto da De Boer con Ranocchia e Melo che dimostrano, se ancora ce ne fosse bisogno, di non essere adatti a giocare in una grande squadra. L’Inter, per l’ennesima volta, va in svantaggio: in questa stagione e’ capitato in sette partite su otto. Per il primo tiro nello specchio bisogna aspettare il 16′ del secondo tempo. Resta il rebus di Frank De Boer, un allenatore che non riesce a dare continuita’ e forza alla sua squadra soprattutto in Europa League, una competizione da rispettare e non da snobbare. Lo Sparta Praga, che da due giorni e’ allenato da Holoubek tecnico delle giovanili, umilia i nerazzurri che provano a reagire quando ormai e’ troppo tardi. L’espulsione di Ranocchia alla mezz’ora del secondo tempo spiana la strada al tris degli avversari e chiude definitivamente la partita. Errori tecnici quasi da dilettanti, in una serata che lascia l’amaro in bocca a quanti speravano in una vittoria netta dopo i buoni segnali visti in campionato. Il tecnico olandese dovra’ riflettere a lungo a tre giorni dallo scontro con la Roma. E forse pensando troppo al campionato De Boer decidere di mandare in campo una squadra profondamente rimaneggiata. In difesa c’e’ Ranocchia insieme a Murillo, D’Ambrosio e il giovane Miangue. A centrocampo propone la diabolica coppia Gnoukouri-Melo; dietro Palacio punta piu’ avanzata il trio Eder, Banega e Candreva. Nessuno fa bene. Tutti si perdono nella catarsi collettiva. Banega non da’ qualita’, Eder non calcia mai in porta e perfino Palacio, autore di un gol che si rivelera’ inutile, sembra appartenere ad un’altra squadra. L’Inter inizia malissimo e dopo 3′ c’e’ gia’ il primo brivido per i nerazzurri Dockal dalla destra mette in mezzo un cross pericoloso. Un minuto piu’ tardi Banega consegna palla agli avversari e per sua fortuna il tiro di Kadlec e’ debole. Sono le prime avvisaglie della debacle nerazzurra. L’Inter e’ disattenta, gioca con leggerezza, e al 7′ lo Sparta si porta in vantaggio: Dockal serve Kadlec, Felipe Melo e’ ritardo e il bomber ceco batte Handanovic. L’Inter non reagisce, Murillo e’ in affanno, Melo sbaglia tutto, Ranocchia ha i soliti problemi. Al 14′ Murillo perde palla in favore del giovane Dockal che crossa al centro ma la difesa nerazzurra rimedia. Al 25′ arriva anche il raddoppio ed e’ l’immagine del disastro difensivo dell’Inter. Punizione calciata veloce da Frydek, la retroguardia nerazzurra resta immobile a guardare Kadlek che firma la doppietta. L’inizio della ripresa e’ ancora nel segno dello Sparta Praga. Holzer salta con facilita’ Ranocchia – gia’ ammonito – e crossa per Karavayev che non trova la porta. In altre due occasioni lo Sparta va vicino al gol, prima con Holzer poi con il solito Kadlec. De Boer prova a rimediare alle scelte iniziali, toglie D’Ambrosio e inserisce Ansaldi ma il risultato non cambia.. L’Inter riesce a creare occasioni solo perche’ lo Sparta Praga cede fisicamente. De Boer prova ad approfittarne e al 18′ sostituisce Candreva con Perisic, fino a provare il tutto per tutto inserendo Icardi al posto di Gnoukouri al 24′. Due minuti piu’ tardi arriva il gol di Palacio ispirato da Eder. Ma e’ un rete che illude perche’ al 30′ Ranocchia si fa espellere per doppio giallo. Cambi finiti, squadra sbilanciata e al 31′ lo Sparta Praga chiude i conti: su punizione, Mazuch fa da torre per Holek che di testa anticipa Miangue e segna il 3-1. Sul finale Eder ha l’occasione di metterci una pezza, realizzando il 3-2, ma sbaglia clamorosamente.