Iran

E’ salito a oltre 200 morti e 2mila feriti il bilancio provvisorio del terremoto di magnitudo 7.2 della scala Richter che ha colpito ieri pomeriggio l’Iraq, vicino al confine con l’Iran. L’epicentro e’ stato localizzato a 32 chilometri da Halabjah, nel Kurdistan iracheno.
La cittadina più colpita è quella di Sarpol-e Zahab. La Guida suprema iraniana Seyyed Ali Khamenei, citato dall’Irna, ha detto in un messaggio al Paese: “L’obiettivo ora è quello di accelerare gli aiuti e di soccorrere le persone rimaste intrappolate sotto le macerie”.

La cancellazione totale dell’accordo sul nucleare iraniano e’ una possibilita’ reale: lo ha detto Donald Trump parlando con i media prima di un incontro con i suoi ministri. Il presidente degli Usa ha detto di “sentirsi sicuro” della decisione presa e che la possibilità che si arrivi alla fine dell’accordo “è una possibilità reale, per alcuni una possibilità più grande”

Senza un’Unione europea forte sarebbe stato impossibile l’accordo sul nucleare iraniano: lo dice oggi l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, intervenendo con un messaggio alla Ventesima conferenza Edoardo Amaldi sulla “Cooperazione internazionale per rafforzare la sicurezza, la salvaguardia e la non proliferazione nucleare”, organizzata a Roma. “Le nostre madri e i nostri padri fondatori credevano che solo un’Europa unita potesse sopravvivere in un mondo di superpotenze. Credevano – ha sottolineato Mogherini – che senza un’unita’ europea saremmo stati irrilevanti sulla scena internazionale”. A sessant’anni di distanza, ha sottolineato il capo della diplomazia Ue “sappiamo che avevano ragione”.

La Russia non crede che la collaborazione con l’Arabia Saudita possa in qualche modo danneggiare i suoi contati con l’Iran, in quanto si tratta di due binari paralleli. Lo ha dichiarato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, rispondendo ai giornalisti che, alla vigilia della visita in Russia di re Salman, gli hanno chiesto se Mosca ritiene possibile una cooperazione con Ryad e Teheran, considerati rivali geopolitici. “I rapporti tra Mosca e Ryad sono assolutamente autosufficienti. – ha dichiarato – Si tratta di un vettore distinto della nostra politica estera, e che si basa sul fatto che l’Arabia Saudita occupa un posto importare nella regione e nel mondo arabo in generale”. A quanto riferito dal Cremlino, il re saudita arrivera’ a Mosca giovedi’. Atteso l’incontro con il presidente Vladimir Putin, ma anche quello – il 6 ottobre – con il premier Dmitri Medvedev, con cui si parlera’ di rapporti economico-commerciali, energia e di progetti di infrastrutture. La visita di re Salman arriva a un mese di distanza dalla prossima riunione dell’Opec, in cui si discutera’ di un prolungamento dei tagli alla produzione, che scadono a marzo. L’accordo del novembre scorso prevede taglio per 1,8 milioni di barili e include anche la Russia.

L’Alto rappresentante della politica estera dell’Unione europea, Federica Mogherini, ha ribadito che l’Unione europea continua a sostenere e ritenersi vincolata al Piano congiunto di azione globale (Jcpoa), l’accordo sul nucleare siglato nel 2015 dall’Iran e dal gruppo dei 5+1 (Usa, Regno Unito, Russia, Cina, Francia e Germania), indipendentemente da quanto decideranno gli Stati Uniti. Anche il primo ministro britannico, Theresa May, ha espresso il sostegno del proprio paese all’accordo, invitando tutte le parti a mantenere gli impegni stabiliti assunti un paio di anni fa. Nei giorni scorsi il presidente Usa Donald Trump e’ tornato a criticare aspramente l’accordo sul nucleare, e la Casa Bianca ha riferito di volerne rinegoziare i termini, per imporre termini piu’ stringenti a Teheran.

“L’Unione Europea e’ una istituzione che sta sfidando il buon senso comune. La Mogherini si presenta travestita da Scaramacai al cospetto di Rohani che presiede l’Iran calpestando ogni genere di diritto”. Lo dichiara in una nota il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri (Fi), che aggiunge: “Il Commissario per l’immigrazione, il greco Avramopoulos, minaccia sanzioni contro l’Ungheria e altri Paesi del centro Europa che non vogliono immigrati e non dice una parola contro Malta che impedisce gli sbarchi sulle proprie coste. Avramopoulos minaccia chi ha ragione e tace di fronte a chi tiene blindati i propri porti. Un personaggio del genere dovrebbe essere spedito con un barcone in Libia. Come fa a fare il Commissario chi si comporta in questo modo? E la cosi’ detta Ministra degli Esteri, perche’ tace di fronte all’atteggiamento di Malta mentre tutti insieme minacciano persone serie e coraggiose come Orban? Per avere un futuro, l’UE deve liberarsi di persone cosi'”.

I calciatori iraniani che giocano all’estero dovrebbero prevedere clausole nei contratti con i club di appartenenza che consentano loro di non scendere in campo contro le squadre israeliane. Parola del portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Bahram Qassemi. Il portavoce, citato dall’agenzia di stampa ufficiale Irna, è intervenuto nel mezzo del dibattito suscitato dal caso dei centrocampisti iraniani Masoud Shojaei e Ehsan Hajsafi che giocano nella squadra greca Panionios. I due calciatori sono finiti nel mirino per aver partecipato la settimana scorsa a una partita contro il Maccabi Tel Aviv durante le qualificazioni di Europa League. Il ministero dello Sport di Teheran e la Federazione iraniana del calcio (Ffi) non hanno risparmiato critiche per Shojaei, che è il capitano della nazionale iraniana, e Hajsafi. I due rischiano di non poter più giocare in nazionale, ma concretamente per loro non ci sono sinora state conseguenze. In difesa dei due su Twitter spopolano hashtag che suonano più o meno come ‘il calcio non è la politica’.

Tutto esaurito per il concerto “Le vie dell’Amicizia Ravenna-Teheran”, in programma per oggi al Vahdat Hall di Teheran. Nell’orchestra oltre 200 tra strumentisti e coristi, iraniani ed italiani, per un programma interamente dedicato a Verdi e diretto da colui che e’ stato soprannominato “The King of Verdi”, ovvero il maestro Riccardo Muti. Il programma di arie, sinfonie e cori vede come solisti il tenore Piero Pretti, il baritono Luca Salsi e il basso Riccardo Zanellato. Dopo l’esibizione di oggi a Teheran, il prossimo appuntamento sara’ l’8 luglio al Pala De Andre’ di Ravenna, a voler attribuire all’iniziativa l’idea di essere un “ponte” tra Iran e Italia e tra Oriente ed Occidente. Il doppio concerto a Teheran e Ravenna arriva a meno di due anni dalla ricostituzione dell’Orchestra Sinfonica e del Coro di Teheran, formazione i cui ottant’anni di storia hanno accompagnato le vicende del Paese e che, per Ravenna Festival, si unira’ all’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini e a musicisti delle principali Fondazioni Lirico Sinfoniche (Petruzzelli di Bari, Comunale di Bologna, Maggio Musicale Fiorentino, Carlo Felice di Genova, San Carlo di Napoli, Scala, Massimo di Palermo e Opera di Roma). Non a caso il maestro Muti ha ricordato: “Piu’ dell’economia, della politica, piu’ dei linguaggi verbali, la musica ha la capacita’ di comunicare e di toccare le corde piu’ profonde in maniera diretta, senza bisogno di traduzioni. E questo ci porta all’esperienza dei concerti delle Vie dell’Amicizia, al cuore della loro stessa ragione d’essere”. Notevole anche la lista degli sponsor del concerto, una vera e propria fila di aziende italiane che sono presenti in Iran e che nei prossimi giorni faranno parlare di se per accordi e contratti miliardari. A cominciare da FS, che martedi’ prossimo dovrebbe firmare l’accordo finale per il tratto di ferrovia ad alta velocita’ Qom-Arak, per un valore di 1.2 miliardi euro; vi e’ poi la grande impresa di costruzioni Astaldi, e altre ancora.

“La vittoria di Rohani dimostra che l’Iran non vuole cambiare rotta, intende aprirsi all’Occidente e non ripiombare nell’oscurantismo politico dei tempi di Ahmadinejad”. Lo dice il presidente della Commissione Affari esteri del Senato, Pier Ferdinando Casini. “Adesso e’ importante che l’accordo sul nucleare sia applicato e implementato per rendere effettiva la possibilita’ di raggiungere accordi economici tra l’Occidente e il Paese persiano. Pur con tutte le contraddizioni che permangono e che non possono essere sottovalutate, ad esempio per quanto riguarda il rispetto dei diritti civili, l’esito elettorale di ieri e la sconfitta dei conservatori richiedono una seria valutazione da parte dell’Europa” aggiunge Casini.

Il settore energetico iraniano sta assistendo ad una vera e propria espansione dopo l’entrata in vigore dell’accordo sul nucleare iraniano nel gennaio 2016. L’intesa, raggiunta nel luglio 2015, e’ considerata uno dei grandi successi diplomatici dell’amministrazione del presidente Hassan Rohani e della sua visione “pragmatica” della politica estera iraniana, nettamente differente da quella del suo predecessore Mahmoud Ahmadinejad. In queste settimane diversi funzionari iraniani, in vista delle elezioni presidenziali del prossimo 19 maggio, hanno descritto i primi risultati dell’accordo sul nucleare e della relativa cancellazione delle sanzioni, cercando di sfatare i dubbi e le critiche espresse dalle frange piu’ conservatrici della politica iraniana, fortemente contrarie alle aperture di Rohani, il quale si e’ ricandidato per un secondo mandato. Il vice presidente della Compagnia nazionale iraniana per le perforazioni (National Iranian Drilling Company, Nidc), Mohammad Reza Takaydi, ha dichiarato che vari paesi stranieri, tra cui Stati europei, hanno espresso interesse ai progetti riguardanti il settore del petrolio e del gas dopo l’entrata in vigore nel gennaio del 2016 dell’accordo sul nucleare iraniano firmato nel luglio 2015 a Vienna dai delegati di Teheran e dai rappresentanti dei paesi del gruppo 5+1 (Cina, Francia, Regno Unito, Russia, Stati Uniti piu’ la Germania). Intervistato dall’agenzia di stampa “Irna”, Takaydi, ha dichiarato: “Durante l’epoca delle sanzioni abbiamo subito alcuni problemi tecnici, la mancanza di connessione ai paesi avanzati occidentali e problemi nell’approvvigionamento di attrezzature. Tuttavia dopo l’entrata in vigore del Piano globale d’azione congiunto (Jcpoa) siamo riusciti ad instaurare contatti diretti con le imprese occidentali, giungendo fino ad un accordo diretto con una societa’ scozzese”.