Isis

L’Isis e’ stato sconfitto, ma nessun Paese, “neanche l’Italia”, puo’ sentirsi al riparo dalla minaccia dei terroristi di matrice islamica. Al Meeting di Rimini, sua prima uscita dopo qualche giorno di ferie, Paolo Gentiloni invita a non abbassare la guardia e a stringersi attorno a chi ogni giorno e a tutti i livelli lavora per garantire al Paese quella sicurezza che consenta di non rinunciare alla nostra liberta’ ed al nostro modo di vivere. Poi promette una legge di Bilancio con incentivi stabili per la crescita ed i giovani che consenta una chiusura “ordinata” della legislatura. Davanti ad oltre seimila militanti di Comunione e liberazione, il movimento ecclesiale fondato da don Giussani, che gli ha affidato l’apertura del 38/mo Meeting dell’Amicizia tra i popoli, il presidente del Consiglio rinnova la solidarieta’ da lui gia’ manifestata, a Barcellona, “citta’ splendida e amica”, “straziata” dal recente attacco terroristico. E ribadisce che sebbene Daesh “ha perso la sua partita fondamentale, quella di far diventare uno Stato la propria presenza terroristica”, “la sua minaccia continua e riguarda tutti”. Anche l’Italia, malgrado il premier sostenga di non credere “alla propaganda di alcuni siti islamici”. A Rimini Gentiloni sceglie il linguaggio della chiarezza, e della concretezza. Non cerca l’applauso della platea, che pure arriva in segno di apprezzamento per l’atteggiamento scelto dal premier che piace a un gruppo il quale, sottolinea una dirigente, guarda alla politica con rispetto ed e’ alla ricerca di punti di riferimento in vista delle prossime elezioni. E tiene il punto sui temi caldi, dall’immigrazione allo ius soli passando per le misure per la crescita concentrate soprattutto sui giovani (“con incentivi permanenti, stabili”), che caratterizzeranno i mesi da qui fino alla fine della legislatura, e rispetto a cui “la prossima legge di Bilancio sara’ un passaggio chiave. Concluderla “in modo ordinato”, sottolinea, “e’ il compito che mi pongo e sul quale impegnero’ tutto il governo”. Restano, poi, i ‘temi caldi’, che caratterizzeranno la ripresa dopo la pausa estiva, su cui Gentiloni non molla. A partire dallo ius soli: “Il Governo non deve avere paura di riconoscere diritti e di chiedere rispetto dei doveri anche a chi in Italia e’ nato e studia nelle nostre scuole”, puntualizza. E poi, l’immigrazione: un fenomeno con cui “bisognera’ fare i conti a lungo” e rispetto al quale, aggiunge, “chi semina odio e facili illusioni non fara’ un buon raccolto in un contesto di lunga durata”. Sia chiaro poi che “il Governo italiano non accetta lezioni da nessuno in campo umanitario. Ha fatto bene Juncker a dire che l’Italia ha salvato l’onore dell’Ue, ma questo stesso Governo e’ anche quello che promuove le regole attraverso il codice di condotta delle Ong e contribuisce alla stabilizzazione della Libia. Si incominciano a intravedere risultati”. Ma bisogna pensare al dopo rispetto all’approccio ad un fenomeno come quello delle migrazioni di cui, ricorda il premier, parlava persino Seneca: l’unica strada percorribile per Gentiloni e’ un multilateralismo che consenta al Mediterraneo ed all’Africa quello sviluppo auspicato da Paolo VI nella ‘Populorun Progressio’.

Diciamolo subito e finiamola con le frasi di circostanza: queste stragi di matrice islamica finiranno solo se e quando decideranno loro, gli uomini dell’Isis e quelli che ad esso si richiamano. Non esistono attività di prevenzione in grado di annullare il rischio di altri eccidi. Dobbiamo rimetterci alla loro pietà e alla loro volontà. Trattiamo la resa: chiediamogli cosa vogliono esattamente, oppure costringiamoci ad un ritorno allo Stato di Polizia, senza garanzie, senza libertà, senza civiltà. E attacchiamoli, senza alcuna logica, nei loro Paesi forse incolpevoli, nelle loro alleanze finanziarie, nei loro Stati-canaglia. Non vedo alternative.

C’e’ chi non vuol capire che siamo di fronte ad “una guerra all’occidente”. E le guerre “non si capiscono, ma si combattono”. Daniela Santanche’ lo sottolinea interpellata dall’Agi mentre la strage di Barcellona, celebrata in alcuni siti che sarebbero vicini all’Isis, tiene banco nel dibattito politico. Sul perche’ il gruppo di Forza Italia alla Camera non abbia votato a favore dell’ultima proposta di legge, approvata in prima lettura a luglio, sul contrasto all’estremismo islamico risponde: “perche’ non era abbastanza. Questo non e’ il momento di pensare, ma di agire”. Le misure erano “troppo blande e non e’ quel che serve”. “Stiamo vedendo quello che succede, purtroppo, e non sara’ l’ultimo episodio”, osserva. Quanto alle misure necessarie per il contrasto al fenomeno, spiega: “serviva quello che le procure hanno fatto sulle Ong. Da tantissimo tempo dico che non sono trasparenti”, e nota che anche in questo caso la politica si e’ trovata solamente a seguire. Le Ong “aiutavano gli scafisti, non la gente a non morire”, sottolinea e aggiunge: “la parola multiculturalita’ va bandita perche’ il modello di integrazione e’ fallito” in Italia Francia e Europa. “Servono misure piu’ severe. L’unica cosa giusta l’ha fatta il ministro Minniti con il codice per le Ong”. Ma, questo da solo “non basta. Si pensi che ci sono in Italia 54mila persone che dovevano essere gia’ espatriate e non lo sono. C’e’ un approccio ideologico” alla questione che non dovrebbe essere. Quanto al lavoro dell’Intelligence, l’Italia “e’ un passo avanti rispetto agli altri Paesi” dell’Europa vista l’esperienza della lotta al terrorismo interno, come “le Brigate rosse”. Il punto “e’ lo scambio di informazioni fra i vari paesi Ue. Manca una rete europea: ognuno e’ geloso dell’altro”. Questa e’ una misura “da attuare al piu’ presto possibile”, chiosa la parlamentare azzurra. E ribadisce: “non siamo noi che dobbiamo fare passi indietro sull’integralismo. Dobbiamo avanzare nei nostri credo e nei nostri valori”.

L’Isis ha rivendicato gli attentati in Spagna. Dopo l’attacco di un furgone su La Rambla di Barcellona che ha provocato 13 morti e centinaia di feriti, nella notte e’ stato sventato un attentato a Cambrils (Terragona) dove sono stati uccisi 5 attentatori. Ieri sera il ministro dell’Interno, Marco Minniti, ha convocato per questa mattina al Viminale una riunione straordinaria del Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (Casa). L’ambasciata italiana ha fatto, intanto, sapere che ci sono tre italiani feriti nell’attentato di Barcellona. Due al momento le vittime di cui si ha notizia.

Le forze di polizia turche hanno arrestato un terrorista dell’Isis ricercato da tre anni dall’Interpol e legato all’Isis. Secondo media turchi, Medhi A. si sarebbe recato ad Istanbul per un attentato che l’Isis aveva programmato nella città. Per gli investigatori l’uomo sarebbe stato uno degli ideatori degli attentati avvenuti in Europa negli ultimi anni, in particolare in Francia e Belgio.

Un richiedente asilo iracheno di 29 anni è stato arrestato dalla Polizia per terrorismo. Secondo le indagini, l’uomo avrebbe fatto propaganda per l’Isis istigando alcuni inquilini del centro Sprar di Crotone a entrare a far parte del sedicente Stato islamico e a compiere atti violenti. Le indagini, coordinate dalla Dda di Catanzaro diretta da Nicola Gratteri, sono state condotte dai poliziotti della Digos di Crotone. L’Iracheno è accusato di associazione con finalità di terrorismo internazionale e istigazione a delinquere. In una telefonata alla sorella, intercettata dalla Digos, l’uomo dice che non c’è bisogno di andare in Iraq o in Siria per fare il jihad: si può anche rimanere in Italia, “per redimere gli infedeli”, ai quali va “tagliata la gola”.

L’Isis ha chiesto ai suoi sostenitori di attaccare Usa e Europa durante il Ramadan. Secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, in un audiomessaggio il portavoce Abu al-Hassan al-Muhajir ha lodato gli attacchi a Teheran affermando che l’Iran “è più debole di una ragnatela” e ha chiesto nuove azioni. Al-Muhajir ha poi chiesto di colpire anche Russia e Australia. Secondo il Site, nel messaggio non si fa riferimento alle voci sull’uccisione del leader dello Stato Islamico al Baghdadi diffuse ieri dalla tv siriana. L’ultimo messaggio del portavoce risale ad aprile.

La premier britannica Theresa May chiedera’ alla Nato di unirsi alla coalizione anti Isis, all’indomani dell’attentato terroristico alla Manchester Arena. “Una Nato forte e unita rappresenta il cuore della sicurezza di ciascuna delle nostre nazioni. Unita’ nel rispondere alle comuni minacce e’ la nostra arma piu’ potente”, dira’ la May, secondo alcuni stralci del suo intervento al vertice dell’Alleanza Atlantica in calendario oggi a Bruxelles e riportati dall’Agi. “Dobbiamo aumentare i nostri sforzi – insistera’ – per affrontare le minacce alle nostre comuni societa’, sia che vengano dal terrorismo e sia che arrivino dalla Russia”. Francia e Germania avrebbero delle riserve e, secondo indiscrezioni di stampa, il presidente americano Donald Trump nella sua visita a Roma ieri avrebbe sollecitato il premier italiano Paolo Gentiloni a mediare.

I pm dell’Antiterrorismo milanese stanno facendo verifiche per capire se un profilo Facebook con nome Ismail Hosni che contiene uno o più video inneggianti all’ Isis appartenga al giovane arrestato alla Stazione Centrale per aver ferito a coltellate due soldati e un agente. Sono ancora ricoverati, coscienti e sotto osservazione, l’agente della Polfer e il militare semplice dell’Esercito accoltellati da un ventenne nella serata di ieri nella stazione Centrale a Milano, mentre un caporale maggiore è stato dimesso con prognosi di 7 giorni. Il feritore, arrestato per tentato omicidio, è un ventenne italiano, di madre italiana e padre magrebino. Scontro Maroni-Sala sulla marcia “Milano senza muri” di sabato. In corso verifiche su video inneggiante all’Isis

L’attentato di Parigi e le morti sugli Champs Elysées, a pochi giorni dal voto delle presidenziali, con il conseguente effetto ‘paura’ e le ripercussioni sulla politica della sicurezza, condizioneranno in un modo o nell’altro il responso delle urne. E’ un fatto innegabile e non servono i sondaggi – che danno in salita Marine Le Pen – per confermarlo. In un caso o nell’altro, gli attentati terroristici di matrice islamica, con la loro tragica potenza, sono un condizionamento su tutto: sull’economia, sulla politica, sul nostro tempo libero, sulla nostra sicurezza, sulla nostra vita. Macron, Le Pen, Fillon, Melenchon? Nel responso anche la voce e il peso dell’Isis con i suoi attentati