Sergio Mattarella

“Sono trascorsi quarant’anni dal vile assassinio per mano mafiosa di Giuseppe Fava, giornalista che ha messo la sua passione civile al servizio della gente e della Sicilia, impegnato nella battaglia per liberarla dal giogo della criminalità e dalla rete di collusioni che consente di perpetuarlo. La mafia lo uccise per le sue denunce, per la capacità di scuotere le coscienze, come fece con tanti che, con coraggio, si ribellarono al dominio della violenza e della sopraffazione e dei quali è doveroso fare memoria”. Così il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, a 40 anni dall’assassinio di Fava. “Fava – rimarca il Capo dello Stato – ha fatto del giornalismo uno strumento di irrinunciabile libertà. L’indipendenza dell’informazione e la salvaguardia del suo pluralismo sono condizione e strumento della libertà di tutti, pietra angolare di una società sana e di una democrazia viva. Un impegno e un sacrificio a cui la Repubblica rende omaggio”.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella dimostra ancora una volta il suo grande senso dello Stato e la sua fortissima sensibilità istituzionale. La presenza all’apertura del Festival canoro più importante del mondo assume un grande significato nella prospettiva di una unità che rimane il valore più importante per la tenuta sociale dell’Italia. Non mancano in questa congiuntura gli elementi di rischio nel segno di una frammentazione tra le varie regioni. La difficile congiuntura dovuta a incertezze nell’economia, nell’occupazione e nella produzione, legate a fattori esterni come il conflitto russo-ucraino e alla crisi energetica, il ritorno della guerra fredda tra le grandi potenze mondiali, l’euroscetticismo legato agli scandali di Bruxelles, sono tutti fattori di destabilizzazione che non lasciano presagire nulla di buono. Ebbene, in questo contesto, il primo messaggio che le istituzioni non possono che far pervenire, é quello di essere una comunità che affronterà queste emergenze nella massima unità e condivisione, nella consapevolezza di essere un grande Paese che ha risorse immense e che, nei momenti, difficili, rivela generosità e coraggio. La presenza del capo dello Stato in una manifestazione popolare come é sempre stato il festival di Sanremo, questo vuol dire: sebbene nelle differenze e nel pluralismo, nei contrasti e nelle divergenze, siamo un’unica cosa e il nostro destino non può che essere comune.

Non c’é mai stato un presidente della Repubblica di sesso femminile. Questo é un fatto. E’ stato un bene, é stato un male? Chi può dirlo? Oggi, alla vigilia dell’elezione del nuovo capo dello Stato, da più parti si chiede che il sostituto di Sergio Mattarella sia una donna, competente, qualificata, di grande autorevolezza e prestigio. Ritengo anche io che oggi sia il momento giusto perché ciò avvenga. Sarebbe il giusto riconoscimento per l’altra metà del cielo, per tutte quelle donne che anelano una rappresentanza – la più alta e importante della Repubblica – nella quale riconoscersi ancora di più. Ma, ciò che più conta, una donna sul colle più alto di Roma, assumerebbe il significato della legittimazione della femminilità nella rappresentanza dell’unità del Paese, della coesione sociale, della solidarietà fra le diverse parti della nazione. Una sfida culturale, una vittoria e una rivincita per tutte quelle donne che sono state penalizzate nel lavoro, nelle professioni, nella società per il solo fatto di non essere uomini. La politica, gli elettori del capo dello Stato hanno oggi una occasione storica per riconnettersi al Paese reale, per far propria la questione femminile e per elevarla al rango che merita.

Quale significato assume la scelta del presidente Sergio Mattarella che darà, con ogni probabilità, l’incarico di formare un governo a Mario Draghi? Sicuramente quello del ritorno della competenza per i ruoli istituzionali più importanti. Non é poco. Negli ultimi anni qualcuno, in modo strumentale e funzionale alla propria pochezza culturale e biografica, ha cercato di farci credere che la preparazione culturale, l’acquisizione di competenze ed esperienze professionali fosse un ingombro, un peso, un onere. Il risultato di questa impostazione lo abbiamo vissuto sulla nostra pelle, con l’approssimazione e la superficialità di molti esponenti politici. Il contesto generale è drammatico: ci troviamo nel pieno di una emergenza sanitaria ed economico-finanziaria. Senza considerare le ripercussioni sul fronte occupazionale, con licenziamenti che sono prossimi e che non faranno che aggravare le tensioni sociali. Proprio per questo la chiamata alle armi di Mario Draghi risponde a questa esigenza. Ci attendono scelte difficili, impopolari. Dovranno essere individuate le migliori strategie per l’impiego delle risorse europee. Occorre competenza, coraggio, lungimiranza. E chi meglio di Mario Draghi?

Dopo il servizio andato in onda nell’ultima puntata del programma ‘Non é l’Arena’, su LA7, per raccontare la città di Partanna (Trapani) a quasi trent’anni dalla coraggiosa denuncia contro la mafia da parte di Piera Aiello e Rita Atria, il sindaco, Nicolò Catania, anche a nome della Giunta, chiede in una nota “di poter esercitare il diritto di replica”. Secondo Catania “l’immagine dipinta dal servizio andato in onda nel corso del programma condotto da Massimo Giletti è l’impietoso riflesso di un modo di fare ‘informazione distorta’ attraverso la creazione di stereotipi e falsi spaccati che nulla raccontano della realtà”. Catania aggiunge: “La città mostrata in quel servizio non è la nostra Partanna ma il prototipo di una Sicilia mafiosa e omertosa, un servizio che ricostruisce un set su cui girare un film che ripropone il deleterio loop del siciliano che niente vede, niente sente e niente dice”. Un servizio “che butta fango su un intero territorio – ancora il sindaco di Partanna – accompagnato dalle affermazioni di tale Sallusti, profondamente offensive per il popolo siciliano tutto: uno ‘spettacolo’ – ancora Catania – deplorevole che ha suscitato lo sdegno nei cittadini partannesi e in tutti coloro che Partanna conoscono, non solo per i preconcetti offensivi profusi gratuitamente ma per lo svilimento di un’intera comunità che ogni giorno lavora per costruire un futuro che possa consentire ai propri giovani di affermarsi nella propria terra con sani principi e nel rispetto della legalità”. Per Catania “una ‘corretta’ informazione avrebbe raccontato che Partanna è stato recentemente il luogo prescelto dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per le celebrazioni del 50mo anniversario del sisma nella Valle del Belice, evento straordinario da solo bastevole a certificare l’onorabilità di una città”. Una “vera informazione avrebbe ritratto le numerose ‘reali’ facce di una città che con consapevolezza – ancora il sindaco – continua a puntare all’innovazione costante e generalizzata per concorrere alla promozione e all’affermazione di un territorio dalle notevoli potenzialità economiche, culturali e naturali”. Per Catania, quindi, “montare un servizio che, attraverso un mix di immagini registrate anche in territori diversi da quello di Partanna non racconti come la città miri alla valorizzazione del proprio patrimonio storico-artistico e monumentale” e “senza parlare delle molte altre attività nell’ambito delle quali la nostra cittadina – ancora il sindaco – si è distinta a livello non solo locale o regionale, ma addirittura nazionale, significa fare un torto a tutti gli italiani perpetuando stereotipi e spacciando per informazione un pessimo servizio”. Da Catania, infine, anche un “rammarico” perché “constatiamo – dice – come Piera Aiello abbia perso l”occasione per raccontare la vera Partanna che in ogni occasione l’ha sempre accolta con rispetto ed empatia manifestandole apprezzamento ed incoraggiamento”. Il sindaco della cittadina trapanese sottolinea poi le “le numerose preferenze che, come citato nel corso della trasmissione, l’onorevole Aiello ha raccolto sul nostro territorio” e che secondo Catania “testimoniano il supporto e l’apprezzamento che la sua terra d’origine ha voluto dimostrarle affidandole il ruolo di rappresentarla nella sede istituzionale del Parlamento e dandole l’opportunità di proseguire le sue battaglie per affermare la legalità”. Catania, infine, conclude: “Riteniamo di denunciare con forza e determinazione un calunnioso attacco mediatico che ha demolito in 60 secondi anni di lavoro, di impegno e di lotta di comunità oneste e di amministratori lungimiranti che chiedono il diritto di replica al fine di poter ristabilire la verità”.

“Il ‘Manifesto della Razza’ firmato da professori, medici, intellettuali, venne fatto proprio dal fascismo il 25 luglio di 80 anni or sono. Questa presa di posizione rimane la piu’ grave offesa recata dalla scienza e dalla cultura italiana alla causa dell’umanita’. La aberrazione dell’affermazione della supremazia di uomini su altri uomini considerati di razze inferiori, la volonta’ di dominio che esprimeva, la violenza, segregazione, pulizia etnica che portava con se’, avrebbero segnato nel profondo la storia del XX secolo e, con essa, la coscienza dei popoli”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “La finalita’ era dare al razzismo basi scientifiche, con un atto di servilismo verso il regime e il suo potere dittatoriale, con un capovolgimento dell’etica umana – aggiunge il capo dello Stato -. Le responsabilita’ degli intellettuali che lo sottoscrissero, e dei larghi settori della societa’ italiana che assistettero indifferenti a questo scempio dei diritti di cittadini italiani, non possono essere taciute. Il Manifesto apri’ in Italia la porta alle leggi razziali, suggellando cosi’ nel piu’ infame dei propositi quel patto con il nazismo che semino’ morte, distruzione e sofferenze in tutta Europa. Sperimentate con le misure attuate nelle colonie africane nei confronti di quelle popolazioni, le leggi razziste, nonostante le robuste radici – umanistiche e spirituali – della millenaria civilta’ italiana, portarono alla feroce persecuzione degli ebrei, presupposto di cio’ che, presto, sarebbe divenuto l’Olocausto”. “Allo stesso modo si accani’ contro Rom e Sinti, e anche quelle mostruose discriminazioni sfociarono nello sterminio, il porrajmos, degli zingari. Una pagina infamante, riscattata con la solidarieta’ di pochi durante le persecuzioni, la lotta di Liberazione, con la Costituzione repubblicana, con il sangue, il sacrificio, l’unita’ del nostro popolo attorno a ideali di eguaglianza, democrazia, pace e liberta’ – conclude Mattarella -. Il veleno del razzismo continua a insinuarsi nelle fratture della societa’ e in quelle tra i popoli. Crea barriere e allarga le divisioni. Compito di ogni civilta’ e’ evitare che si rigeneri: le liberta’, la pari dignita’, il rispetto per l’altro, la cooperazione, l’integrazione e la coesione sociale sono le migliori garanzie di un domani di armonia e progresso. Ogni teoria di razza superiore – o di razza accompagnata da aggettivo diverso da umana – non deve piu’ avere cittadinanza: cio’ che e’ accaduto rappresenta un monito perenne e segna un limite di disumanita’ che mai piu’ dovrà essere varcato”.

E alla fine la montagna ha partorito il topolino. Un tecnico, Giuseppe Conte, dal curriculum di fantasia chiamato da Di Maio e Salvini alla guida del prossimo governo, con il solo argine rappresentato dal Quirinale. L’opposizione a questa diarchia é in condizioni pessime. Berlusconi comincia a realizzare di essere stato abbandonato da Salvini che pensa di avere già in tasca non solo la leadership del centrodestra, ma anche quella del Paese, forte di un successo su tutto il territorio nazionale e di un confronto con Di Maio che lo vede prevalere sotto ogni aspetto. ‘Il mondo – dice Giuliano Ferrara – già ride di noi’ e non si capisce perché non dovrebbe. Le premesse sono le peggiori, sia sul fronte dei conti, sia su quello del rispetto e della considerazione dell’Unione europea. La realtà ci dice che il Paese oggi é nelle mani della demagogia e della sostanziale incompetenza. Sergio Mattarella é solo e rappresenta il buon senso, il rispetto delle istituzioni e la buona politica. Lunga vita a Sergio Mattarella. Ne abbiamo davvero bisogno

Sergio Mattarella ci proverà ancora una volta. Lunedì prossimo 7 maggio, in un’unica giornata, svolgerà infatti nuove consultazioni con tutti i partiti per tentare di trovare una maggioranza di governo. Lo ha annunciato oggi con una nota che non nasconde sconcerto e forse anche qualche critica velata allo scarso senso di responsabilità delle forze paralmantari “A distanza di due mesi – si fa sapere infatti dal Quirinale – le posizioni di partenza dei partiti sono rimaste immutate. Non e’ emersa alcuna prospettiva di maggioranza di governo. Nei giorni scorsi e’ tramontata anche la possibilita’ di un’intesa tra il Movimento 5 Stelle e il Pd. Il presidente Mattarella svolgera’ nuove consultazioni, in un’unica giornata, quella di lunedi’ per verificare se i partiti abbiano altre prospettive di maggioranze di governo”

M5S e Lega, in quanto vincitori delle elezioni politiche, hanno non solo il diritto ma anche il dovere e la responsabilita’ di fare un governo. Ne e’ convinto Franco Frattini, ex ministro dei governi Berlusconi e attuale presidente del Sioi. Frattini non si espone riguardo alle insistenti voci che lo danno come possibile premier nel caso in cui il presidente Mattarella dovesse decidere di affidare l’incarico a una cosiddetta ‘riserva della Repubblica’: “Ho assoluta fiducia in Mattarella – dice Frattini in un’intervista all’AGI – e della sua capacita’ di condurre le consultazioni nel modo migliore per il Paese”. La lettura di Frattini dell’attuale situazione politica e’ chiarissima: “Coloro che hanno vinto le elezioni hanno la responsabilita’, non soltanto l’onore, di governare il Paese, e ritengo che abbiano dato gia’ un segno di intesa importante sulla presidenza delle due camere. Sia Salvini che Di Maio, senza dimenticare il ruolo che comunque Berlusconi sta giocando, sono riusciti a definire in tempi molto rapidi presidenze delle Camere e uffici di presidenza”.  A parere di Frattini, “e’ evidente che la partita del governo e’ molto piu’ delicata, ma, osservando la situazione politica dall’esterno, dico che ancora non hanno tirato fuori le carte, che usciranno solo quando il presidente della Repubblica comincera’ le consultazioni. E conoscendo il suo rigore costituzionale, sono certo che davanti a lui nessuno dei leader vincitori avra’ il coraggio di giocare a nascondino e di non dire le cose. Sono fiducioso della capacita’ di Mattarella di condurre questa fase”. Quanto all’eventuale ruolo che Frattini potrebbe giocare in un possibile governo di coalizione, l’ex ministro di Berlusconi non si sbilancia: “Nessuna previsione, nessuna anticipazione. Ho assoluta fiducia nel presidente Mattarella – ha spiegato Frattini all’Agi – e nella sua capacita’ di condurre le consultazioni nel modo migliore per il Paese. Immaginare ora le conclusioni a cui il capo dello Stato potrebbe arrivare – conclude Frattini – sarebbe addirittura assurdo, sapendo che Mattarella e’ persona di assoluto rigore costituzionale”.

“Ogni energia va profusa per impedire che le donne diventino il bersaglio dell’odio e del risentimento”: così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenendo alla cerimonia per l’8 marzo al Quirinale. “Contro il femminicidio – aggiunge il capo dello Stato – occorre puntare sull’educazione”.