Si dice che i clienti abbiano sempre ragione. Lo stesso dovrebbe valere, mutatis mutandis, per gli elettori. E allora, in base a questo principio, possiamo lecitamente affermare che Grillo e i suoi adepti conquistano a ragion veduta Roma e Torino, con i sindaci Virginia Raggi e Chiara Appendino e che il premier Matteo Renzi incassa una sonora sconfitta politica, accontentandosi di una risicata vittoria di Sala su Parisi a Milano. Le elezioni comunali hanno sempre avuto valore politico, piaccia o meno. Da un voto di protesta si passa ad un voto di delusione: gli elettori o se ne stanno a casa o votano per le forze politiche antisistema. Vedremo se i 5Stelle saranno capaci di amministrare: sinora, laddove lo hanno fatto, hanno lasciato a desiderare. Chi scrive non si fida né del M5S né delle sue ricette salvifiche, diffidando di un movimento-partito che non ha democrazia interna e che ha la presunzione sciocca di lanciare una ruffiana offerta pubblica di acquisto (Opa) sull’onesta’. Il quadro politico è quantomai confuso e l’appuntamento del referendum può’ schiarirlo solo parzialmente. Il segretario del Pd nonché Premier, Renzi, esce ridimensionato da questa tornata elettorale, e può contare solo sul fatto che, ad oggi, una vera alternativa politica a lui e alla sua rabberciata maggioranza, non si intravede.