“Non possiamo che rallegrarci per l’iniziativa di Unar e del ministro Orlando che di fatto riapre un dibattito che la politica attraversa purtroppo in maniera ancora discontinua, perciò inefficace”. Con queste parole Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, commenta l’incontro che si è svolto questa mattina alla sede del ministero della Giustizia a Roma, promosso da Unar e dal ministro Andrea Orlando con numerose associazioni attive nel contrasto alle discriminazioni, per avviare una discussione e azioni comuni di contrasto al cosiddetto hate speech online, ovvero alle incitazioni all’odio che inquinano social media e web. “Per quanto riguarda le persone lgbti – spiega Piazzoni -, non possiamo non sottolineare il permanere dell’assenza di una legge che definisca aggravanti per i crimini e le parole d’odio commesse nei loro confronti: la legge contro l’omotransfobia giace, in una formulazione ambigua e insufficiente, alla commissione giustizia del Senato da più di mille giorni e non sembrano essere in campo proposte alternative per riaprire quella discussione. Quella legge resta un nodo urgente, perché rappresenta il presupposto giuridico e culturale per qualsiasi azione voglia essere messa in campo. Bene allora l’incontro di oggi, che riaccende i riflettori sul tema, ma crediamo che vada sottolineato nelle premesse che questo percorso ha bisogno che il Parlamento faccia con urgenza la sua parte”. “Con piacere abbiamo accolto l’invito delle istituzioni a collaborare per la messa in campo concreta di azioni di prevenzione e contrasto del fenomeno dell’hate speech, in particolare quello che imperversa sulla rete: le persone lgbti sono tra i bersagli privilegiati di molti dei fenomeni già codificati, come il cyberbullismo o il cyberstalking”, continua Piazzoni.