“Nonostante gli sforzi del Governo e delle altre istituzioni, la questione meridionale e’ ancora la “questione nazionale”. Ed il sacrificio dei contadini di Portella della Ginestra e dei loro familiari e’ ancora vivo e rimane da esempio per chi si batte per la giustizia sociale, contro le diseguaglianze, i soprusi, le mafie”. Lo sottolinea la Segretaria Generale della Cisl, Annamaria Furlan, dalle colonne de “L’Unita’” alla vigilia del Primo Maggio che Cgil, Cisl, Uil celebranno quest’anno in Sicilia a Portella della Ginestra. “Per tornare a guardare con ottimismo al proprio futuro, l’Italia deve mettere il lavoro al primo posto. Il lavoro e’ il valore unificante e fondativo del nostro paese, cio’ che garantisce la dignita’ della persona, i suoi bisogni, le sue prerogative. Sono gli stessi principi fondamentali per cui i contadini meridionali lottavano settanta anni fa contro lo sfruttamento incivile nei campi, l’arroganza dei datori di lavoro di quel tempo, le connivenze della mafia”, aggiunge la leader della Cisl. “Da allora tante cose sono cambiate nella societa’ italiana. Conquiste importanti sono arrivate sul piano dei diritti e delle garanzie occupazionali grazie alle lotte del movimento sindacale. Ma in Italia ci sono piu’ di tre milioni di disoccupati, il lavoro dei giovani e la sua sicurezza sono ancora da conquistare in molte zone del nostro paese dove le piaghe del caporalato e dello sfruttamento della manodopera non sono state mai estirpate. Il lavoro e’ cio’ che rende libere le persone dal ricatto della malavita, quello che rende davvero la persona completa, le permette di esprimersi, di contribuire al bene comune. Senza lavoro non c’e’ sviluppo, progresso, liberta’”.