Italia

Secondo fonti della Farnesina “Non c’e’ alcun accordo con l’Italia nell’ambito del patto bilaterale tra Israele e l’Unhcr per la ricollocazione, in cinque anni, dei migranti che vanno in Israele dall’Africa e che Israele si è impegnata a non respingere”. La risposta giunge dopo che Benjamin Netanyahu ha annunciato la sospensione dell’intesa con l’Alto commissariato dell’Onu per il ricollocamento in Paesi occidentali di migliaia di migranti africani che sono in Israele. In nottata il premier aveva reso noto su Facebook di essere sensibile alle critiche mosse dagli abitanti dei rioni poveri di Tel Aviv che vedono la concentrazione di migranti. Ma pressionin, secondo i media, sono giunte anche da esponenti del Likud, il partito di Netanyahu, e dal partito nazionalista Focolare ebraico. L’accordo riguarda complessivamente 16.250 migranti eritrei e sudanesi, di cui 6.000 nel primo anno. Italia, Germania, Canada sono alcune delle destinazioni che indicate dal premier israeliano per la ricollocazione dei migranti.

L’Italia allenata dal nuovo ct Di Biagio ieri è stata battuta dall’Argentina nell’amichevole che si è giocata a Manchester. Gli azzurri nel finale hanno subito le reti di Banega e Lanzini. Oltre all’esordio di Di Biagio in panchina, prima volta nella nazionale di calcio anche per Chiesa e Cutrone. Martedì per l’Italia ci sarà a Londra la sfida contro l’Inghilterra. Prima della partita ieri un minuto di silenzio per ricordare Davide Astori, il  capitano della Fiorentina scomparso nei giorni scorsi.

Chiunque governera’ l’Italia distruggera’ l’euro dall’interno: se ne dice convinto, sul quotidiano britannico “The Telegraph”, il commentatore specializzato in affari europei Ambrose Evans-Pritchard, che in questi giorni e’ a Roma per seguire da vicino l’evoluzione della situazione politica italiana dopo le elezioni che domenica scorsa 4 marzo hanno dato la vittoria ai partiti populisti ed euroscettici. Secondo Evans-Pritchard, i mercati finanziari internazionali sbagliano a sottostimare le conseguenze del voto italiano scommettendo sul fatto che i cosiddetti “poteri forti”, l’eterna classe dirigente al potere nella Penisola, rimetteranno in piedi un altro governo tecnocratico a dispetto di quanto accaduto e della rabbia espressa dagli elettori. Al netto dei violenti sentimenti anti-Ue del quotidiano britannico “The Telegraph”, il quale spera in ogni occasione che un fallimento dell’Unione europea si tramuti in un successo della Brexit, e’ un fatto che le due piu’ probabili soluzioni del dilemma politico italiano vedrebbero comunque la nascita di un governo guidato da una forza anti-sistema: o un esecutivo diretto da Matteo Salvini, il leader della Lega, il piu’ euroscettico partito della coalizione di centro-destra, oppure un governo dominato dal Movimento 5 stelle (M5s) di Luigi Di Maio a cui lo sconfitto Partito democratico (Pd) farebbe da ruota di scorta. Quest’ultima opzione, secondo Ambrose Evans-Pritchard, e’ quella vista al momento con maggior favore dai summenzionati “poteri forti”: ma le autorita’ di Bruxelles, gli investitori finanziari internazionali e il tradizionale establishment filo-Ue italiano, scrive l’opinionista del “Telegraph”, andranno incontro a una feroce delusione se sperano che le “mosche cocchiere” del Pd riusciranno ad annacquare la forza dirompente del populismo anti-europeo di cui il M5s e’ portatore.

“Non possiamo pensare di cambiare l’Italia se non coinvolgiamo la popolazione delle periferie. Se li lasciamo in un limbo. Qualcosa, in passato, non ha funzionato in alcune realtà periferiche dove abbiamo perso capacità di consenso e indirizzo”. Così il ministro dell’Interno Marco Minniti da Bologna. “Dobbiamo partire da coloro che vivono in periferia perché sono il popolo italiano – sottolinea – e un partito che si chiama democratico, se non si occupa del popolo e dei più deboli, non si capisce cosa ci sta a fare. Dobbiamo occuparcene con la forza di un progetto politico”. “Rispetto a una persona che ha paura, un sentimento molto intimo e profondo – ha spiegato Minniti – quale dev’essere l’atteggiamento di una grande forza si sinistra? Stare accanto a chi ha paura, ascoltarlo. Poi è qui la differenza radicale tra noi e i populisti, la sinistra riformista cerca di liberare le persone dalle loro paure mentre i populisti fanno finta di ascoltare per tenere la gente incatenata alle loro paure”.

In Italia la crescita del Pil rimarra’sostanzialmente stabile all’1,5% nel 2018 e scendera’ all’1,3% nel 2019. Lo afferma l’Ocse nelle prospettive economiche 2018. Secondo l’organismo internazionale, il motore della ripresa è ancora da individuare nei i consumi privati che daranno effetti positivi su investimenti ed export.

La stabilita’ e la crescita del nostro Paese “non dipendono da questa o quella situazione politica”, ma “sono basate sulla capacita’ e sul lavoro”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni all’inaugurazione dell’ampliamento del polo industriale della Icr di Lodi. Quelli dell’azienda di cosmetici sono stati “investimenti giusti, tanto che in due anni sono venuti due diversi premier”. “La stabilita’ e la crescita del Paese vanno al di la’ di questa o quella situazione politica, sono basate sulla capacita’ e sul lavoro” ha detto Gentiloni.

L’Italia ha bisogno di una legge elettorale. Lo hanno sottolineato il ministro per i rapporti con il Parlamento, Anna Finocchiaro, e il presidente del gruppo Pd del Senato, Luigi Zanda, durante la riunione dei senatori, che si e’ svolta stamattina. Fare la legge e’ responsabilita’ della politica, ha sottolineato Zanda, senza mancare di osservare che sul Rosatellum c’e’ la convergenza della maggior parte delle forze politiche. Il capogruppo avrebbe risposto anche al senatore Walter Tocci che avrebbe insistito sulla necessita’ di coinvolgere il Senato anche prima che la riforma arrivasse a Palazzo Madama, dopo l’ok della Camera: nessuna espropriazione del secondo ramo del Parlamento, tant’e’ che se ne sta discutendo. Finocchiaro avrebbe insistito sul fatto che senza una riforma si andrebbe a votare con due ‘monconi’ di leggi diverse

Ermete Realacci, deputato Pd e grande amico del premier Paolo Gentiloni, oggi ha raccontato in radio di come vive il rapporto con l’ex Ministro degli Esteri, ora che ricopre questo ruolo così importante. Alla domanda “Lei è il migliore amico di Paolo Gentiloni. Come sta il premier?” ha risposto: “Sta facendo un gran lavoro, il suo è un lavoro duro ma che sta facendo benissimo”. E’ stressato ed affaticato? “Non è certo una passeggiata quello che fa…” Avete fatto le vacanze insieme? “Quali vacanze può permettersi un Presidente del Consiglio?” Ogni quanto vi sentite? “Ci sentiamo e ci scambiamo messaggi via sms, ci sentiamo insomma”. Cenate spesso insieme? “Qualche volta abbiamo cenato da lui e qualche volta fuori. Ma molto poco, il suo lavoro è impegnativo”. Ha fatto meglio il premier Renzi o sta facendo meglio Gentiloni? “In questa fase Paolo è quello che all’Italia serviva, c’era voglia di qualcuno che fosse più inclusivo. Ma lui – ha detto a Un Giorno da Pecora Rai Radio1 – sta lavorando sulla base di quello che ha fatto Renzi”

Con oltre 90.000 morti premature e 1.500 decessi per milione di abitanti l’Italia e’ tra i peggiori paesi europei per l’inquinamento atmosferico, che fa piu’ morti degli incidenti stradali. Queste, in estrema sintesi, le conclusioni del Report sulla qualita’ dell’aria, la ricerca realizzata dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile in collaborazione con Enea e con la partnership delle Ferrovie dello Stato. La qualita’ dell’aria nelle citta’ italiane, nonostante i miglioramenti dovuti alle tecnologie, alle nuove regolamentazioni, a un mix energetico migliore e a carburanti piu’ verdi, resta sempre critica soprattutto in alcuni hot spot. Non solo il bacino padano – da Torino a Venezia – ma anche l’area metropolitana di Roma, quella di Napoli, l’area del frusinate, la Puglia, la costa sud est della Sicilia. I responsabili dell’inquinamento delle citta’ italiane? Secondo il report, il traffico stradale, ma anche l’agricoltura e il riscaldamento a biomasse legnose.

L’Italia passa al Portogallo il comando della Forza marittima europea (Euromarfor). Il passaggio di consegne tra il Comandante in Capo della Squadra Navale italiana, Ammiraglio di Squadra Donato Marzano e il Comandante della Flotta portoghese (Comandante Naval) Ammiraglio di Squadra Henrique Gouveia E Melo è avvenuto a Lisbona il 19 settembre scorso davanti a una rappresentanza di unità navali ed equipaggi di Francia, Italia, Portogallo e Spagna.
La cerimonia, presieduta del Capo di Stato Maggiore della Difesa del Portogallo, Generale Artur Neves Pina Monteiro, si è svolta alla presenza dei vertici militari dei Paesi della Euromarfor, tra cui il Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, Ammiraglio di Squadra Valter Girardelli e di autorità civili e militari.
L’Italia cede il comando assunto il 15 settembre del 2015. Nel biennio di comando italiano, la Forza Navale ha partecipato all’operazione Atalanta e ad attività addestrative finalizzate al dialogo e alla cooperazione con i paesi del Mediterraneo, in particolare con la Tunisia e il Marocco durante le Multicooperative Exercise 16 e 17.
Ha dichiarato l’Ammiraglio Marzano nel suo discorso di commiato: “durante la recente attivazione di maggio, con 9 navi provenienti dalle quattro nazioni è stato realizzato il più significativo gruppo navale Euromarfor degli ultimi anni, impegnato in attività addestrative nelle principali forme di lotta, compresa la guerra alle mine e nella cooperazione con i partner nord africani a dimostrazione che Euromarfor è una realtà concreta, pronta ad operare in mare negli interessi nazionali ed europei.”
Il Capo di Stato Maggiore della Difesa, generale Claudio Graziano ha espresso il suo personale ringraziamento all’Ammiraglio Marzano “per l’egregio lavoro svolto per l’Italia al servizio dell’Europa, che in questo particolare momento di crisi nell’area mediterranea è chiamata a svolgere il suo ruolo di fornitore di sicurezza anche attraverso la promozione di  collaborazioni tra le forze per incrementarne ulteriormente capacità e interoperabilità, necessarie per la piena sicurezza dei nostri Paesi”.
Euromarfor è una forza navale – non permanente –  costituita  il 15 maggio 1995 da Francia, Spagna, Italia e Portogallo in grado di assolvere le principali missioni definite nella Dichiarazione di Petersberg, quali il controllo marittimo, assistenza umanitaria e di evacuazione di popolazioni, mantenimento e riacquisizione delle condizioni di pace e di gestione delle crisi.
L’attività di Euromarfor è inoltre tesa a rafforzare la cooperazione con le nazioni del Mediterranean Dialogue (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Mauritania, Marocco and Tunisia) e dell’iniziativa 5+5 (che vede coinvolte dieci nazioni del Mediterraneo occidentale: Algeria, Francia, Italia, Libia, Malta, Mauritania, Marocco, Portogallo, Spagna e Tunisia).