Lega

“E alla fine, dopo 80 giorni, ci siamo. Nel tempo necessario a fare un celebre giro del mondo letterario, l’alleanza tra Lega e Beppe Grillo ha piu’ modestamente scritto un contratto e partorito il governo delle larghe intese populiste. Giuseppe Conte e’ il presidente del Consiglio incaricato: gli ho fatto un grande in bocca al lupo. Opposizione dura e rigorosa, ma civile. E rispettosa delle istituzioni, sempre. Adesso loro diventano il potere, loro diventano l’establishment, loro diventano la casta. Non hanno piu’ alibi, non hanno piu’ scuse, non hanno piu’ nessuno cui dare la colpa. E’ finito il tempo delle urla: tocca governare. Ne saranno capaci? Auguri e in bocca al lupo a tutti noi”. Cosi’ il senatore del Pd Matteo RENZI nella enews. “Sarebbe estremamente facile per noi giocare sulle incoerenze che caratterizzano la nuova maggioranza. Ci hanno spesso rinfacciato le mie contraddizioni, a cominciare dal non aver abbandonato la politica dopo il referendum. Tutte cose alle quali ho risposto nel merito ma che i nostri avversari liquidavano con ‘Noi siamo coerenti, voi no’. Da oggi non se lo possono piu’ permettere. Perche’ devono governare l’Italia, non strillare su Facebook. E se cercate l’incoerenza, da oggi, la troverete davvero”, aggiunge RENZI.

Il presidente della societa’ di consulenza Eurasia Group, Ian Bremmer, in una intervista a “La Stampa” parla del nuovo governo gialloverde con molto scetticismo: “Non durera’ a lungo, per due motivi: primo, gli elettorati di M5S e Lega hanno interessi divergenti, e queste contraddizioni diventeranno ingestibili; secondo, gli obiettivi economici non sono realizzabili, perche’ mancano le risorse”. Bremmer, in una recente nota ai suoi clienti, ha scritto che la comune avversione per l’establishment non bastera’ a tenere insieme M5S e Lega: “Il loro approccio all’economia e’ la differenza piu’ significativa. Entrambi favoriscono l’espansione fiscale, la Lega tagliando le tasse, e M5S spendendo nel welfare. Ovviamente sono politiche che aiutano elettorati diversi. M5S, almeno in privato, e’ piu’ pragmatico e conscio dei limiti della politica fiscale; la Lega e’ piu’ bellicosa nella sfida all’Unione europea, che impone disciplina”. Le diverse demografie dei due partiti potrebbero far nascere una nuova coalizione populista, capace di governare l’Italia e diffondersi in altri Paesi europei: “E’ difficile, viste non solo le differenti strutture dei due partiti, ma anche i gruppi specifici e le persone che si aspettano benefici dalle loro politiche divergenti. Nel tempo, potrebbe accadere che uno dei due si adattera’, e avra’ piu’ successo. Ma e’ piu’ probabile che questi due elettorati finiscano per litigare sulle risorse sempre piu’ scarse, piuttosto che inventare un nuovo paradigma socioeconomico”.

E alla fine la montagna ha partorito il topolino. Un tecnico, Giuseppe Conte, dal curriculum di fantasia chiamato da Di Maio e Salvini alla guida del prossimo governo, con il solo argine rappresentato dal Quirinale. L’opposizione a questa diarchia é in condizioni pessime. Berlusconi comincia a realizzare di essere stato abbandonato da Salvini che pensa di avere già in tasca non solo la leadership del centrodestra, ma anche quella del Paese, forte di un successo su tutto il territorio nazionale e di un confronto con Di Maio che lo vede prevalere sotto ogni aspetto. ‘Il mondo – dice Giuliano Ferrara – già ride di noi’ e non si capisce perché non dovrebbe. Le premesse sono le peggiori, sia sul fronte dei conti, sia su quello del rispetto e della considerazione dell’Unione europea. La realtà ci dice che il Paese oggi é nelle mani della demagogia e della sostanziale incompetenza. Sergio Mattarella é solo e rappresenta il buon senso, il rispetto delle istituzioni e la buona politica. Lunga vita a Sergio Mattarella. Ne abbiamo davvero bisogno

“Sulle questioni piu’ delicate, piu’ difficilmente realizzabili, stanno annacquando un po’ i contenuti della proposta. Si parla di aliquote fisse invece che la flat tax, e mi chiedo, rispetto alla situazione attuale, cosa cambi sulla fiscalita’. Si parla di un reddito di cittadinanza che non si realizza fino a quando non c’e’ la riforma per i centri per l’impiego. Mi pare che gradualmente ci sia la consapevolezza che tutto cio’ che si era promesso costituisce indebitamento importante e quindi si alleggerisce, e cio’ che puo’ diventare bandiera viene messo come contenuto principale. È una feroce operazione di potere, questo e’ evidente”. Lo ha detto a Sky TG24 Mattina il responsabile della comunicazione del Pd Matteo Richetti, in merito all’accordo di governo tra M5S e Lega. Rispondendo alla domanda se il Pd abbia fatto bene a interrompere il dialogo con il M5S per la formazione di un nuovo esecutivo, Richetti ha spiegato: “La discussione di questi giorni sembra sempre piu’ una discussione tra aziende che devono costruire un piano industriale e non una discussione tra forze politiche che devono condividere un’alleanza su valori e proposte. Anche questo e’ un elemento che allontana la nostra parabola politica, che spero sia di ripresa al piu’ presto, da quello che stiamo vedendo”.

La capacità di governo e quella di mediazione tra le parti, utile per reggere le sorti di un paese, non sono doti che una forza politica può mutuare dal semplice consenso elettorale. Si tratta infatti di quel bagaglio culturale e politico che ogni partito politico può o meno detenere in ragione della sua esperienza amministrativa. Non é un caso che il M5S e la Lega non riescano a trovare una sintesi per la composizione del governo e che si debba assistere al proliferare di veti e di diktat. Governare, cosi come raggiungere un compromesso per la formazione di una giunta di governo, richiede la capacità di andare oltre i propri interessi di parte, rinunciando ad una parte di essi, ed é questo un elemento che deve riguardare tutti i soggetti coinvolti. La situazione di empasse alla quale assistiamo, non é casuale ed é il risultato di una certa politica, incapace di ascoltare le ragioni dell’altro.

Il leader della Lega Matteo Salvini ha convocato per domani mattina a Roma i vertici siciliani di Noi con Salvini, costola regionale del suo partito. Lo si apprende da fonti catanesi dopo l’inchiesta sul voto di scambio e attentato ai diritti politici dei cittadini che ha portato all’arresto di tre persone, tra cui i dirigenti palermitani Salvino e Mario Caputo e di un procacciatore di voti. Tra gli indagati, una ventina in tutto, i coordinatori regionali Alessandro Pagano, deputato confermato alla Camera, e Angelo Attaguile, che si era candidato a sindaco di Catania in vista delle amministrative di primavera. Salvini vuole rendersi conto della situazione e, affermano le stesse fonti, si sarebbe detto pronto a commissariare il movimento in Sicilia dove alle recenti Politiche ha ottenuto quasi il 5,5% dei consensi.

“Non sono preoccupato, non credo ci sia un interesse comune. I due partiti hanno detto cose diverse. La Lega è nostra alleata. Fa parte del centrodestra e punta sullo sviluppo del Paese, sulle infrastrutture e sull’abbassamento delle tasse. Il Movimento 5 Stelle invece ha una ricetta diversa punta sul reddito di cittadinanza, blocco dei valichi ferroviari. Mi pare che da un punto di vista politico le posizioni siano troppo distanti e sarebbe una confusione che non aiuta nemmeno la politica di questo Paese in generale”. Lo ha detto Giovanni Toti, Presidente della Regione Liguria alla presentazione del primo collegamento FrecciaRossa tra Milano e Genova alla stazione Centrale, parlando del possibile avvicinamento tra Lega di Salvini e M5S. “Poi penso che le forze politiche debbano dialogare civilmente su tutto – ha aggiunto Toti – ma una cosa sono le istituzioni e un’altra è il Governo. Abbiamo fatto una campagna dicendo agli elettori certe cose, io credo che a questo punto ci voglia la serietà di dire a quegli elettori se quelle cose si possono fare, con chi è in quali termini” ha aggiunto, ribadendo di fidarsi “da molti anni della Lega. Ci governo molto bene tutti i giorni. Mi pare che Lombardia e Veneto facciano la stessa cosa, così come centinaia di comuni. Quindi siamo forti alleati, poi com’è noto, a me piacerebbe anche stringerla di più questa alleanza”. Per il PD, ha anche detto Toti, “valgono le stesse cose che ho detto per il Movimento 5 Stelle. Credo che non abbia nulla a che spartire con la coalizione di centrodestra che ha vinto queste elezioni, con programmi lontanissimi: ius soli, immigrazione, sicurezza, legge sulla legittima difesa, sviluppo. Temo che un governo tra PD e centrodestra sarebbe un governo come quelli che abbiamo visto in questi ultimi cinque anni, non efficace per le ricette che servono a questo Paese”.

“Noi stiamo lavorando ad un programma di governo partendo da lavoro ed emergenza e se su questo programma ci sarà una maggioranza mi prendo il dovere e l’onere di governare. Non ho le smanie di andare al governo con chiunque, se per andare al governo devo portare chi è stato bocciato al voto, allora no”. Così Matteo Salvini nella sua conferenza stampa oggi a Strasburgo al Parlamento europeo.
Io ho detto che il tetto del 3%, che fa parte delle regole, saremo contenti di rispettarlo, ma se devo trovare 31 miliardi di euro per aumentare l’Iva e le accise allora contratteremo con Bruxelles in modo sereno per rispettare le esigenze italiane – ha aggiunto Salvini – L’euro è e rimane una moneta sbagliata, non c’è un’uscita solitaria ed improvvisa, i nostri esperti stanno lavorando ad un piano B”.

“Non temiamo un ritorno al voto; se si torna al voto presenteremo le nostre proposte. Basta non fare un pasticcio. Sarebbe un pasticcio se il Pd governasse con M5S. Meglio che Lega e M5S governino visto che hanno avuto il mandato”. Andrea Romano, deputato Pd, neoeletto nel collegio di Livorno, ai microfoni di ‘6 su Radio 1′ rifiuta l’ipotesi di un esecutivo targato Pd-M5S. “La maggior parte dei militanti del Pd e’ contraria ad un accordo con il M5S. Molti elettori del Pd- aggiunge- sono migrati verso la Lega, come e’ normale che accada; gli elettori devono scegliere cio’ che ritengono piu’ giusto. Alcuni dirigenti hanno auspicato un accordo con i 5 Stelle ma sarebbe delirante dopo anni di governo Pd con i 5 Stelle all’opposizione. Un passante che vede due partiti che sono stati all’opposizione, mettersi d’accordo per una poltrona, penserebbe che la politica sia un teatrino. Io auspico che i 5 stelle governino e che governino bene nell’interesse dell’Italia”, termina.

“Non tutti i desideri diventano diritti. Ognuno e’ libero di esprimere i propri desideri e ne prendiamo atto. Vediamo come e’ cambiata la gerarchia parlamentare all’Ars e in base a quella valuteremo”. Lo ha detto il presidente della Regione, Nello Musumeci, rispondendo ai giornalisti che gli chiedevano se entreranno esponenti della Lega in giunta. “Faccio le congratulazioni agli amici della Lega e agli alleati del centrodestra che hanno saputo mantenere le percentuali di cinque anni fa – ha proseguito – Il paragone con le regionali non regge, alle nazionali c’e’ stato voto d’opinione e trascinamento”.