Legge elettorale

“La legge elettorale non deve fotografare il Paese, ma deve aiutare a formare il Governo”. Così l’ex premier Romano Prodi nel suo intervento durante un evento organizzato dalle Acli milanesi. “La legge elettorale – ha aggiunto – deve aiutare a far sì che l’area conservatrice o l’area riformista riescano a formare il governo”. A chi gli chiedeva se fosse vero che la politica italiana forse potrebbe uscire dall’impasse se ci fosse una legge elettorale in Italia più simile a quella francese ha risposto in modo secco:”tolga il forse”.

“Girando la Sicilia con Cancelleri questa estate mi sono chiesto che cosa ha ottenuto in cambio Alfano per sostenere Micari in Sicilia. Adesso ho capito: Alfano ha barattato una legge elettorale indegna che ha una soglia di sbarramento al 3%, ma non credo che Ap ce la farà”. Così Luigi Di Maio, candidato premier M5S, sul palco di Italia5Stelle a Rimini.

La legge elettorale “e’ una questione che il Parlamento affrontera’, speriamo che ci siano i numeri e decideranno i parlamentari. Pero’ quello che per me e’ fondamentale oggi, e’ discutere di questioni concrete”. Lo ha detto il segretario del partito democratico, Matteo Renzi, intervenuto a Trani per la presentazione del suo libro Avanti. “Si votera’ alla fine di questa legislatura, quando il presidente della Repubblica sciogliera’ le Camere – ha aggiunto – e si tornera’ a votare nel 2018”. Il segretario dem, ai giornalisti che gli chiedevano se si ricandida alla guida del Paese, ha risposto: “Il Partito democratico ha fatto le primarie per scegliere il proprio candidato premier, il punto pero’, il senso di questo viaggio, non e’ buttarla sulle persone ma di ragionare delle idee, dei risultati concreti”. Renzi alla presentazione del libro ha osservato che “nessuno in questo viaggio ha posto il problema della legge elettorale perche’ qui, quando sei in mezzo alla gente, ti parlano di chi non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, delle problematiche delle famiglie che hanno un malato di Alzheimer in casa, sulla non autosufficienza. Ti parlano di come deve funzionare il sistema sanitario: ti parlano di cose vere, dei problemi veri”.

“Il weekend appena trascorso ha ufficialmente dato il via alla campagna elettorale. Il rischio pero’ e’ di arrivare al voto senza una legge elettorale degna di tale nome. Se il Parlamento non riesce a trovare un accordo per modificare l’attuale sistema elettorale sarebbe il fallimento di questa legislatura. E’ l’ultima occasione che abbiamo per dare agli italiani una legge elettorale condivisa dalla maggior parte dei gruppi parlamentari, omogenee tra Camera e Senato, che duri nel tempo e garantisca governabilita’. Abbiamo il dovere di provarci fino alla fine. Tutto si puo’ dire tranne che il PD non ci abbia provato piu’ di ogni altra forza politica, lo faremo ancora”. Cosi’ Francesco Boccia, presidente della commissione Bilancio della Camera, in diretta a L’aria che tira su La7.

“Fare la legge elettorale era un imperativo politico di questa legislatura. Oggi diventa un imperativo morale. Tornare alle urne con il fallimento di ogni tentativo di dare al paese regole condivise sul terreno della rappresentanza e della governabilita’ renderebbe ancora piu’ profondo il discredito della politica”. Lo afferma Gianni Cuperlo, presidente di SinistraDem – Campo Aperto, che aggiunge: “Affrontare il problema posto dai colleghi di Svp e’ possibile, tanto piu’ che tocchera’ al Senato completare l’iter della legge. Ma oggi deve prevalere in ciascuno una responsabilita’ politica. Il punto e’ capire se esiste o no la volonta’ di arrivare in fondo. Non e’ piu’ tempo di rinvii. SinistraDem vuole contribuire a tagliare il traguardo e si impegna a farlo con l’unita’ del Pd e nella ricerca dello schieramento piu’ largo a sostegno di una buona legge”, conclude.

“Anche se la legge elettorale non cambiasse e dunque non prevedesse una coalizione tra liste, il Pd puo’ e deve farsi carico di aprire un ‘cantiere’ in cui far convergere culture politiche, movimenti, associazioni che si riconoscono in alcuni valori fondanti: autentico europeismo, democrazia sociale, solidarieta’, riformismo: Un ‘cantiere’ in cui nessuno debba sentirsi spogliato della propria identita’ e autonomia. Un ‘cantiere’ che torni a costruire il senso dei legami e della comunita’ nei territori. Lo definirei un ‘patto democratico’ che assicuri stabilita’ nei prossimi cinque anni e ponga le basi per una nuova stagione”. Lo afferma Lorenzo Dellai, Presidente di Democrazia Solidale e Capogruppo ‘DeS-Cd’ alla Camera. “In questo quadro, potra’ essere importante il contributo del cattolicesimo democratico e del popolarismo – sottolinea Dellai – attorno al quale sta ritornando attenzione e considerazione, dopo il lungo periodo della archiviazione delle culture politiche. Il Partito democratico sia lungimirante e attivi ora un processo di nuova e vera collaborazione tra forze di centro e di sinistra che si riconoscono tra di loro. Credo che il cattolicesimo democratico e il popolarismo abbiano il dovere di far uscire la politica dalla logica del pragmatismo di breve termine e degli slogan vuoti e rimettere al centro la persona e le comunita’.Nel medio periodo l’assetto della politica e’ destinato a cambiare: e certo si avverte la necessita’ di una nuova presenza della nostra cultura politica. Ma bisogna che il popolarismo, che non e’ mai stata una ideologia, si rigeneri nella comunita’ prima che nelle congetture dell’organizzazione politica. Di sicuro non puo’ rinascere dal rilancio di un centro destra che non e’ lontano da noi solo perche’ alleato con Salvini, ma perche’ ha il Dna dei conservatori inglesi piu’ che quello della Cdu”.

“Io auspico che la legge elettorale venga modificata. Se invece Renzi si incaponira’ e fara’ prevalere le sue strategie sull’interesse del Paese, le regole che ci sono adesso impongono che il centrodestra faccia una lista unica”. Lo dice Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia e vicepresidente del Senato, in un’intervista al giornale online ‘L’Occidentale’. “In tal caso – prosegue – ci si dovrebbe ricollegare all’esperienza del PdL, allargarla anche alla Lega, ma soprattutto migliorare il funzionamento interno e renderla attrattiva dal punto di vista del programma. E’ questo aspetto che determina chi vi debba stare e chi no. I cittadini hanno due interessi: che il Paese sia governato e che chi verra’ chiamato a farlo abbia idee chiare sui nodi strutturali dell’agenda politica”.

“La legge di Bilancio era stata identificata da tutti come il punto clou prima del quale non era possibile andare al voto. Proseguire dopo, mi sembrerebbe improduttivo in una situazione politica così sfilacciata”. Lo ribadisce il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, in un’intervista a ‘La Stampa’. Per quanto riguarda la legge elettorale, “noi lavoriamo per cambiarla, mettendo insieme le quattro forze politiche principali che incontreremo a settembre. È chiaro che non vogliamo altre polemiche, o c’è un accordo di tutti, oppure a qualche settimana dal voto non ci faremo
coinvolgere in uno scontro sulle regole”. Nessun legame sull’esito delle elezioni in Sicilia, perchè, conclude Rosato, “non possiamo aspettare il 5 novembre. Bisogna partire prima. Sul merito lavoreremo per trovare una sintesi”.

“Vedo con piacere che adesso in tanti prendono in considerazione anche l’ipotesi che alle elezioni, se come è possibile resterà questa legge elettorale, ci si presenti con una lista unica del centrodestra. Anche Berlusconi, con cui ho appena parlato, mi pare abbia aperto una riflessione sul tema: ne sono lieto, è la linea che ho sempre considerato come la migliore possibile”. Lo dichiara Giovanni Toti in una intervista al Corriere della Sera. Per quanto riguarda le elezioni in Sicilia e la possibile alleanza con Alfano, il governatore della Liguria afferma: “Ha avuto rapporti altalenanti con Renzi, ma adesso sia chiaro rispetto agli impegni futuri”. “Non credo sinceramente che con le sue posizioni sia portatore di un particolare consenso per il centrodestra, ma in ogni caso sarebbe inaccettabile che Fi, Lega, FdI non esprimessero nell’isola un proprio candidato. Anzi, è ora che Fi, se ritiene di avere l’uomo giusto per vincere, lo tiri fuori”.

“Non voglio ammazzare la legge elettorale, affogandola in un dibattito agostano”. Lo afferma a Repubblica, Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera, aggiungendo che a settembre se ne riparlera’ “all’interno di un dialogo parlamentare”. Dichiara Roato: “Da parte nostra siamo disponibili a fare un accordo con tutti”. A Silvio Berlusconi, che ha rilanciato il sistema tedesco, dice che “se ne riparlera’ a settembre”. Quanto al rapporto con Giuliano Pisapia e il Campo Progressista, Rosato afferma che “e’ un nostro alleato naturale, sul nodo delle coalizioni discuteremo prima al nostro interno”.