Brunetta

Riguardo ai compensi in Rai, “c’è una legge, la 198 del 2016 (Interventi per l’editoria; Ndr), che stabilisce i tetti senza alcuna eccezione, senza alcuna deroga. La stessa legge per la quale il primo presidente della Corte di Cassazione ha un tetto massimo di remunerazione di 240mila euro”. Lo ha detto Renato Brunetta, presidente del gruppo parlamentare di Forza Italia, intervenendo nell’aula della Camera in seguito alla sua interpellanza sulle deroghe per il tetto ai compensi in Rai.

“Il motore del centrodestra ruggisce da tempo. Negli ultimi due anni abbiamo regolarmente vinto le tornate amministrative, e abbiamo sempre aumentato il nostro consenso a scapito del Partito democratico di Renzi e del Movimento 5 stelle di Grillo. Poi, lo scorso 4 dicembre, abbiamo guidato lo schieramento del ‘No’ alla riforma Boschi della Costituzione ad un successo clamoroso e inaspettato – non dal sottoscritto – nelle proporzioni che si sono poi palesate”. Cosi’ Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un’intervista a “Il Dubbio”. “La vittoria a queste ultime amministrative e’ solo la punta di un iceberg cresciuto esponenzialmente e che domenica scorsa ha completato la prima parte della sua mission: abbiamo conquistato roccaforti della sinistra come Genova, La Spezia, Piacenza, L’Aquila, Pistoia, e confermato il nostro buon governo in tante altre realta’. Adesso, il prossimo step sono le elezioni politiche del 2018. Il centrodestra unito e’ in grande salute, forte, determinato e pronto a tornare al governo del Paese. A livello locale sono stati premiate le nostre scelte e la nostra chiarezza, adesso tocca lavorare per trasporre tutto questo anche a livello nazionale. Sediamoci subito intorno a un tavolo per scrivere i programmi unitari della nostra area politica, le proposte che vogliamo fare al Paese e agli italiani. Vedo che finalmente anche Salvini concorda con questa impostazione, io chiedo questo luogo di confronto da mesi e mesi, cosi’ come da mesi chiedo un coordinamento parlamentare tra i gruppi di centrodestra che sarebbe importantissimo per gettare le basi della futura maggioranza. Leadership? Il segretario del Carroccio ama le fughe in avanti, io sono un uomo concreto, un economista, agli slogan preferisco la fredda oggettivita’ dei numeri e dei fatti. Forza Italia e’ il primo partito del centrodestra, e lo ha confermato anche in questa tornata amministrativa. La Lega e’ un partito territoriale, la nostra onda azzurra, invece, ha coinvolto tutto lo stivale, da Nord a Sud, passando per il Centro. Forza Italia ha ottenuto 124 consiglieri comunali in tutta Italia, la Lega ne ha ottenuti 80, Fratelli d’Italia 50, poi ci sono 337 consiglieri comunali eletti nelle liste civiche, in gran parte riferibili a Forza Italia, soprattutto nel Centro-Sud. Quindi, tranquillamente, possiamo dire che Forza Italia e’ il partito traente all’interno del centrodestra, e che questo e’ confermato da tutti i sondaggi che ci vedono stabilmente sopra la Lega: e’ semplicemente la verita’ dei fatti. Ma non vogliamo fare alcuna polemica con i nostri alleati: noi diciamo che una forte Forza Italia, una forte Lega, una forte Fratelli d’Italia, piu’ la forza del territorio attraverso le liste civiche, ci hanno portato alla vittoria e ci faranno vincere anche nel 2018”, conclude Brunetta.

Il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta, ha presentato un’interpellanza urgente al ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, al ministro dell’Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, e al ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, in merito alla “non applicazione da parte del Cda della Rai della legge 26 ottobre 2016, n. 198, sul limite di 240mila euro annui per i compensi di collaboratori, giornalisti e artisti della tivù pubblica”. “L’interpellanza urgente – si legge in un comunicato – già pubblicata agli atti della Camera dei deputati, sarà trasmessa immediatamente dopo la discussione in Aula alla Corte dei Conti, per le opportune e conseguenti valutazioni in merito al possibile danno erariale che questa decisione ‘contra legem’ potrebbe arrecare alle casse dello Stato”. “Il 14 giugno 2017 – scrive il capogruppo azzurro a Montecitorio nel suo atto di sindacato ispettivo – il Consiglio di amministrazione della Rai ha approvato la delibera riguardante il ‘Piano organico di criteri e parametri per l’individuazione e la remunerazione dei contratti con prestazioni di natura artistica’ che, anziché applicare quanto stabilito dalle legge n. 198 del 2016, individua criteri da adottarsi per la definizione di prestazioni per le quali sia possibile il superamento del limite retributivo dei 240mila euro annui”. “Il Piano citato ha sostanzialmente recepito le indicazioni contenute in uno strampalato parere dell’Avvocatura dello Stato, in merito all’interpretazione della legge 26 ottobre 2016, n. 198, che propenderebbe per la tesi che non include i contratti caratterizzati da prestazioni di natura artistica”, sottolinea Brunetta. “La Suprema Corte ha affermato che alla Rai va riconosciuta la natura sostanziale di ente assimilabile a un’amministrazione pubblica nonostante l’abito formale che riveste la società per azioni; ne discende la qualificabilità come erariale del danno cagionato dai suoi agenti, nonché – prosegue – da quelli degli enti pubblici azionisti, con conseguente loro assoggettabilità all’azione di responsabilità amministrativa davanti al giudice contabile”. “L’adozione da parte del Consiglio di amministrazione della Rai della citata delibera prefigurerebbe una responsabilità per danno erariale dei consiglieri stessi considerato che, come stabilito dall’articolo 49 bis del decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, l’amministratore delegato e i Consiglieri di amministrazione della Rai ‘sono soggetti alle azioni civili di responsabilità previste dalla disciplina ordinaria delle società di capitali'”, conclude.

“Il Macron che cerca Berlusconi si chiama Berlusconi. Se c’è un leader che è stato un catalizzatore del centrodestra e ha predicato il moderatismo, quello è lu”. Così Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un’intervista a Il Mattino. “La leadership non può essere che la sua – osserva Brunetta – E sulla sua candidabilità, poi, resto ottimista e non pongo limiti alla provvidenza. Se ci sarà una coalizione, a Palazzo Chigi andrà chi ha preso più voti. Perché è quello che è sempre successo. Perché Forza Italia ha sempre preso più voti degli alleati”. E sull’unità del centrodestra Brunetta risponde: “In una logica inclusiva c’è spazio per tutti, tranne che per i traditori che hanno appoggiato Renzi. Anche perché con i Fitto, i Quagliariello, i Mario Mauro, gli Storace e Alemanno, la Democrazia cristiana di Rotondi, i socialisti di Caldoro, i repubblicani di Nucara e i liberali di De Luca e le tante personalità del civismo territoriale oscilliamo tra il 32 e il 35 per cento. E con il voto utile si può arrivare anche al fatidico 40 per cento”.

“In queste elezioni amministrative abbiamo una grande occasione. Il centrodestra si presenta unito come non mai. A Venezia, nel Veneto, in tutte le realta’ nelle quali si vota in Italia abbiamo una grande compattezza all’interno del centrodestra. E questa e’ una strategia che sta pagando, partita dal livello nazionale e che e’ stata ben recepita anche a livello locale”. Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, durante un incontro pubblico organizzato dagli azzurri con amministratori e attivisti, a Mestre (Venezia). Brunetta ha osservato che il Pd “è in grande crisi. Ha subito una dolorosa scissione, con praticamente tutti gli ex segretari che sono andati via”. E riguardo al futuro del centrodestra: “In Italia da qualche mese tutti i sondaggi segnalano che il Movimento 5 stelle è in forte calo, stanno tornando a quel 25% preso nel 2013. Nel centrodestra, invece, dopo la vittoria del referendum costituzionale dello scorso dicembre, si segnala la crescita di Forza Italia che ha superato la Lega ed è la terza forza a livello nazionale”. Ha concluso il presidente dei parlamentari azzurri a Montecitorio: “Dobbiamo ripartire da qui, dai numeri positivi che ci indicano la strada da seguire. E a queste amministrative abbiamo una grande occasione: vincere in tutte le realtà chiamate al voto. In futuro, ne sono certo, ci sarà una grande ricomposizione del centrodestra, dobbiamo essere pronti”.

“Renziani spudorati! Hanno fatto carne di porco in Rai per referendum, e adesso fanno vittime per un’ospitata di Orlando da Fazio. Vergognosi!”. Lo scrive su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati. “Renziani ridicoli: intimidiscono media la mattina, se non soddisfatti, sparano a palle incatenate pomeriggio. Veri liberali!”, sottolinea in un successivo tweet. E ancora: “Renziani avvelenano la democrazia: ma che la smettano!!! Tanto piu’, parlano piu’ perdono”. “?@chetempochefa @ernestocarbone campione di par condicio: credibile quanto il suo ritiro dalla politica?”, conclude Brunetta.

“Il Consiglio d’Amministrazione delle Rai, anche nell’ultima riunione pre pasquale, ha tenuto il punto, adesso se il governo è davvero intenzionato a sostenere un’eccezione per i compensi delle star, si assuma le sue responsabilità, senza trucchetti e pasticci vari, con l’approvazione di una nuova legge in materia. Vedremo se Renzi, Gentiloni e Padoan, dopo la manovrina di tasse e dopo il Def da presa in giro faranno questo ulteriore affronto ai cittadini italiani. Campo Dall’Orto, la Maggioni, Fazio, Vespa, Giletti, la Clerici, Conti, se ne facciano una ragione. Il Parlamento scrive le leggi, le aziende serie e le pubbliche amministrazioni rispettano le norme vigenti, le norme prevedono un tetto ai maxi compensi nella P.A. e la Rai, che fa parte del pubblico impiego, dovrà adeguarsi, senza se e senza ma, senza prese in giro e senza inganni. Che tutti questi signore e signori vogliano continuare a far di testa loro fuori dalla legge non ha senso giuridico, morale ed etico. Nei confronti del Parlamento e delle istituzioni, nei confronti dei cittadini che con stipendi normali e tra mille difficoltà quotidiane pagano il canone e permettono che la più grande azienda culturale d’Italia, la Rai, vada avanti e sia più forte di tutti e tutto”. Così Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia, in un suo intervento pubblicato su Affaritaliani.it.

Il gruppo Forza Italia della Camera dei deputati ha abbandonato i lavori delle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia a Montecitorio, unitamente agli altri gruppi di opposizione, durante la discussione del decreto Minniti sull’immigrazione. “Noi non ci facciamo turlupinare dalla maggioranza”, afferma il capogruppo azzurro in Commissione Affari Costituzionali, Francesco Paolo Sisto. “I modi suadenti del governo – continua – sono irritanti: il decreto è stato volutamente tenuto al Senato tutto il tempo necessario perché arrivasse alla Camera pochi minuti prima della scadenza del termine per la sua conversione in legge. Questi giochetti degni di miglior causa, su temi così delicati, mortificano il Parlamento e la democrazia. È evidente che non ci può essere dibattito parlamentare e che le ragioni delle opposizioni sono destinate ad essere cestinate il più rapidamente possibile. Il credito del governo Gentiloni è finito”. “Siamo in piena campagna elettorale – sottolinea il capogruppo azzurro a Montecitorio, Renato Brunetta -, Gentiloni e i suoi boys, nonostante l’apparente clima di cortesia, licenziano provvedimenti collocabili nella sinistra-sinistra, se non estrema. Basti ricordare i voucher, i giudici in politica, il testamento biologico, ed ora, nel metodo e nel merito, il decreto sull’immigrazione. L’evidente tentativo elettoralistico di ‘recuperare a sinistra’ nella sua palese ipocrisia sarà da noi contrastato fermamente, e in ogni attimo parlamentare possibile”, conclude il presidente dei deputati di Forza Italia.

“I dazi sono stati una decisione di Obama. Decisione conseguente a un giudizio del Wto, l’organismo globale che presiede al commercio internazionale, e derivante da un’inadempienza dell’Unione europea. Dopo il lodo che fu fatto nel 2009 l’Unione europea doveva riequilibrare il commercio, soprattutto sulle carni bovine, non lo ha fatto, e l’1amministrazione Obama predispose la reazione degli Usa, individuando una serie di prodotti ad alta immagine. Molto probabilmente lo fece come deterrente, per dire ‘riparliamone’, perché non è bene iniziare una guerra commerciale sul formaggio o sulle acque minerali”. Lo ha detto Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, in un’intervista a ‘Radio Anch’io’, su Radio Uno. “Trump, evidentemente per corroborare la sua linea politica, ha riesumato questa decisione dell’amministrazione Obama, e forse la metterà sul tavolo per iniziare una trattativa. Questo è il fatto specifico, tutto sommato poco rilevante, e con responsabilità dell’Unione europea”, è il ragionamento del parlamentare azzurro. “Cosa diversa invece è il protezionismo. Il protezionismo fa male a chi lo fa e a chi lo subisce. E’ un gioco a somma negativa. Quindi – ha concluso Brunetta – speriamo che Trump dopo aver fatto alcuni assaggi di protezionismo faccia marcia indietro, perché con il protezionismo diventiamo tutti più poveri”.

“Sui conti pubblici Renzi fa finta di non capire. Sul deficit, si era impegnato con l’Europa a chiudere il 2017 allo 0,9% (Def 2014), ma finirà oltre il 2%-2,2%. Significa che in tre anni il suo governo e quello fotocopia di Gentiloni hanno fallito gli obiettivi di più di un punto di Pil, pur in presenza di un tasso di crescita moderatamente positivo, diversamente rispetto agli anni precedenti”. Lo dichiara Renato Brunetta, presidente dei deputati di Forza Italia. “Inutile – prosegue – che Renzi faccia il gioco delle tre carte: in ragione degli obiettivi e degli impegni da lui stesso presi con l’Unione europea, il deficit non è diminuito. È rimasto inchiodato tra il 2% e il 2,5%, pericolosamente vicino al 3%. Le sue affermazioni sono semplicemente false”. “Allo stesso modo – insiste Brunetta – sul debito Renzi ha sprecato la congiuntura che nei suoi anni è passata da negativa a positiva, il Quantitative easing della Bce, l’euro debole e il più che dimezzamento del prezzo del petrolio. Renzi non ha attaccato lo stock del debito né ha tagliato la cattiva spesa corrente, limitandosi a distribuire mance e mancette agli elettori”. “La sua politica economica, quindi, si è dimostrata fallimentare tanto sul deficit, per cui non ha rispettato – ripetiamo – gli impegni presi con l’Ue, quanto sul debito, per cui ha sprecato la congiuntura favorevole che gli avrebbe consentito di aggredirlo come mai era stato possibile in passato. Non c’è trucco o inganno che tenga. Lo dicono gli italiani, lo dice il numero di disoccupati, lo dicono i consumi non decollati e lo dice il raffronto con il resto dell’Eurozona, dove l’Italia ha peggiorato la sua collocazione relativa”, conclude Brunetta.