Due spettri si aggirano per l’Europa: Erdogan e l’Isis. Il ducetto turco imperversa e tiene sotto scacco i governi d’Occidente. E’ stato persino capace di organizzare un finto golpe per sbarazzarsi di avversari politici e della residua stampa libera locale. L’Unione Europea non sa come ‘prenderlo’ e ha persino dovuto versargli sei miliardi di euro per un accordo farlocco sull’immigrazione. La Turchia di Erdogan oggi e’ la spina nel fianco di una Ue ancora sotto choc per la Brexit. Sul fronte terrorismo l’Isis, quello made in Siria e quello in franchising dei lupi solitari, colpisce dove e quando vuole, e in questo caso i sistemi di intelligence rivelano tutta la propria fallacia. Se da una parte la diplomazia europea, neanche tanto spalleggiata da quella Usa, non riesce a mettere con le spalle al muro Erdogan, dall’altra i servizi segreti poco o nulla sono riusciti a fare per colpire al cuore le cellule terroristiche disseminate in Francia, in Belgio e chissa’ dove. In questo scenario a dir poco preoccupante spiccano da una parte Papa Francesco, impegnato a togliere agli attentati l’impronta di una guerra di religione, per farne solo uno scontro di civilta’, e dall’altra Putin, che si muove su piu’ tavoli e che sembra giocare un ruolo decisivo, sperando che alla fine gli convenga di piu’ essere nostro amico che non esserlo. La Cina intanto sta a guardare e si compra il mondo.